Tre arresti a Civitavecchia per estorsione, incendi e atti persecutori: ecco quanto accaduto

Tre arresti a Civitavecchia per estorsione, incendi e atti persecutori: ecco quanto accaduto

Il 22 gennaio 2025, tre giovani sono stati arrestati a Civitavecchia per danneggiamento, estorsione e atti persecutori legati a un debito di droga, interrompendo una potenziale escalation di violenza.
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Tre arresti a Civitavecchia per estorsione, incendi e atti persecutori: ecco quanto accaduto - Gaeta.it

Il 22 gennaio 2025, un’operazione congiunta tra il Commissariato di Polizia di Stato e i Carabinieri della Stazione di Civitavecchia ha portato all’arresto di tre giovani indiziati di gravi reati, tra cui danneggiamento seguito da incendio, estorsione e atti persecutori. Gli arrestati sono ritenuti coinvolti in atti criminosi risalenti al 24 ottobre 2024, legati a un debito di droga contrattato da altri due ragazzi, un italiano e un romeno.

Le indagini e gli atti criminali

Il gruppo di indagati è coinvolto in episodi violenti che si sono registrati nella città di Civitavecchia. Nella notte del 24 ottobre 2024, gli arrestati avrebbero dato fuoco a tre automobili parcheggiate su pubblica via, colpendo poi i portoni di ingresso di due abitazioni. Lo scopo di tali atti non era banale, ma si collocava nel contesto di una ritorsione per un debito di sostanze stupefacenti. Questo chiarisce come il loro comportamento potesse essere visto come una forma di pressione nei confronti dei debitori.

Le indagini effettuate hanno fornito elementi indiziari significativi, puntando a una strategia ben pianificata da parte degli arrestati. Questi ultimi, infatti, sembrano aver agito in modo coordinato, facendo leva sull’intimidazione e sull’uso della violenza per riscuotere un debito. A conferma della loro complicità, è stata analizzata l’attività comunicativa intercorso tra loro e raccogliendo dati dai filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona.

Il ruolo di un presunto mandante

Un particolare in merito all’operazione di polizia ha messo in luce il ruolo di una terza persona, considerata mandante. Attualmente agli arresti domiciliari, secondo le indagini, il mandante avrebbe impartito istruzioni precise agli esecutori, incitandoli a compiere violenze e a documentare gli atti con filmati. Questo approccio rivelerebbe un ulteriore livello di organizzazione, suggerendo che non si sia trattato di atti impulsivi, ma di un piano concepito per raggiungere specifici obiettivi.

La dettagliata analisi condotta sulla natura degli incendi ha rivelato che queste azioni non erano casuali. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli incendi erano stati finalizzati a nascondere i veri obiettivi degli atti vandalici, proiettando il rischio su veicoli a caso per confondere le forze dell’ordine e ritardare l’identificazione dei reali destinatari delle minacce e delle violenze.

Risultati dell’operazione e fase legale attuale

Grazie alla stretta collaborazione tra le forze dell’ordine e alla guida della Procura della Repubblica di Civitavecchia, guidato dal dott. Alberto Liguori e dal Sostituto Procuratore dott. Roberto Savelli, l’indagine ha portato a rapidi risultati. In questo modo, è stato possibile interrompere sul nascere una potenziale escalation di violenza e attività estorsive.

Dopo gli arresti, gli indagati sono stati trasferiti nella locale casa circondariale, ma è importante sottolineare che, essendo il procedimento penale nella fase preliminare, devono essere considerati innocenti fino a un eventuale pronunciamento di condanna definitiva. Questa affermazione è fondamentale nel garantire la giusta tutela dei diritti individuali e rispettare il principio di presunzione di innocenza, un pilastro del nostro ordinamento giuridico.

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