Tribunale di Roma nega la sorveglianza speciale a uomo di Itri accusato di calunnia e fuga

Tribunale di Roma nega la sorveglianza speciale a uomo di Itri accusato di calunnia e fuga

Un 50enne di Itri, già pregiudicato, evita la sorveglianza speciale dopo un episodio di fuga dalla polizia. Il tribunale respinge la richiesta evidenziando l’assenza di attualità della pericolosità sociale.
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Tribunale di Roma nega la sorveglianza speciale a uomo di Itri accusato di calunnia e fuga - Gaeta.it

Un caso che ha sollevato l’attenzione sui temi della sicurezza e delle misure cautelari. Un 50enne di Itri, già noto alle forze dell’ordine per diversi reati, si è trovato coinvolto in un episodio che ha portato alla richiesta di sorveglianza speciale. Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha deciso di respingere tale richiesta, sottolineando la mancanza di attualità della pericolosità sociale del soggetto.

Il tentativo di fuga e le accuse di calunnia

Nel giugno scorso, l’uomo fu fermato dalla polizia durante un controllo di routine a Fondi. La sorpresa degli agenti fu grande quando scoprirono che il 50enne era al volante di un veicolo senza patente, la quale risultava revocata. In un momento di panico, il pregiudicato cercò di allontanarsi dal posto di blocco, ma la donna che si trovava accanto a lui decise di intervenire disattivando il motore e consegnando le chiavi agli agenti, evitando così una fuga.

Di fronte a questa situazione, il 50enne non si fece mancare la sua reazione: iniziò a inveire contro i poliziotti, accusandoli falsamente di averlo aggredito. Per giustificare il suo comportamento, decise di contattare anche i soccorsi per essere trasportato in ospedale, presentando quindi un quadro complesso di eventi che richiese l’intervento delle autorità competenti.

In seguito, venne denunciato per diversi reati: guida con patente revocata e calunnia. Le accuse di aver subito un’aggressione da parte delle forze dell’ordine furono ritenute infondate e contribuirono a complicare ulteriormente la sua posizione giuridica.

La richiesta di sorveglianza speciale e le motivazioni

La Questura di Latina, dopo aver esaminato il caso e tenuto conto dei precedenti penali, aveva avanzato una proposta per l’applicazione della sorveglianza speciale nei confronti dell’uomo. Tale riscontro si basava sull’accumulo di reati e sull’atteggiamento ostile mostrato durante l’episodio di fuga, evidenziando un comportamento che metteva in discussione il rispetto delle norme civili.

I difensori dell’uomo, avvocati Vincenzo e Matteo Macari, hanno presentato le loro argomentazioni davanti al tribunale, facendo riferimento alla scarsa attualità della pericolosità del loro assistito. Dalla difesa è emerso che gli antecedenti penali risalgono a un periodo piuttosto lontano nel tempo, suggerendo un contesto diverso rispetto al recente evento.

La decisione del tribunale e le implicazioni

La decisione finale del Tribunale di Sorveglianza di Roma, pronunciatasi giovedì, ha rigettato la richiesta di sorveglianza speciale, evidenziando l’assenza del cosiddetto “requisito della pericolosità sociale”. Il collegio giudicante ha ritenuto che, sebbene l’uomo avesse un passato di reati, questi non risultassero sufficienti per compromettere la sicurezza pubblica in maniera attuale. La sentenza riflette una volontà di bilanciare il principio di precauzione con la necessità di una valutazione concreta della situazione attuale del soggetto.

La decisione del tribunale rappresenta un passo significativo in una questione delicata, quella dell’applicazione delle misure di prevenzione, che richiede un attento esame della situazione individuale di ciascun soggetto, in relazione ai suoi comportamenti e alla loro evoluzione nel tempo.

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