Nel mezzo di ricordi e responsabilità, si colloca la storia della dirigente scolastica Daniela Crimi, che quest’anno si troverà a dover rinunciare alla tradizionale commemorazione di Falcone e Borsellino per partecipare a un dovere professionale. Una scelta dettata dalla partecipazione a un importante concorso che mette in luce il conflitto tra il dovere personale e la legalità professionale.
Il Doppio Impegno di Daniela Crimi
Il Balzo nel Passato
Daniela Crimi, dirigente dell’Istituto linguistico Ninni Cassarà di Palermo, si prepara ad affrontare un momento delicato: il mancato appuntamento all’albero Falcone per la prima volta in 32 anni. Un gesto che le causa dispiacere, ma che rappresenta un’inevitabile conseguenza del suo impegno professionale. La dirigente confessa la propria amarezza per non poter portare i suoi alunni a commemorare l’importante evento, sentendosi in quel momento più cittadina che mai.
Il Dovere Professionale
Nonostante il suo profondo attaccamento alla commemorazione di Falcone, Daniela Crimi si trova costretta a privilegiare il suo dovere professionale di dirigente scolastico, accettando di partecipare alla Commissione di vigilanza che si protrarrà per tutto il pomeriggio. Una scelta dettata dalla legalità e dall’obbligo di adempiere ai propri doveri istituzionali, nonostante il forte senso di mancato dovere personale che avverte nel suo cuore.
Il Conflitto Interiore
La dichiarazione di Daniela Crimi riflette un contrasto interiore tra ciò che sente di dover fare come cittadina e come professionista dell’istruzione. L’amaro sacrificio di rinunciare alla commemorazione di Falcone per perseguire il proprio dovere professionale mette in luce la complessità dei valori personali e delle responsabilità pubbliche. Un conflitto che fa emergere la sfida di conciliare le esigenze personali con gli obblighi professionali, in un delicato equilibrio tra passato e presente.