Un tragico evento ha sconvolto la comunità di Civitavecchia: l’uccisione violenta di Camelia, una donna senza fissa dimora originaria della Romania. Camelia era una figura nota e ben voluta all’interno della Comunità di Sant’Egidio, che l’aveva conosciuta nel 2015. La sua morte ha suscitato una forte reazione emotiva e un’urgente richiesta di riflessione sulla questione della violenza di genere e dei diritti delle persone vulnerabili.
La vita di Camelia a Civitavecchia
Camelia era giunta in Italia dalla Romania e, da oltre otto anni, ha vissuto in estrema difficoltà, affrontando la dura realtà della vita per strada. Negli ultimi tempi, si trovava nei pressi del parcheggio Feltrinelli, dietro la stazione, una zona che spesso diventa rifugio per persone in difficoltà. Nonostante le sue sfide quotidiane, Camelia non ha mai smesso di partecipare alle iniziative della Comunità di Sant’Egidio, tra cui i tradizionali Pranzi di Natale che si tengono ogni anno. Da sempre, la comunità ha cercato di offrire supporto e conforto a chi, come lei, si trova in situazioni di vulnerabilità.
Camelia era un volto familiare, soprattutto nei mercoledì sera in cui veniva servita la cena. Nel corso degli anni, ha anche fatto uso dei servizi di supporto della Comunità, partecipando attivamente al servizio di distribuzione di pasti e alla fruizione di servizi igienici e pasti caldi. Queste opportunità rappresentavano per lei non solo un aiuto materiale, ma anche la possibilità di interagire con altre persone, ricercando affetto e sostegno in un mondo spesso indifferente.
Il supporto della comunità e dei servizi sociali
Nel suo cammino, Camelia non era sola. La Croce Rossa ha preso a cuore la sua situazione, fornendole assistenza e pasti serali. La donna era anche ben seguita dai servizi sociali del Comune, che monitoravano le sue condizioni di vita, cercando soluzioni per migliorare il suo stato. Inoltre, il servizio per le dipendenze della ASL Roma 4 era consapevole della sua presenza e si adoperava per offrirle aiuto.
La rete di sostegno attorno a Camelia evidenzia un aspetto fondamentale: la necessità di un approccio più attento e umanizzato alla questione delle persone senza dimora, che spesso vivono situazioni di grande fragilità e isolamento. I vari soggetti coinvolti nella sua vita hanno lavorato insieme, ma la violenza che ha colpito Camelia riporta alla luce la vulnerabilità di chi vive ai margini della società.
Veglia di preghiera in memoria di Camelia
In memoria di Camelia e in solidarietà a tutte le donne vittime di violenza, domani sera si terrà una Veglia di Preghiera presso la Chiesa di San Giovanni Battista, situata in Piazza Aurelio Saffi a Civitavecchia. L’evento, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, sarà un momento di riflessione e raccoglimento collettivo, dove si chiederà non solo giustizia per Camelia, ma anche un impegno attivo per costruire una città in cui la violenza di genere non trovi spazio.
L’incontro rappresenta un’opportunità per la comunità di unirsi, raccogliere le proprie forze e riaffermare il desiderio di un cambiamento. L’obiettivo è chiaramente quello di creare un ambiente più giusto e più umano, dove ogni individuo sia rispettato e protetto, e dove la vita in strada non sia l’unica opzione per chi vive situazioni di disagio. La morte di Camelia, purtroppo, è un promemoria della necessità di unire le forze per combattere la violenza e sostenere chi è vulnerabile.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Armando Proietti