Ultimatum per le famiglie di Parco Saraceno: sgombero in 48 ore a Castel Volturno

Ultimatum per le famiglie di Parco Saraceno: sgombero in 48 ore a Castel Volturno

Il sindaco di Castel Volturno ordina lo sgombero di quindici famiglie da Parco Saraceno a causa di gravi problemi igienico-sanitari e strutturali, aggravando l’emergenza abitativa nella zona.
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Ultimatum per le famiglie di Parco Saraceno: sgombero in 48 ore a Castel Volturno - Gaeta.it

Il complesso di Parco Saraceno, situato a Castel Volturno, nel Casertano, si trova al centro di una situazione critica. Circa quindici famiglie, che occupano abusivamente gli appartamenti, hanno ricevuto un’ordinanza di sgombero dal sindaco Pasquale Marrandino. Questo provvedimento si basa sull’esito di una recente ispezione condotta dai carabinieri e dai vigili del fuoco, che ha evidenziato condizioni di pericolosità nei locali.

Le ragioni dello sgombero

Il sindaco di Castel Volturno ha deciso di procedere con lo sgombero delle famiglie che vivono nel complesso di Parco Saraceno, basandosi su un’ordinanza emessa dopo un’ispezione eseguita insieme ai vigili del fuoco. I controlli hanno rivelato una situazione igienico-sanitaria precaria e problematiche strutturali, rendendo gli spazi non fruibili e mettendo a rischio l’incolumità delle persone presenti. Inoltre, si è rilevato che le condizioni di degrado sono peggiorate rispetto a ispezioni precedenti, accentuando la necessità di un intervento immediato.

Il complesso di Parco Saraceno è noto per aver ospitato in passato famiglie di militari americani, coinvolti nell’attività della base Nato di Agnano. Tuttavia, negli ultimi anni è diventato simbolo di abbandono e di mancanza di interventi di riqualificazione da parte delle istituzioni. La promozione di un contratto di programma che avrebbe dovuto rinnovare l’area non ha mai preso avvio, lasciando nel grigiore un’area che si ambiva a trasformare nella “Rimini del Sud”.

La storia di Parco Saraceno

Originariamente, Parco Saraceno era destinato ad accogliere circa trenta palazzine da tre piani, ma con il passare del tempo il suo utilizzo è drasticamente cambiato. Dopo il trasferimento delle famiglie dei militari, le unità abitative sono state occupate da nuclei familiari in difficoltà e migranti. Le condizioni in cui vivono questi gruppi sono state a lungo oggetto di preoccupazione, sia a livello sociale che sanitario. Inizialmente, il complesso ospitava circa sessanta nuclei familiari. Tuttavia, a seguito di operazioni delle forze dell’ordine e a causa delle cattive condizioni abitative, il numero di residenti è diminuito.

Negli ultimi anni alcuni accordi economici hanno visto la partenza di varie famiglie, ma per le rimanenti l’evoluzione della situazione è ormai imminente. La sfida della mancanza di strutture adeguate ha suscitato una crescita dell’emergenza abitativa nel territorio, aggravando il quadro sociale.

Futuro incerto per le famiglie rimaste

Con l’ultimatum di 48 ore, le famiglie che attualmente occupano il complesso si trovano a un bivio. Molti fanno già fronte alla necessità di trovare una nuova sistemazione, mentre alcuni rimangono nella speranza di un cambiamento della loro situazione. Il prefetto Lucia Volpe dovrà decidere le modalità di intervento qualora ci siano ritardi nell’esecuzione della ordinanza di sgombero. È una fase delicata, che richiede soluzioni efficaci e pronte per affrontare il disagio di chi è coinvolto.

Il destino di Parco Saraceno continua a suscitare attenzione e discussioni, con l’auspicio che si possano avviare concrete iniziative per la riqualificazione dell’area e un miglioramento delle condizioni di vita per le famiglie colpite.

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