Trump spinge per il ritorno dei vecchi nomi di squadre sportiva americane cancellati per motivi di rispetto verso i nativi

Trump spinge per il ritorno dei vecchi nomi di squadre sportiva americane cancellati per motivi di rispetto verso i nativi

Donald Trump rilancia la controversia sui nomi storici di Washington Redskins e Cleveland Indians, minacciando blocchi infrastrutturali per spingere al ritorno ai vecchi soprannomi nonostante l’opposizione delle squadre e dei gruppi nativi americani.
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Donald Trump ha chiesto il ritorno ai vecchi nomi di squadre sportive americane considerate offensive verso i nativi americani, minacciando di bloccare progetti infrastrutturali; le franchigie di Washington e Cleveland hanno respinto la sua richiesta, difendendo i cambiamenti culturali già adottati. - Gaeta.it

Donald Trump ha riacceso la polemica sulle denominazioni di alcune squadre storiche del football e del baseball americani. Dopo il cambio dei nomi ritenuti offensivi verso le comunità dei nativi americani, il presidente usa la sua piattaforma per chiedere il ritorno ai vecchi soprannomi. Questo tema riemerge mentre Trump affronta difficoltà nei sondaggi, legate anche alla vicenda Epstein, e da questa mossa potrebbe voler ricavare consenso politico. Vediamo nel dettaglio le squadre interessate e le reazioni del mondo sportivo.

La battaglia per i washington commanders: tra opposizione ufficiale e minacce su progetti infrastrutturali

La prima squadra coinvolta è quella di Washington, attualmente chiamata Commanders. In passato era nota come Redskins, nome abbandonato nel 2020 dopo pressioni crescenti provenienti da attivisti, sponsor e gruppi di nativi americani. Il cambio è arrivato in un momento di particolare sensibilità, durante un’ondata di proteste per i diritti civili che ha investito anche lo sport. Il proprietario Dan Snyder, dopo mesi di resistenza, ha dovuto cedere, portando al nome provvisorio di “Washington Football Team” e infine a “Commanders” nel 2022.

La richiesta di trump e le minacce infrastrutturali

Donald Trump ha chiesto apertamente, tramite la sua piattaforma Truth Social, che si torni al nome Redskins. Ha accompagnato la richiesta con una minaccia: se la squadra non ripristinerà il vecchio soprannome, l’amministrazione federale si opporrà a decisioni legate a progetti infrastrutturali importanti, come il nuovo stadio previsto all’interno dell’area della capitale. Per realizzare il progetto servono autorizzazioni governative, che al momento Trump intende bloccare per esercitare pressione sulla franchigia.

Le autorità della squadra invece hanno confermato la volontà di non fare passi indietro. In questo scontro si intrecciano interessi politici, questioni di rispetto culturale e spinte economiche legate ai grandi eventi sportivi.

Il caso dei cleveland guardians: l’abbandono di chief wahoo e il legame di trump con la franchigia

I Cleveland Guardians rappresentano il secondo caso significativo. La squadra di baseball ha cambiato nome da Indians a Guardians, con il simbolo “Chief Wahoo”, una mascotte molto nota e contestata, eliminata nel 2021. Il gesto è stato visto come un passo per eliminare rappresentazioni stereotipate e offensive verso i nativi americani.

In questo frangente, Trump si è mostrato particolarmente critico. Nel corso della campagna elettorale del 2024 ha più volte descritto come un errore la scelta di abbandonare il nome Indians, indicandola come un’eccesso di political correct. Durante un comizio in Ohio ha fatto un paragone descritto come denigratorio verso il nome “Cleveland Guardians” definendo tale gruppo “responsabile di un fondo fiduciario”, intendendo probabilmente che il nome è diventato una mera formalità burocratica.

Collegamento storico di trump con i guardians

Va ricordato che Trump ha un legame con la franchigia di Cleveland che dura da oltre quaranta anni. Nel 1983 provò ad acquistarla senza successo, lasciando un retroscena importante sulle sue interazioni con il mondo dello sport professionistico in Ohio.

Le reazioni ufficiali e il clima nello sport americano sulle vecchie denominazioni

Le società di Washington e Cleveland hanno risposto con fermezza alle richieste di Trump. Chris Antonetti, presidente dei Cleveland Guardians, ha sottolineato il valore del brand attuale e la sua connessione con la città. Molti altri dirigenti sportivi ritengono che tornare indietro significherebbe ignorare le istanze di gruppi che da anni chiedono rispetto per le culture native americane.

Questa controversia si inserisce in un contesto più ampio, in cui il mondo dello sport cerca di eliminare simboli e nomi ritenuti offensivi. Le squadre hanno cambiato le mascotte e i soprannomi per rispondere alle critiche di attivisti e evitare la perdita di sponsor. Il dibattito politico sulla questione rimane acceso, specie in vista delle elezioni presidenziali, con Trump che usa questo tema per cercare appoggio da una base elettorale conservatrice.

Restano da vedere gli sviluppi nelle prossime settimane, soprattutto se le minacce di Trump sugli ostacoli ai progetti infrastrutturali si concretizzeranno in azioni amministrative o rimarranno semplici dichiarazioni di intenti. In gioco c’è anche l’immagine di squadre che cercano di lavorare in un ambiente più rispettoso delle diversità culturali.

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