Jelena Kalinic ha svolto un ruolo pionieristico nel giornalismo scientifico in Bosnia, un paese in cui questa figura professionale è pressoché assente. La sua dedizione è emersa in un seminario che si è tenuto alla Sissa di Trieste, dove ha condiviso le sue esperienze e le sfide che affronta nel suo lavoro. Kalinic ha studiato biologia, ma ha scelto di entrare nel mondo del giornalismo per combattere la corruzione e la disinformazione scientifica nel suo paese.
Le radici del giornalismo scientifico in Bosnia
Kalinic ha descritto come la sua passione per la scienza l’abbia portata a scegliere questa carriera, nonostante le difficoltà. La situazione della ricerca scientifica in Bosnia è complessa, con un numero limitato di istituti e poche risorse disponibili. Purtuttavia, la giornalista ha trovato un modo per attivarsi e contribuire al miglioramento della situazione: collabora come ‘stringer’ per la Voice of America e gestisce il sito web naukagovori.ba, che si traduce in “La scienza parla”. Questo strumento è fondamentale per diffondere informazioni scientifiche adeguate e per educare la popolazione.
Nel suo lavoro, Kalinic non si limita a scrivere articoli; si dedica anche alla formazione di studenti e aspiranti giornalisti, insegnando loro le basi del giornalismo scientifico. Oltre al supporto online, organizza corsi e seminari quando ci sono fondi disponibili, contribuendo così a creare una nuova generazione di professionisti informati e capaci di comunicare in modo efficace il sapere scientifico.
Scetticismo e sfide nella società bosniaca
L’approccio della popolazione bosniaca nei confronti della scienza è problematico, come ha evidenziato Kalinic. In tutta la regione dei Balcani occidentali, il livello di istruzione scientifica è molto basso e molte persone nutrono scetticismo nei confronti dei vaccini e delle pratiche mediche. Questo scetticismo ha portato a tragedie recenti, come il decesso di un neonato per pertosse e il ricovero di adolescenti affetti da morbillo. Tali eventi evidenziano la mancanza di fiducia nelle istituzioni sanitarie e nella medicina, un problema che è ulteriormente complicato dalla situazione politica.
Kalinic ha sottolineato come la stampa in Bosnia sia spesso influenzata dalla politica, con risultati che possono danneggiare l’informazione scientifica. L’idea che il vaccino contro il papilloma possa incoraggiare comportamenti sessuali promiscuo è solo uno dei molti miti che circolano. Una crescente ondata di conservatorismo e religiosità ha contribuito a una regressione verso posizioni meno laiche.
Echi di una crisi sanitaria e l’importanza del vaccino
La gestione della pandemia di Covid-19 ha rivelato ulteriori lacune nella risposta sanitaria della Bosnia e dei Paesi limitrofi, portando a una scarsa attenzione verso la vaccinazione. Kalinic si dice preoccupata di come questo atteggiamento possa influenzare la salute pubblica e la sicurezza della popolazione. La sua decisione di farsi vaccinare contro il Covid-19 in Italia rappresenta un gesto simbolico e necessario, utile a sottolineare l’importanza della vaccinazione in tempi di crisi sanitaria.
L’impegno di Kalinic non si limita solo al giornalismo, ma si estende anche all’attivismo sociale, cercando di far breccia nel muro della disinformazione. L’esempio di questo approccio innovativo è una necessità in un contesto dove le autorità sembrano interessate a mantenere lo status quo piuttosto che promuovere una seria educazione scientifica. La sua lotta continua a mettere in luce la necessità di un’informazione più accurata e di una maggiore fiducia nei confronti della scienza, non solo per il presente, ma anche per garantire un futuro più sani e informato per generazioni future.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Armando Proietti