Un episodio accaduto il 27 dicembre 2023 a Belluno ha sollevato un interessante dibattito legale sulle responsabilità di chi si trova alla guida di un veicolo ma non è attivamente in movimento. Un cittadino bosniaco, residente a Ponte di Piave, in provincia di Treviso, si è trovato coinvolto in un’attività di controllo da parte della polizia, che si è rivelata decisiva per la sua sorte legale. L’arresto e il conseguente processo illustrano le sfide legate alla guida in stato di ebbrezza e alle interpretazioni legali della condotta di un conducente.
La scoperta della polizia
L’episodio si è svolto in modo inaspettato: un uomo è stato rinvenuto mentre dormiva nel suo furgone Fiat Ducato, con la testa adagiata sullo sterzo. Nonostante il veicolo non fosse in movimento, gli agenti hanno deciso di effettuare un controllo del sangue. All’approccio della pattuglia, l’uomo è stato svegliato e sottoposto a un test dell’alcol, risultato positivo con un tasso superiore a 1,5 grammi per litro. Questa situazione ha immediatamente sollevato preoccupazioni per la sicurezza stradale, portando alla denuncia per guida in stato di ebbrezza.
Il processo e le accuse
Il caso ha raggiunto l’aula di giustizia, richiamando l’attenzione sul comportamento del conducente al momento del controllo. Il pubblico ministero ha presentato richieste pendenti di condanna, incluso l’arresto, un’ammenda pecuniaria e la sospensione della patente per un periodo significativo. La patente era stata già ritirata dalle autorità, proponendo un primo passo verso il riallineamento delle norme di sicurezza sul territorio. La posizione assunta dalle autorità giuridiche ha stimolato una riflessione su cosa costituisca realmente un’azione pericolosa al volante.
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La difesa e la sentenza
Durante il dibattito in aula, il difensore del bosniaco ha presentato argomentazioni a sostegno della sua innocenza. Ha evidenziato che il veicolo era fermo, con le chiavi lasciate nel quadro, ma con il motore spento, il che ha portato a concludere che non vi era un’effettiva volontà di guidare. Stava dormendo e, quindi, la sua condotta non costituiva una minaccia per la sicurezza della circolazione stradale. Questa difesa ha trovato riscontro, portando il giudice a considerare che, nonostante il tasso alcolemico rilevato, non sussisteva un reato compiuto dal guidatore nel contesto in cui si trovava.
Al termine del procedimento, la decisione del giudice è stata di assolvere l’uomo da tutte le accuse, stabilendo che il fatto non sussiste. Questa sentenza pone interrogativi su come il legislatore e le forze dell’ordine debbano approcciarsi a casi simili in futuro, affinché possano essere garantite norme che tutelino la sicurezza stradale senza penalizzare ingiustamente chi, per ragioni specifiche, non rappresenta un reale pericolo.