Un viaggio tra vino e cinema nella Maremma toscana: il Merlot Oci Ciornie e le sue storie

Un viaggio tra vino e cinema nella Maremma toscana: il Merlot Oci Ciornie e le sue storie

Il Merlot Oci Ciornie della Tenuta Dodici, prodotto da Stephan Tuvykin, unisce tradizione vinicola toscana e passione per il cinema, offrendo un’esperienza gastronomica unica con la Cinta Senese.
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Un viaggio tra vino e cinema nella Maremma toscana: il Merlot Oci Ciornie e le sue storie - (Credit: www.firstonline.info)

Scoprire il mondo del vino toscano significa immergersi in storie affascinanti e tradizioni centenarie. Tra le altre, spicca il Merlot Oci Ciornie, un vino che non è solo frutto della terra, ma anche di una passione cinematografica. Prodotto nella Tenuta Dodici, situata nel cuore della Maremma, questo vino racconta la storia di un giovane vinificatore russo, Stephan, e di un legame profondo con il cinema, arricchendo l’esperienza di degustazione con una narrativa ricca di riferimenti culturali e storici.

La storia di Stephan e la Tenuta Dodici

Dietro al Merlot Oci Ciornie si cela la figura di Stephan Tuvykin, un ventisettenne russo che ha saputo fondere la sua passione per la gastronomia e il cinema con un’azienda vitivinicola di tradizione. Dopo essersi trasferito dalla Russia 14 anni fa, si è laureato a Oxford e ha proseguito gli studi in scienze gastronomiche a Pollenzo. Questo background formativo e le sue esperienze internazionali si riflettono nella cura e nella qualità dei vini prodotti nella tenuta che il padre ha fondato nel 2008 con l’amico regista Nikita Mikhalkov.

La location della Tenuta Dodici, a Tatti, nella provincia di Grosseto, è particolarmente favorevole alla viticoltura, grazie a un terroir eccezionale. Qui, il Merlot Oci Ciornie si distingue per la sua morbidezza e rotondità, esprimendo una grande struttura e persistenza al palato. L’enologo Riccardo Cotarella, in precedenza coinvolto nel progetto, è stato recentemente sostituito da Graziana Grassini, attuale enologa della Tenuta di San Guido, nota per il celebre Sassicaia. La continuità nella qualità dei vini è garantita da entrambe queste figure di spicco nel panorama vitivinicolo italiano.

Oci Ciornie non è solo un vino; è un omaggio al grande cinema italiano, richiamando alla mente il film di Federico Fellini che vede protagonista Marcello Mastroianni. La concatenazione di esperienze e influenze culturali porta a un prodotto che non solo celebra la tradizione vinicola toscana, ma si inserisce anche nel dialogo artistico più ampio.

Le delizie della Cinta Senese e gli abbinamenti gastronomici

Il Merlot Oci Ciornie si abbina perfettamente con le prelibatezze gastronomiche della regione, in particolare con la Cinta Senese DOP. Questa razza suina autoctona, che affonda le radici nei tempi degli Etruschi, è famosa per la sua carne di alta qualità, apprezzata per il gusto e la tenerezza. L’allevamento della Cinta Senese avviene in libertà, permettendo agli animali di nutrirsi di radici, foglie e cereali, il che conferisce alla carne un sapore unico.

Alla Taverna di Campagna, gli ospiti possono assaporare diverse specialità culinarie abbinate ai vini della Tenuta Dodici. Tra queste, spicca il tagliere di Cinta Senese, servito con un Vermentino al 100%, chiamato Solo, che ben si sposa con i sapori del territorio. La pasta fresca al ragù di Cinta, anch’essa proposta nel menù, risulta particolarmente deliziosa con il rosato Schiava d’amore, fresco e fruttato, premiato con una medaglia d’oro a Bruxelles nel 2023.

L’incontro tra la tradizione vinicola e quella gastronomica offre un’esperienza sensoriale completa, capace di esaltare il gusto dei vini e dei piatti locali. Ogni assaggio racconta una storia, e la capacità di coniugare qualità degli ingredienti e gusto è un elemento distintivo di questa esperienza culinaria.

La tradizione della Cinta Senese e il suo riconoscimento

La Cinta Senese ha una storia millenaria, ed è stata immortalata nelle opere di storici artisti come Ambrogio Lorenzetti, il cui ciclo di affreschi nel Palazzo Comunale di Siena illustra questa pregiata razza suina. Tuttavia, la razza fu a rischio di estinzione negli anni ’80, ma grazie a una nuova valorizzazione da parte degli allevatori, ha riottenuto il riconoscimento DOP.

Oggi, si stima che in Toscana ci siano circa 2600 capi di Cinta Senese, allevati secondo pratiche tradizionali che rispettano il benessere animale e l’ambiente. Daniele Baruffaldi, ex presidente del Consorzio Cinta Senese DOP, e i produttori, come Luca Patrone, evidenziano l’importanza di sostenere questa filiera artigianale di pregio, non solo per la qualità del prodotto, ma anche per la promozione delle tradizioni gastronomiche toscane.

L’attenzione alla qualità e al riconoscimento della Cinta Senese è centrale per la sostenibilità del settore, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità e all’economia locale. Questo impegno si riflette anche nei ristoranti e nelle taverne della zona, dove l’abbinamento tra carne di Cinta Senese e vini come Oci Ciornie e Urga 2017 rende omaggio sia alla tradizione che all’innovazione, celebrando le radici culturali e il patrimonio gastronomico della Maremma toscana.

Ultimo aggiornamento il 20 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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