Il processo per l’omicidio di Fabio Ravasio, avvenuto il 9 agosto 2024 a Parabiago, si arricchisce di dettagli inediti con le ultime deposizioni davanti alla corte d’assise di Busto Arsizio. Otto persone sono imputate, tra cui Adilma Pereira Carneiro, la compagna brasiliana di Ravasio, sospettata di essere la mente dell’omicidio. Le indagini descrivono un piano complesso che ha sconvolto la comunità locale e riaperto il dibattito su motivi e dinamiche della vicenda.
Il contesto dell’omicidio di fabio ravasio a parabiago
Fabio Ravasio venne travolto da un veicolo in fuga la sera del 9 agosto 2024, in una strada di Parabiago, comune in provincia di Milano. All’inizio si pensò a una semplice auto pirata, un incidente casuale legato a una guida spericolata ma senza altri risvolti. Le indagini successive hanno portato a una ricostruzione differente. Il pubblico ministero Ciro Caramore ha sostenuto che il fatto non fu un incidente fortuito ma un omicidio premeditato.
La compagna di Ravasio, Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, è stata indicata come la regista della vicenda. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe orchestrato l’investimento con la complicità del figlio maggiore e del marito, che avrebbero guidato l’auto coinvolta nell’investimento mortale. Il movente, come emerso più volte durante il processo, sarebbe legato a questioni patrimoniali. Adilma, soprannominata dalla stampa “la mantide di Parabiago”, avrebbe voluto eliminare Ravasio per ottenere soldi e proprietà.
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Testimonianze sulle pratiche esoteriche nel piano criminoso
Una svolta importante nelle udienze è arrivata dalla testimonianza della sorella di Massimo Ferretti, un altro imputato coinvolto nel delitto e amante di Adilma. La donna ha rivelato che Adilma avrebbe praticato riti di macumba, con l’intento di causare la morte di Fabio Ravasio e anche di un suo parente stretto, il cugino.
La macumba, legata alla religione afro-brasiliana candomblé, è stata descritta in aula come uno strumento usato dalla donna per scopi letali. Adilma manteneva rapporti frequenti con i “santoni” di questa fede in Brasile e avrebbe tentato di scatenare malattie gravi, come tumori, sui suoi obiettivi. La teste ha spiegato che il ricorso a queste pratiche non era solo simbolico ma parte integrante di un disegno volto a uccidere Ravasio per estrometterlo e ottenere un’eredità.
I dettagli emersi sull’uso della macumba hanno colpito per la loro natura poco conosciuta al pubblico italiano e per l’influenza che hanno avuto nelle dinamiche della vicenda criminale. Secondo la testimonianza, Adilma avrebbe mirato in particolare a trovare risorse economiche sufficienti per acquistare una cascina, il che aggiunge una dimensione concreta e materiale alle motivazioni dietro il piano.
Ruolo degli imputati e richiesta di giustizia riparativa
Tra gli otto imputati spicca Massimo Ferretti, che ha ammesso di aver partecipato al piano. L’uomo ha chiesto per la seconda volta di accedere a un percorso di giustizia riparativa, una formula che permette di ridurre la pena collaborando con la parte offesa o con la comunità.
Il ruolo della compagna di Ravasio resta cruciale per l’accusa, che la indica come l’ideatrice e regista della vicenda. La partecipazione di familiari stretti e dell’amante indica la complessità di una trama che si è sviluppata nell’ambito della cerchia privata della vittima.
La corte continua a esaminare ogni nuova prova e testimonianza nell’atmosfera tesa del processo, che rappresenta per la cittadinanza di Parabiago un caso doloroso e complesso. I prossimi sviluppi faranno luce sulle responsabilità precise di ciascun imputato e sugli aspetti più oscuri di questa vicenda.