Nel comune di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, un pitbull è stato rinvenuto senza vita all’interno di un garage. La segnalazione è arrivata da un residente della zona, allarmato dalla presenza di un cane in condizioni critiche. Il ritrovamento ha coinvolto vigili del fuoco e polizia locale, chiamati a intervenire su una situazione che ora è sotto la lente della magistratura.
Il ritrovamento del cane e l’intervento delle autorità
I soccorritori sono giunti sul posto dopo la chiamata di un cittadino che aveva notato il pitbull in condizioni di estrema debolezza all’interno del garage di una proprietà privata. All’arrivo, vigili del fuoco e polizia locale hanno constatato che per l’animale non c’era più nulla da fare. Il cane, chiamato Diego, risultava morto. Le circostanze del decesso hanno subito sollevato dubbi sulla cura e la gestione del cane da parte del proprietario.
Il garage in cui il pitbull è stato rinvenuto era chiuso, e secondo le informazioni raccolte il proprietario si trovava fuori provincia da diversi giorni. Gli inquirenti hanno quindi proceduto a ricostruire gli eventi per capire se nelle ore precedenti fosse stato garantito almeno il minimo necessario per la sopravvivenza dell’animale.
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La posizione del proprietario
Dai primi accertamenti, il proprietario del cane ha riferito di aver affidato a un conoscente l’incarico di portare acqua e cibo a Diego durante la sua assenza. Resta però da verificare se tali accorgimenti siano stati realmente adottati e in che modo, considerando che l’animale è stato trovato in condizioni tali da non sopravvivere.
Le autorità hanno quindi avviato accertamenti per stabilire se vi siano responsabilità dirette nella morte del pitbull. Le prime ricostruzioni, svolte in collaborazione con la polizia e i vigili del fuoco, puntano a chiarire la sequenza dei fatti nel periodo in cui il padrone era lontano dal domicilio.
Le indagini della procura e l’applicazione della legge brambilla
La procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per valutare eventuali violazioni della legge 12 luglio 2023, nota come legge Brambilla, che prevede modifiche al codice penale e al codice di procedura penale italiane nelle norme dedicate alla tutela degli animali. Questa normativa inasprisce le sanzioni in caso di maltrattamenti o negligenza che portino al danneggiamento o alla morte di animali domestici.
Nel caso di Fabbrico, gli inquirenti si concentrano sulla possibile negligenza del proprietario e del conoscente incaricato. I fatti sono ora al vaglio della magistratura che dovrà determinare se sussistono i presupposti per procedere con accuse penali.
L’autopsia e ulteriori accertamenti
Il pitbull è stato trasferito all’Istituto zooprofilattico sperimentale, dove sarà effettuata l’autopsia. Questo esame sarà fondamentale per definire con precisione le cause del decesso. Non solo potrà evidenziare possibili segni di malnutrizione, disidratazione o lesioni, ma potrà anche mostrare se ci siano stati altri fattori che hanno causato la morte dell’animale.
L’iter tecnico è importante anche per offrire prove oggettive agli organi giudiziari e affinare la ricostruzione dei fatti. Saranno poi valutati eventuali testimonianze e documenti raccolti nel corso dell’indagine.
La reazione del sindaco di fabbrico
Il sindaco Roberto Ferrari ha commentato brevemente la vicenda, riferendo di essere stato informato dalle forze di polizia locale intervenute sul caso. Ha sottolineato come gli atti siano ora nelle mani della magistratura, che ha il compito di chiarire le dinamiche di quanto accaduto.
Non sono stati forniti ulteriori dettagli sull’intervento delle autorità comunali né sulle misure prese per la tutela degli animali nel territorio, ma il tema è al centro dell’attenzione pubblica da diversi mesi, soprattutto dopo l’entrata in vigore della nuova normativa.
La vicenda del pitbull morto nella bassa reggiana ha acceso riflettori sulla cura degli animali domestici e sulla responsabilità di chi ne detiene la custodia. Le indagini proseguono con la raccolta di tutte le prove necessarie a fare chiarezza.