Un giudice ferma trump: no alla guardia nazionale a Los Angeles per operazioni anti-crimine

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Giudice blocca l’invio della Guardia Nazionale a Los Angeles per operazioni anti-crimine. - Gaeta.it

Sofia Greco

2 Settembre 2025

L’impiego della Guardia Nazionale in California da parte dell’amministrazione Trump ha sollevato polemiche legali e politiche. Un giudice federale ha fermato il dispiegamento dei militari a Los Angeles, bocciando un intervento considerato non conforme alle normative federali. La vicenda mette in luce i limiti del ruolo della Guardia Nazionale e i conflitti tra autorità statali e federali negli Stati Uniti.

Il giudice Charles Breyer blocca l’uso della guardia nazionale in California per compiti di polizia

Charles Breyer, giudice della corte distrettuale del distretto settentrionale della California, ha emesso un’ordinanza che impedisce all’amministrazione Trump di utilizzare la Guardia Nazionale per operazioni anti-crimine nello stato. La decisione risale a metà 2025 e si fonda sulla valutazione che il dispiegamento militare in questa forma viola la legge federale, in particolare la Posse Comitatus Act del 1878, che limita l’impiego delle forze armate statunitensi nelle funzioni di polizia interna.

Breyer ha sottolineato che il controllo delle truppe militari deve appartenere al governatore dello stato, non al presidente, almeno quando si parla di compiti ordinari di mantenimento dell’ordine pubblico. L’ordinanza blocca così il trasferimento forzato di circa 4.000 membri della Guardia Nazionale e 700 Marines a Los Angeles, previsto per rispondere alle proteste generate da azioni federali sul tema dell’immigrazione. Il giudice ha evidenziato che l’uso della forza militare in questo caso si discosta dai limiti legali e costituzionali, mancando i presupposti per un’intervento federale diretto per la criminalità interna.

La sua decisione ha immediatamente ridotto la presenza dei militari in città, disponendo il ritorno del controllo sulle truppe al governatore Gavin Newsom, che aveva già espresso contrarietà rispetto all’iniziativa federale. Questa pronuncia ha forte valore giuridico perché definisce i confini tra autorità federale e poteri statali nella gestione della sicurezza pubblica.

Il ruolo della guardia nazionale e le sue restrizioni legali nella gestione dell’ordine pubblico

La Guardia Nazionale è una forza militare statale che risponde al governatore, ma può essere richiamata dal presidente degli Stati Uniti in situazioni particolari, come invasioni o emergenze nazionali. Tuttavia, la sua presenza in operazioni di polizia interna è soggetta a regole severe, pensate per evitare uno schieramento militare diretto contro cittadini in tempi ordinari.

La legge federale americana impedisce infatti che l’esercito possa essere impiegato per compiti di polizia e mantenimento dell’ordine pubblico, a meno che non si verifichino circostanze eccezionali quali ribellioni o crisi. Il caso californiano ha toccato proprio questo punto, perché l’amministrazione Trump aveva motivato il dispiegamento con la necessità di proteggere agenti federali durante una serie di proteste e raid su larga scala contro l’immigrazione irregolare.

Secondo alcuni esperti, in questo contesto le truppe avrebbero superato le loro prerogative, diventando parte di una strategia militare contro la criminalità e le proteste civili, e non più un supporto limitato ai corpi di polizia. Questa dinamica ha fatto emergere un problema politico e istituzionale, dove l’uso della Guardia Nazionale rischia di stravolgere ruoli tradizionali, mettendo a rischio il rispetto delle norme federali e statali.

Le tensioni politiche e legali sul confine tra potere federale e autorità statali

Il dispiegamento militare in California da parte dell’amministrazione Trump è parte di un conflitto più ampio tra poteri federali e governatori. Il presidente può invocare l’uso della Guardia Nazionale solo in limitati casi di emergenza nazionale, mentre di norma il controllo resta nelle mani delle autorità statali. Questa regola serve a bilanciare la sovranità dello stato e a evitare un uso eccessivo di forze armate contro i cittadini in contesti civili.

Gavin Newsom, governatore della California, ha denunciato l’intervento come una misura che punta più all’intimidazione politica che alla sicurezza. La questione ha percorso molte tappe giudiziarie, con appelli e controappelli tra tribunali di diversi gradi, e ha messo in evidenza come le leggi vigenti reprimano lo schieramento diretto dell’esercito in operazioni di polizia dentro gli Stati Uniti.

Il pronunciamento del giudice Breyer fonda le sue argomentazioni su questi precetti: il dispiegamento violava la Posse Comitatus Act e faceva saltare i confini legali tra funzioni militari e di polizia. Di riflesso, la sentenza ha anche rafforzato l’importanza del diritto statale e del ruolo del governatore nella gestione delle forze armate statali.

Le implicazioni di questa decisione superano il singolo caso di Los Angeles, aprendo scenari di dibattito su come bilanciare sicurezza, ordine pubblico e rispetto delle libertà civili, soprattutto in un clima politico contratto come quello del 2025.

L’ordinanza del tribunale ha fermato in modo netto il tentativo dell’amministrazione Trump di impiegare la Guardia Nazionale per combattere la criminalità a Los Angeles. Rimane aperto il confronto su come regolamentare il ruolo delle forze armate in continuazione alla norma costituzionale statunitense.