Trump annuncia dazi a oltre 150 paesi e punta a 90 accordi commerciali durante la sospensione

Trump annuncia dazi a oltre 150 paesi e punta a 90 accordi commerciali durante la sospensione

Donald Trump annuncia l’invio di lettere a oltre 150 Paesi per nuovi dazi all’importazione, mentre gli Stati Uniti puntano su accordi bilaterali e rafforzano alleanze nei Paesi del Golfo amid tensioni con Europa.
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Donald Trump annuncia l’invio di lettere a oltre 150 Paesi per nuovi dazi, mentre tenta di negoziare accordi bilaterali durante una sospensione di 90 giorni sulle tariffe, in un contesto di crescenti tensioni con l’Europa e visita diplomatica nei Paesi del Golfo. - Gaeta.it

Donald Trump ha reso noto che l’amministrazione americana invierà presto lettere a più di 150 Paesi per comunicare i nuovi dazi all’importazione. Questo annuncio segue una decisione che mira a ricalibrare i rapporti commerciali degli Stati Uniti con il resto del mondo, in particolare dopo l’introduzione di una sospensione di 90 giorni su alcune tariffe. Nel frattempo, la Casa Bianca cerca di siglare numerosi accordi bilaterali per affrontare le tensioni crescenti con altri governi. Il presidente Usa ha pronunciato dichiarazioni provocatorie su Europa e politica internazionale, mentre prosegue la sua visita ufficiale nei Paesi del Golfo.

Le nuove lettere con i dettagli dei dazi e i 150 paesi coinvolti

L’amministrazione Trump ha fatto sapere che a breve saranno recapitate lettere formali a più di 150 Paesi. Questi documenti illustreranno le tariffe supplementari che gli Stati Uniti vogliono imporre per alcune merci importate. Lo scopo dichiarato è comunicare in modo chiaro quanto ogni Paese dovrà pagare per continuare a fare affari con Washington. Non si tratta di un’azione improvvisa, ma di una strategia che mette in conto la sospensione temporanea, durata 90 giorni, per negoziare possibili revisioni commerciali. Il messaggio è fermo, intende chiarire che non saranno estesi trattamenti privilegiati senza condizioni. Circa le categorie di prodotti coinvolte o le cifre precise, le autorità americane hanno mantenuto il riserbo. Il gesto tuttavia evidenzia la volontà di intervenire su larga scala e non limitarsi ai singoli scenari geopolitici.

La sospensione si focalizza su 90 accordi commerciali da negoziare

Durante la pausa di tre mesi prevista dagli Usa, si proverà a chiudere fino a 90 nuovi accordi commerciali bilaterali. Questo elemento della strategia americana vuole puntare su negoziati diretti, sebbene finora siano stati siglati solo due intese preliminari: una con la Gran Bretagna e una con la Cina. Entrambi i patti restano da definire nei dettagli operativi. La scelta di concentrarsi su accordi bilaterali ha provocato critiche, soprattutto perché appare un allontanamento dai meccanismi multilaterali tradizionali. Rappresentanti della Casa Bianca sottolineano, invece, che questo metodo permetterà di assicurare condizioni più favorevoli agli Stati Uniti. L’obiettivo è soprattutto sostenere l’industria nazionale e riequilibrare rapporti commerciali percepiti come sfavorevoli.

Le tensioni con l’europa e le dichiarazioni del presidente trump

Il clima tra Usa ed Europa non mostra segnali di distensione. Trump ha riaffermato una posizione dura, ricordando che gli Stati Uniti “hanno vinto la Seconda guerra mondiale”. Ha aggiunto che senza l’intervento americano in Europa, oggi si parlerebbe tedesco e giapponese. Queste frasi riflettono una visione di forte predominio politico e militare statunitense nella sicurezza europea, ma hanno anche inasprito i rapporti diplomatici. Dall’Europa, l’ex premier italiano Mario Draghi ha espresso preoccupazione, sottolineando che ci si sta avvicinando a un “punto di rottura”. Draghi ha spiegato che l’uso ripetuto di misure unilaterali nel commercio e la marginalizzazione dell’Organizzazione mondiale del commercio rischiano di danneggiare in modo irreversibile l’ordine economico globale fondato su regole condivise.

Il viaggio nei paesi del golfo tra diplomazia e interessi economici

Donald Trump prosegue la sua visita nelle nazioni del Golfo Persico, mirando a rafforzare alleanze strategiche. Dopo la tappa in Arabia Saudita e Qatar, il presidente è arrivato negli Emirati Arabi Uniti. Gli incontri si concentrano su accordi energetici, sicurezza regionale e collaborazioni commerciali, temi cruciali per gli equilibri della zona. Questa missione diplomatica rivela come Washington intenda mantenere un ruolo chiave nel Medio Oriente, in un contesto segnato da tensioni e competizioni tra grandi potenze. Le visite hanno anche rilevanza economica, data l’importanza delle riserve petrolifere e il crescente interesse per investimenti infrastrutturali nei Paesi del Golfo.

Ogni mossa del presidente Usa conferma l’intento di riorientare le relazioni commerciali e politiche globali. Gli sviluppi nei prossimi mesi saranno fondamentali per misurare gli effetti di queste iniziative su scala mondiale.

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