Un chilo di cocaina dimenticato in auto porta all’arresto di cinque persone a robbio lomellina

Un chilo di cocaina dimenticato in auto porta all’arresto di cinque persone a robbio lomellina

Un’operazione dei carabinieri di Vigevano smantella a Robbio Lomellina una rete criminale con base nel Pavese, che importava e distribuiva circa 30 chili di cocaina a settimana nel Nord Italia.
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Un’auto abbandonata a Robbio Lomellina con un chilo di cocaina ha portato i carabinieri a smantellare una rete criminale dedita al traffico di droga nel Nord Italia, con base nel Pavese e rifornimenti dalla Francia. - Gaeta.it

Un’auto parcheggiata frettolosamente lungo una strada provinciale di robbio lomellina, con un chilo di cocaina al suo interno. Questo episodio ha attivato i carabinieri della stazione locale e della compagnia di vigevano, che hanno portato a termine un’indagine su un gruppo criminale dedito al traffico di droga destinata al nord italia. L’operazione ha svelato una rete ben organizzata con base nel pavese, capace di movimentare decine di chili di stupefacenti settimanalmente.

La scoperta iniziale e l’avvio dell’indagine

Tutto è cominciato con il ritrovamento di un’auto abbandonata, appunto a robbio lomellina, che conteneva un chilo di cocaina. Gli investigatori hanno intuito subito che non si trattava di un singolo episodio, ma del segnale di un’attività più ampia. Da lì sono partiti controlli approfonditi che hanno coinvolto più province nelle regioni lombardia, piemonte, liguria, toscana e veneto. L’indagine, denominata “boss-rent”, ha permesso di identificare i membri di un’organizzazione che importava droga dalla francia con una certa frequenza e la spacciava su un grande mercato.

Ricostruzione delle operazioni

Le forze dell’ordine hanno quindi ricostruito i movimenti della banda, individuando come centro operativo una zona di robbio, dove venivano gestiti acquisti e distribuzione. L’intera attività era montata su una logistica precisa, usando mezzi studiati per non attirare attenzioni e luoghi di incontro poco visibili. Questa prima fase dell’inchiesta ha fatto emergere una realtà radicata e con ampio raggio d’azione.

Struttura e funzionamento della rete di traffico

L’organizzazione descritta dagli inquirenti si fondava su un modello molto articolato. Una base logistica fissa nel comune pavese coordinava tutte le operazioni: dall’acquisto in francia alla suddivisione dei carichi da spostare verso le regioni del nord italia. Le quantità importate erano ingenti: circa 30 chili di cocaina ogni settimana. La droga veniva pagata circa 27 mila euro per chilo, con una rivendita ai grossisti italiani a 34 mila. Nei mercati di dettaglio, la stessa quantità valeva da 60 a 100 mila euro, a seconda di varie condizioni, tra cui la zona in cui veniva consegnata e la purezza del prodotto.

Modalità operative della banda

I trafficanti sceglievano automobili di grossa cilindrata prese a noleggio, cambiate ogni due settimane per sfuggire ai controlli. Si incontravano in luoghi isolati, spesso aree boschive o campagne, dove avvenivano le consegne. In questi spazi notturni i carabinieri hanno trovato nascondigli scavati nel terreno, delle vere e proprie buche usate come depositi temporanei.

I telefoni e i veicoli sequestrati forniranno ancora molte informazioni sugli spostamenti e sui contatti con fornitori e clienti. L’abilità nel mantenere segreta la rete è stata messa in crisi proprio dai piccoli errori nel cambiare frequenza o modalità delle consegne.

Dettaglio dell’operazione e sequestri effettuati

Durante l’intervento dei carabinieri, il gruppo è stato fermato mentre tentava di gestire altre consegne. Sono stati sequestrati 22 chili di cocaina, oltre a importanti somme in contanti: 71 mila euro e 5 mila franchi svizzeri. Le auto e i cellulari sono passati al vaglio degli esperti per ricostruire la rete di contatti e scambi.

L’operazione, portata avanti con reparti speciali, ha tolto dal mercato un traffico che generava guadagni settimanali a sei cifre, soprattutto dalla vendita al dettaglio. Non è escluso che i cinque arrestati, quattro nordafricani e un italiano, tutti con domicilio a robbio, fossero parte di una struttura più ampia, capace di trattare anche grandi quantità di hashish. Il controllo del territorio e la capacità di spostarsi in diverse regioni indicano un gruppo con notevole esperienza nel business.

Il ruolo di robbio lomellina e le strategie della banda

Il centro di robbio lomellina non è stato scelto a caso. Piccolo e poco appariscente, permetteva di proteggere le attività evitando attenzioni indesiderate. Il comando della compagnia di vigevano ha spiegato come la zona rappresentasse un luogo ideale per un’attività illegale del genere, lontano dal trambusto delle grandi città.

Il nome “boss-rent” fa riferimento al metodo utilizzato per coprire i movimenti: auto di lusso prese a noleggio, cambiate regolarmente. I dati sui noleggi sono stati determinanti per incrociare informazioni e identificare gli spostamenti degli arrestati. Il sistema di automezzi ha rappresentato una falsa copertura efficace, fino a quando l’auto lasciata nel luogo sbagliato ha fatto emergere la rete.

L’operazione ha dimostrato come la criminalità sfrutti territori meno monitorati per sviluppare attività illecite. La scoperta di buche nascoste in campagna e punti di scambio spesso spostati sottolinea la capacità di adattarsi ai controlli.

Le conseguenze e i prossimi sviluppi dell’inchiesta

I cinque arrestati attendono ora il processo sotto custodia cautelare. Le indagini stanno continuando per approfondire i collegamenti con altri gruppi criminali, sia in italia che oltre confine. Gli accertamenti sui patrimoni e i conti bancari proseguiranno per ricostruire i flussi di denaro e, se possibile, bloccare il riciclaggio.

La rimozione da circolazione di 30 chili di cocaina a settimana rappresenta un colpo rilevante per chi riforniva numerose città italiane. Il lavoro dei carabinieri dimostra come anche piccoli centri possano nascondere attività criminali organizzate. Senza il ritrovamento di quell’auto abbandonata, forse la rete avrebbe continuato indisturbata. Ora resta da vedere se questo arresto basterà a fermare definitivamente il traffico.

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