Il festival “Tipicità in blu”, in programma ad Ancona dal 17 al 23 maggio, si presenta come un momento cruciale per affrontare la relazione tra protezione del mare e le attività economiche legate alla pesca. L’appuntamento richiama esperti, istituzioni e operatori del settore per discutere come conciliare la salvaguardia dell’ambiente marino con le esigenze produttive e sociali delle comunità costiere.
La sfida di bilanciare tutela ambientale e lavoro degli operatori della pesca
L’assessore regionale Andrea Maria Antonini ha sottolineato l’urgenza di individuare un equilibrio necessario tra proteggere il mare e valorizzarne le risorse, e allo stesso tempo consentire agli operatori della pesca di svolgere il loro lavoro. Questa sfida coinvolge non solo i pescatori ma anche l’intera comunità, chiamata a beneficiare del servizio offerto da chi lavora sulle coste.
Antonini ha evidenziato come il settore debba continuare la sua attività garantendo la sostenibilità delle risorse marine. Il messaggio ha racchiuso la volontà di evitare conflitti tra conservazione e sviluppo, indicandoli come obiettivi che devono camminare insieme. Una necessità che emerge con forza, per evitare danni irreversibili agli ecosistemi ma anche per non compromettere il reddito e la funzione sociale degli addetti alla pesca.
Leggi anche:
Il contributo della ricerca accademica
Il professor Francesco Regoli, del dipartimento Scienze della Vita e dell’Ambiente di UNIVPM, ha descritto alcuni aspetti concreti degli studi condotti per migliorare la conoscenza e conservazione del sistema marino. Tra le attività menzionate ci sono le ricerche oceanografiche, il monitoraggio della qualità delle acque, e gli studi specifici sulla tutela del mosciolo, un mollusco tipico delle acque marchigiane.
L’università ha seguito esperimenti anche su tecniche di acquacoltura e sistemi per migliorare il trattamento dei rifiuti in mare. Questi progetti, iniziati anni fa, trovano nel festival l’occasione per farsi conoscere dal pubblico. Regoli ha insistito sull’importanza di spiegare direttamente ai cittadini il valore di queste ricerche, per far capire quanto sia necessario investire in questi campi. La divulgazione scientifica si propone quindi come un ponte tra il mondo accademico, le istituzioni e la società civile.
Impegno della banca marchigiana per lo sviluppo della blue economy locale
Massimo Tombolini, direttore generale del Banco Marchigiano, ha preso la parola per sottolineare la responsabilità delle realtà economiche che operano sul territorio. La banca si definisce chiamata a promuovere la crescita locale, collegando il proprio ruolo a quello di motore della blue economy, settore ancora limitato nelle Marche se confrontato con le dimensioni nazionali.
Tornando ai dati, Tombolini ha indicato che la blue economy regionale pesa per il 3% del PIL, contro il 10% a livello italiano. Da qui l’appello a cooperare per rafforzare questo segmento, utile per il futuro economico e occupazionale. Tombolini ha puntato l’attenzione sull’importanza di sostenere iniziative e progetti come quelli che nascono durante Tipicità in blu, capaci di creare opportunità di sviluppo con un impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità locale.
Un evento per idee e progetti di sviluppo sostenibile
La settimana anconetana dedicata a Tipicità in blu si conferma quindi una vetrina non solo di prodotti, ma anche di idee e progetti capaci di orientare il futuro del mare e della pesca nel rispetto di tutte le parti coinvolte. Le istituzioni, la ricerca e l’imprenditoria si trovano in questa occasione per tracciare un percorso concreto, necessario allo sviluppo di un equilibrio duraturo e condiviso.