Un anno dopo il crollo di via Mariti: manifestazione a Firenze per la sicurezza sul lavoro

Un anno dopo il crollo di via Mariti: manifestazione a Firenze per la sicurezza sul lavoro

Firenze commemora un anno dal crollo in via Mariti, chiedendo maggiore sicurezza sul lavoro e trasformando l’area della tragedia in un giardino pubblico per la comunità.
Un Anno Dopo Il Crollo Di Via Un Anno Dopo Il Crollo Di Via
Un anno dopo il crollo di via Mariti: manifestazione a Firenze per la sicurezza sul lavoro - Gaeta.it

Firenze ha fatto sentire la sua voce oggi, commemorando un anno dall’incidente che ha portato alla morte di cinque lavoratori a causa del crollo di una trave nel cantiere di via Mariti. Oltre cento partecipanti si sono radunati per manifestare, sottolineando la necessità di maggiore sicurezza sul lavoro e un cambiamento nell’utilizzo dell’area colpita dalla tragedia. L’evento, organizzato dall’Assemblea 16 febbraio, è segnato da forti sentimenti e richieste per un futuro più sicuro, amichevole e sostenibile.

La commemorazione delle vittime

L’iniziativa è iniziata con un toccante minuto di silenzio in onore delle vittime del crollo. “Uccisi dalla mancanza di sicurezza”, queste le parole forti pronunciate durante la cerimonia, seguite dalla lettura dei nomi dei lavoratori deceduti. Questo momento di riflessione ha dato avvio a una manifestazione anche emotiva, caratterizzata da un lungo applauso in segno di rispetto e solidarietà. Non solo numeri, ma vite spezzate, famiglie devastate: il ricordo di quei momenti tragici è ancora vivo nel cuore di chi ha partecipato.

Diversi interventi da parte dei familiari delle vittime e dei rappresentanti dei sindacati presenti hanno rimarcato l’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro e hanno chiesto interventi concreti per evitare simili tragedie in futuro. La commemorazione non è solo un atto di lutto, ma anche un forte messaggio a istituzioni e datori di lavoro, affinché la sicurezza diventi una priorità assoluta.

Messaggi e richieste dei manifestanti

Durante la manifestazione, gli attivisti hanno esposto striscioni con scritte significative: “Basta supermercati, basta cemento” e “Le nostre vite valgono meno dei vostri profitti”. Questi slogan alludono a una crescente frustrazione per l’uso intensivo del suolo e la scarsità di spazi verdi urbani. L’idea centrale che emerge dalle richieste è chiara: il terreno in cui si trova il cantiere dovrebbe essere trasformato in un giardino pubblico, un luogo di aggregazione e svago per la comunità.

Molti partecipanti hanno indossato fazzoletti con la scritta “Facciamoci un parco”, evidenziando una forte volontà di trasformare un luogo colpito dalla tragedia in un simbolo di speranza e rinascita. Questa richiesta non è solo una questione estetica, ma una vera e propria esigenza di benessere socio-ambientale per una città come Firenze, già nota per la sua bellezza e il suo patrimonio culturale.

Presenze significative e richieste di cambiamento

La manifestazione ha visto la partecipazione di sindacati di base come Usb, Cub e Cobas, insieme a rappresentanti di Medicina democratica e dell’Assemblea 29 giugno, legata alla strage di Viareggio. Tra i presenti, spicca la figura di Simona Mattolini, vedova di Luigi Coclite, una delle cinque vittime. La sua presenza ha aggiunto un profondo significato all’incontro, rappresentando non solo il dolore di una perdita, ma anche la determinazione a lottare per un cambiamento.

“Fate in modo che questa area diventi un luogo per tutti”, ha esortato Mattolini ai manifestanti. Le parole di chi ha vissuto in prima persona la tragedia della perdita risuonano forti, sottolineando la necessità di un approccio collettivo e responsabile verso la sicurezza e l’ambiente urbano.

Con questo evento, Firenze non solo ricorda, ma si mette in movimento per un futuro che non dimentichi le lezioni apprese, rivendicando a gran voce un cambiamento a vantaggio di tutti i cittadini.

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