Terapia genetica con crispr: primo trattamento su un neonato con malattia metabolica rara negli stati uniti

Terapia genetica con crispr: primo trattamento su un neonato con malattia metabolica rara negli stati uniti

Un neonato con deficit enzimatico grave è il primo al mondo a ricevere una terapia di editing genetico Crispr personalizzata, sviluppata dal Children’s Hospital di Philadelphia e pubblicata sul New England Journal of Medicine.
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Nel 2025, un neonato con una rara malattia metabolica è stato il primo paziente al mondo a ricevere una terapia di editing genetico personalizzata con Crispr, mostrando risultati promettenti e senza gravi effetti collaterali. - Gaeta.it

Un neonato affetto da una rara malattia metabolica è stato il primo paziente al mondo a ricevere una terapia di editing genetico personalizzata, basata sulla tecnologia Crispr. Il trattamento, effettuato nel 2025, ha mostrato risultati preliminari incoraggianti senza provocare effetti collaterali gravi. Questo intervento apre nuove strade nella cura di malattie genetiche ritenute finora difficili da affrontare. Lo studio, firmato da un team del Children’s Hospital di Philadelphia e della Penn Medicine, è pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Il caso di kj: un neonato con deficit enzimatico grave

Kj è un bambino nato con un deficit dell’enzima carbamil fosfato sintetasi 1 , una condizione metabolica molto rara. Questa carenza ha causato un accumulo pericoloso di ammoniaca nel suo sangue, che può danneggiare in modo irreversibile il cervello e altri organi vitali. La malattia di Kj rappresenta un’emergenza medica, visto che livelli elevati di ammoniaca diventano tossici rapidamente. Il trattamento standard in questi casi è il trapianto di fegato, operazione riservata a pazienti con condizioni stabili e un’età adeguata per affrontare un procedimento così invasivo. Kj, neonato e molto piccolo, non poteva accedere a questa soluzione.

Subito dopo la nascita, i medici hanno identificato la variante genetica responsabile del suo difetto enzimatico. Questa diagnosi precoce ha permesso di pensare a un intervento mirato e personalizzato sulle cellule epatiche di Kj. La situazione delicata del piccolo ha spinto i ricercatori a cercare alternative meno invasive rispetto al trapianto per offrire speranze di guarigione.

Sviluppo e somministrazione della terapia crispr personalizzata

Il team del Children’s Hospital di Philadelphia ha ideato e sviluppato una terapia basata sull’editing del gene CPS1, adattandola alla mutazione specifica di Kj in poche settimane. Il modo scelto per somministrare la terapia è stato attraverso nanoparticelle lipidiche in grado di raggiungere e modificare selettivamente le cellule del fegato. Questa somministrazione si è svolta in tre infusioni distanziate tra febbraio e aprile 2025.

La tecnologia Crispr ha consentito di intervenire direttamente sul gene difettoso, cercando di correggerlo e ristabilire la produzione di enzima funzionale. È importante sottolineare che questa procedura riguarda un unico paziente, quindi è un esempio unico di medicina personalizzata nel campo delle malattie metaboliche ereditarie. Le dosi sono state somministrate in modo sequenziale per monitorare la sicurezza e l’efficacia progressiva del trattamento.

In questa fase, Kj ha mostrato segni di miglioramento, con una riduzione della tossicità ematica dovuta all’ammoniaca senza mostrare effetti collaterali gravi. Il decorso clinico rimane sotto stretto osservazione per valutare a lungo termine la sostenibilità della terapia e tenere sotto controllo eventuali complicazioni.

Implicazioni future della terapia genetica per malattie metaboliche rare

L’esperienza con Kj rappresenta un passo importante per la medicina genetica. I malati con difetti enzimatici di questo tipo spesso hanno poche opzioni terapeutiche e si affidano a procedure invasive come il trapianto o trattamenti sintomatici. Con l’editing genetico si apre la possibilità di correggere direttamente la causa alla base della malattia, aumentando le chance di stabilità e guarigione.

Lavorare su un piccolo paziente ha richiesto di adattare rapidamente la terapia alle sue caratteristiche genetiche, un approccio che potrà essere replicato su altre malattie rare con mutazioni definite. La pubblicazione dello studio su una testata scientifica autorevole come il New England Journal of Medicine è un segnale della rilevanza di questa scoperta per la comunità scientifica.

Resta da vedere come verranno gestiti nel tempo i potenziali effetti a lungo termine e se la terapia potrà diventare uno standard per altri neonati e bambini con malattie metaboliche simili. Intanto, il trattamento su Kj getta le basi per nuovi protocolli terapeutici basati sull’intervento genetico diretto, limitando i rischi di procedure più invasive e aprendo spazi a cure più mirate e meno rischiose.

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