Il tumore al polmone continua a rappresentare una delle sfide più gravi per la sanità pubblica in Italia, con dati allarmanti sulle nuove diagnosi e un forte legame con il consumo di sigarette. Tuttavia, innovazioni significative nella cura di questa malattia stanno promettendo un miglioramento non solo nella durata della vita, ma anche nella qualità di vita dei pazienti. Silvia Novello, esperta in oncologia, illustra come i progressi in terapia molecolare e immunoterapia abbiano cambiato il panorama del trattamento. Questo articolo esplora i punti salienti del Convegno Nazionale ‘Inventing for lung’, tenutosi a Roma, e l’importanza della prevenzione.
L’innovazione nelle cure oncologiche
Le recenti innovazioni nel campo dell’oncologia stanno apportando cambiamenti significativi nella gestione del tumore al polmone. L’introduzione di farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapia ha reso possibile un cambiamento radicale nei protocolli di trattamento. Silvia Novello, responsabile dell’Oncologia Medica all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano e presidente di Walce, sottolinea che queste innovazioni non possono realizzarsi senza un adeguato finanziamento da parte del Fondo dei Farmaci Innovativi.
Queste nuove terapie stanno offrendo nuove speranze ai pazienti, ma le risorse necessarie per implementarli a livello pratico sono essenziali. Novello evidenzia come i fondi debbano essere stanziati in modo tempestivo e sufficiente, per garantire che i pazienti non dipendano esclusivamente da studi clinici durante la transizione verso il trattamento commerciale. Queste innovazioni, se supportate adeguatamente, possono fare una differenza sostanziale nelle vite dei malati, migliorando i tassi di sopravvivenza e riducendo i sintomi.
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Statistiche preoccupanti sul tumore al polmone
Nonostante i progressi nelle terapie, il tumore al polmone rimane una delle cause più comuni di morte per cancro in Italia, con circa 44.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno. Secondo Silvia Novello, c’è un legame significativo tra fumo di sigaretta e insorgenza di questa malattia, visto che l’85% dei pazienti attuali è composto da ex fumatori o fumatori attivi. Questa correlazione suggerisce che se il consumo di tabacco venisse eliminato, il numero di casi di tumore al polmone potrebbe ridursi drasticamente, trasformando la condizione in una patologia rara.
Un’altra tendenza preoccupante riguarda l’aumento dell’incidenza di questa malattia tra le donne, a fronte di una stabilità nei dati relativi alla popolazione maschile. In aggiunta, cresce anche il numero di diagnosi tra i giovani, contribuendo a un quadro preoccupante. Anche se l’età media alla diagnosi è di circa 69 anni, il fenomeno di un numero crescente di casi tra soggetti più giovani richiede un’attenzione urgente nella strategia di prevenzione e trattamento.
La rete di screening per la prevenzione
La prevenzione gioca un ruolo cruciale nella lotta contro il tumore al polmone. Da circa un anno e mezzo, è attiva una rete ministeriale dedicata alla prevenzione, la Rete Italiana Screening Polmonare . Questa iniziativa include 18 centri distribuiti sul territorio nazionale, nei quali è stato avviato un programma di prevenzione secondaria per fumatori e ex fumatori di età compresa tra 50 e 75 anni.
I partecipanti al programma ricevono una Tomografia Computerizzata spirale, un esame efficace per ridurre la mortalità associata a questa malattia. Novello sottolinea l’importanza di accompagnare questa prevenzione secondaria con un’efficace campagna di counseling per smettere di fumare. Per la prima volta, prevenzione e supporto nella cessazione del fumo sono integrati in un unico percorso, offrendo speranze concrete per ridurre il tasso di mortalità e migliorare la salute pubblica complessiva.