Sono passati dodici mesi dalla scomparsa del giornalista franco di mare, morto il 17 maggio 2024. Benedetta rinaldi, sua collega e amica, ha rievocato il loro rapporto e il momento in cui ha saputo della sua malattia durante la trasmissione la volta buona, andata in onda il 12 maggio 2025. Il ricordo si concentra sulle emozioni di quegli ultimi mesi, sulla solidarietà tra colleghi e sull’impatto di una diagnosi difficile comunicata con sincerità.
Il rapporto professionale e umano tra benedetta rinaldi e franco di mare
Benedetta rinaldi ha lavorato con franco di mare dal 2017 al 2019 alla conduzione di uno mattina, programma mattutino della Rai. Ha raccontato di aver vissuto quell’esperienza come un periodo intenso ma ricco di affetto. La sveglia suonava prestissimo, alle 4:30, ma l’entusiasmo superava la fatica. “Era come una famiglia,” ha detto rinaldi, riferendosi al gruppo affiatato di colleghi in cui si sentiva parte integrante.
Un legame che va oltre il lavoro
Il legame tra i due giornalisti non si limitava al lavoro. Rinaldi ha sottolineato come franco di mare portasse nella sua vita professionale anche il calore umano, elemento che rese quella fase piena di momenti di divertimento e complicità. Le giornate di lavoro, seppur stancanti, conservavano uno spirito positivo proprio grazie a questo clima. Questa atmosfera di vicinanza professionale e personale spiega l’intensità del dolore provato da rinaldi dopo la scoperta della malattia di franco.
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La comunicazione della malattia: un momento carico di emozione
Il racconto più toccante riguarda la telefonata con cui franco di mare confidò a benedetta rinaldi di essere gravemente malato. Il giornalista la chiamò per riferirle di una diagnosi di mesotelioma, un tumore raro causato spesso dall’esposizione all’amianto. Rinaldi ricorda di essere rimasta paralizzata quando ascoltò quelle parole, al punto da dover accostare la macchina.
La conversazione si sviluppò senza giri di parole e con una chiarezza di intenti da parte di di mare, che non voleva nascondere nulla all’amica, ma allo stesso tempo desiderava gestire la notizia con discrezione. “Mi disse: ‘Il tempo è poco ed è prezioso, quindi non ci giro intorno’,” ha riportato rinaldi. Ogni parola era calibrata per far comprendere la gravità senza però cedere allo sconforto totale.
Rispetto e delicatezza nel comunicare
Rinaldi ha scelto di non esprimere immediatamente compassione o fare domande tecniche per rispetto verso di mare. Temette che avrebbe potuto irritarlo con reazioni sbagliate. L’atteggiamento di franco si manteneva lucido e deciso, quasi a voler preparare l’amica e il suo ambiente a un percorso che avrebbe richiesto forza e sobrietà.
Il silenzio richiesto e la scelta di non divulgare la malattia
Franco di mare chiese esplicitamente a benedetta rinaldi di non rivelare a nessuno la sua diagnosi. Dietro a questa richiesta c’era la volontà di mantenere un certo controllo sulla situazione e di gestire di persona la comunicazione della malattia. Il giornalista aveva pianificato di parlarne pubblicamente solo attraverso un intervento in televisione, presso un programma condotto da fabio fazio.
Rinaldi mantenne il silenzio come promesso, consapevole dell’importanza di rispettare il desiderio dell’amico e della professionalità con cui voleva affrontare un tema così delicato. Questo riserbo produsse un effetto di clausura sulla cerchia ristretta che conosceva i dettagli, mentre la notizia rimase nascosta fino a quando il giornalista decise di renderla nota pubblicamente.
Un legame di fiducia e rispetto
Questa riservatezza evidenzia un aspetto fondamentale della relazione tra i due, basata sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Rinaldi ricorda queste settimane con una commozione trattenuta, consapevole dell’onore ricevuto nell’essere scelta come confidente diretta in un momento tanto difficile per di mare.
L’eredità umana e professionale di franco di mare nel ricordo di benedetta rinaldi
A distanza di un anno, la memoria di franco di mare resta viva attraverso le testimonianze dei colleghi, in particolare di benedetta rinaldi. La loro amicizia è emblema di un legame che va oltre il mero rapporto lavorativo e affronta il lato umano della vita con onestà e delicatezza.
Le parole di rinaldi raccontano un uomo che ha vissuto intensamente, affrontando la malattia senza rinunciare all’ironia e alla lucidità con cui aveva sempre condotto la sua carriera. Il ricordo si concentra su una figura capace di trasmettere forza anche nei momenti difficili, proteggendo chi lo circondava dal peso della notizia.
Questo tipo di testimonianze contribuisce a mantenere la memoria di franco di mare nella comunità giornalistica e nel pubblico, ricordando chi era e quali valori ha incarnato fino alla fine. Il racconto di benedetta rinaldi fa emergere un’immagine di solidarietà e professionalità che arricchisce il modo in cui si parla di malattia e lutto nel mondo dei media.