Trentino-alto adige: mutui nel secondo trimestre 2025 tra tasso fisso e variabile, dati provincia per provincia

Trentino-alto adige: mutui nel secondo trimestre 2025 tra tasso fisso e variabile, dati provincia per provincia

Nel secondo trimestre 2025 in Trentino-Alto Adige il tasso fisso domina le richieste di mutuo, con un aumento del variabile; prevalgono acquisti prima casa e surroghe, mentre emergono differenze tra Bolzano e Trento.
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Nel secondo trimestre 2025 in Trentino-Alto Adige, il tasso fisso domina le richieste di mutuo, pur con un aumento del variabile. La maggior parte dei finanziamenti riguarda la prima casa, con differenze significative tra Bolzano e Trento in termini di importi, valori immobiliari e profili dei richiedenti. - Gaeta.it

L’analisi delle richieste di mutuo in trentino-alto adige nel secondo trimestre del 2025 mostra una prevalenza netta del tasso fisso, nonostante un leggero aumento delle preferenze per il variabile. Le scelte degli abitanti riflettono una situazione di mercato ancora influenzata dalle decisioni della banca centrale europea, con segnali che iniziano a modificare comportamenti e importi richiesti. La fotografia regionale comprende anche differenze significative tra le province di bolzano e trento, che emergono nei valori immobiliari, negli importi chiesti e nel profilo anagrafico dei richiedenti.

La preferenza per il tasso fisso rimane dominante, ma il variabile guadagna terreno

Nel territorio del trentino-alto adige, il tasso fisso continua a rappresentare una sicurezza per la maggior parte dei richiedenti mutuo, con una quota che si attesta al 95,7% nel secondo trimestre del 2025. Si tratta di un lieve calo rispetto al 99,7% del trimestre precedente, indicazione che lascia intravedere un cambiamento nelle scelte finanziarie. L’effetto più recente del taglio dei tassi deciso dalla banca centrale europea non si è ancora riflesso pienamente sui dati disponibili, ma è probabile che influenzerà i prossimi mesi.

Il tasso variabile, che a inizio anno registrava solo il 0,3% delle domande di mutuo nella regione, ha visto un incremento fino al 4,0%. Questo balzo è legato al contemporaneo calo del tasso annuo nominale medio , che rende il mutuo variabile più vantaggioso almeno nel breve periodo. Il progressivo aumento delle richieste di finanziamento a tasso variabile potrebbe indicare un cambiamento nella percezione del rischio da parte dei consumatori locali, che comunque al momento preferiscono la stabilità di una rata costante piuttosto che le oscillazioni potenzialmente più favorevoli ma anche più rischiose.

Destinazioni d’uso del mutuo in trentino-alto adige, primi acquisti e surroghe al centro delle richieste

Nel secondo trimestre del 2025, più della metà delle richieste di mutuo nella regione sono state impiegate per acquistare la prima casa, rappresentando il 55,3% del totale. L’acquisto della prima abitazione resta quindi l’obiettivo principale per i mutuatari, a conferma di una domanda immobiliare sostenuta in questo segmento. A seguire si posizionano le surroghe, con un peso significativo del 33,8%. La possibilità di trasferire un mutuo da un istituto a un altro continua ad esercitare un forte potere attrattivo, soprattutto in un contesto dove le condizioni economiche cambiano velocemente e gli utenti cercano di migliorare le proprie condizioni di finanziamento.

Le altre finalità di finanziamento coprono percentuali minori: l’acquisto della seconda casa rappresenta il 7,3% delle richieste, mentre la ristrutturazione si ferma al 2,8%, e il consolidamento dei debiti al 0,8%. Questi dati mostrano come il mercato dei mutui in trentino-alto adige sia concentrato soprattutto sull’acquisto abitativo, con una certa attenzione anche all’ottimizzazione delle condizioni di finanziamento già in atto, lasciando poco spazio a finalità più specifiche e occasionali.

Importi, valori immobiliari e durata media dei mutui: cenni di riflessione sul mercato locale

Analizzando l’andamento degli importi medi richiesti, emerge una leggera flessione nel secondo trimestre 2025 rispetto ai primi tre mesi dell’anno. L’importo medio è sceso da 184.500 euro a 178.800 euro, mentre il valore medio degli immobili ipotecati è passato da 311.600 a 304.200 euro. Questi dati certificano una fase di rallentamento nei numeri assoluti considerati dagli acquirenti, forse legata sia all’andamento del mercato immobiliare sia alle scelte di finanziamento più selettive da parte dei richiedenti.

Anche la durata media dei mutui richiesti si è leggermente ridotta, passando dai 24 anni e 4 mesi del primo trimestre ai 23 anni e 11 mesi del secondo. La riduzione di circa cinque mesi indica una possibile preferenza per piani di rimborso meno lunghi, probabilmente dovuta a riflessioni sui costi totali del mutuo in un contesto dove i tassi d’interesse restano sotto osservazione. L’età media dei mutuatari si mantiene stabile sui 39 anni e 2 mesi, segnalando che la fascia anagrafica più attiva nell’accesso al credito è abbastanza definita e costante.

Differenze tra bolzano e trento: dai valori immobiliari agli importi richiesti e l’età dei mutuatari

Nei dati territoriali emergono differenze marcate tra le province di bolzano e trento. A bolzano gli immobili hanno un valore medio più alto, con cifre che superano i 363.300 euro nel secondo trimestre 2025. Anche l’importo medio richiesto per un mutuo è più elevato, aggirandosi intorno ai 201.016 euro. Questo potrebbe riflettere una maggiore rilevanza del mercato immobiliare di fascia alta, oppure una diversa struttura economica e sociale. Inoltre, qui la durata media dei mutui è più breve rispetto al resto della regione, fissata a 23 anni e 2 mesi.

L’età media dei richiedenti mutuo a bolzano è più bassa: 38 anni e 8 mesi contro i 39 anni e 9 mesi di trento. Questo indica un coinvolgimento del pubblico più giovane nel mercato del credito, forse legato a dinamiche locali o a condizioni economiche specifiche. A trento, invece, prevalgono importi richiesti più contenuti , insieme a immobili dal valore medio più basso . La durata media dei mutui qui si estende a 24 anni, mentre l’età media dei mutuatari sale leggermente. Questi dati delineano una realtà economica diversa, con potenziali ripercussioni sulle strategie bancarie e sulle politiche abitative locali.

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