Un cantiere di comunità a venezia per recuperare santa maria ausiliatrice tra arte, musica e sociale

Un cantiere di comunità a venezia per recuperare santa maria ausiliatrice tra arte, musica e sociale

A venezia il progetto opera aperta trasforma santa maria ausiliatrice in uno spazio culturale e sociale vivo, con restauro, musica, formazione universitaria e impegno per la comunità e l’ambiente.
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A Venezia, il progetto "Opera Aperta" trasforma il complesso storico di Santa Maria Ausiliatrice in uno spazio culturale, sociale e artistico aperto a tutti, unendo restauro architettonico, partecipazione comunitaria e formazione. - Gaeta.it

Nel cuore di venezia si avvia un intervento che unisce il restauro fisico di santa maria ausiliatrice a un progetto sociale e culturale aperto a tutti. L’iniziativa, chiamata opera aperta, nasce dal dicastero per la cultura e l’educazione della santa sede e viene presentata in occasione della 19. mostra internazionale di architettura della biennale di venezia, al via il 10 maggio 2025. L’obiettivo è trasformare il complesso, oggi inutilizzato e storico, in un luogo vivo, accessibile a cittadini, associazioni, musicisti e visitatori.

Recupero architettonico e storia di santa maria ausiliatrice

Il complesso di santa maria ausiliatrice si trova tra l’arsenale e i giardini di venezia. Fondato nel 1171 come ospizio per pellegrini e successivamente ospedale, rappresenta uno dei siti più antichi del centro storico. Il progetto interessa circa 500 metri quadrati, con interventi concentrati soprattutto sull’area dell’altare. Questi lavori dureranno sei mesi e saranno visibili in un cantiere aperto. Dal 2025 fino al 2029 la proprietà passerà al comune di venezia mentre la santa sede curerà la gestione. Si tratta di un passo importante per il recupero di un edificio che ha attraversato secoli di storia, ora destinato a trovare nuova funzione all’interno della città.

Un spazio condiviso per arte, musica e incontro sociale

Il progetto opera aperta vuole andare oltre il semplice restauro. Tra le impalcature dell’altare verranno messi a disposizione strumenti musicali, come un pianoforte, per studenti del conservatorio ma anche per chiunque abbia voglia di suonare. Altre stanze ospiteranno strumenti diversi, riservabili su prenotazione. Nelle sale, già durante il cantiere, si creerà un ambiente sociale grazie a un grande tavolo in legno per incontri e confronti, affiancato da una caffetteria gestita da un’associazione impegnata nel sociale. Questi spazi vivi si rivolgeranno a cittadini e artisti, ma anche a chi desidera fermarsi semplicemente a leggere o bere un caffè. Questa apertura punta a creare una comunità attiva e partecipe dei lavori di recupero e rigenerazione del luogo.

Un progetto radicato nelle sfide sociali e ambientali attuali

opera aperta si sviluppa nel contesto del decennale della Laudato sì, la lettera enciclica di papa francesco che ha sollecitato cura per il creato e attenzione ai più deboli. L’idea del dicastero per la cultura e l’educazione della santa sede è di proporre l’architettura come un gesto di responsabilità condivisa, capace di rispondere a problemi sociali e ambientali con soluzioni concrete. Il recupero di santa maria ausiliatrice diventa così uno spazio di rifondazione sociale ed ecologica, aperto a associazioni, cittadini e operatori culturali che partecipano alla vita e al futuro del complesso. Il progetto mette in relazione la bellezza storica con l’impegno civile e culturale in una città che da sempre intreccia arte e comunità.

Formazione e partecipazione con università internazionale arte

All’interno di questa iniziativa si prevedono anche momenti di formazione e partecipazione attiva con l’intervento di studenti e docenti dell’UNA – università internazionale arte. Saranno organizzate esperienze pratiche di restauro, che affiancheranno i lavori in corso. Questo approccio coinvolge direttamente i giovani nella tutela del patrimonio, offrendo loro un’opportunità di apprendimento sul campo. In questo senso il cantiere diventa un laboratorio aperto in cui le competenze artistiche e tecniche si fondono con una dimensione di condivisione e apertura alla società civile. Attraverso tale collaborazione si promuove un nuovo modo di intendere la conservazione, inserita in un progetto culturale e sociale più ampio.

Questo intervento inaugurato a venezia nel 2025 testimonia un impegno concreto per restituire alla città uno spazio storico, ma anche per rigenerare un tessuto sociale spesso marginalizzato. L’esperienza di opera aperta guarda a un futuro in cui l’arte, la cultura e la solidarietà si intrecciano nel cuore della città, senza separare passato e presente ma connettendo comunità diverse e diverse forme di creatività.

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