L’uscita di “Tarab” segna un evento importante per chi segue la musica italiana e la carriera di Mia Martini. L’album raccoglie brani inediti e versioni alternative di canzoni conosciute, in una produzione pensata per rendere omaggio alla cantante scomparsa nel 1995. Il progetto comprende registrazioni risalenti agli anni Ottanta e Novanta, alcune portate alla luce dopo decenni, con arrangiamenti nuovi e una produzione digitale curata da Maurizio Piccoli. Questa raccolta arricchisce il patrimonio artistico di Mimì, offrendo uno sguardo inedito sulla sua voce e sul suo modo di cantare.
I brani inediti e le reinterpretazioni storiche contenute in tarab
L’album “Tarab” presenta diverse tracce mai pubblicate ufficialmente prima d’ora, come “Tarab “, un pezzo composto tra fine anni Ottanta e inizio Novanta interamente basato su vocalizzi senza parole. Tra le rarità spicca anche “Madre e figlia“, datato 1982, con testo scritto da Mia Martini e musica affidata a Guido Guglielminetti. Da segnalare la versione originale di “Il fiume dei profumi“, registrata addirittura nell’autunno del 1991 nello studio casalingo di Biagio Antonacci, inserita poi in forma rivista nel disco “Lacrime” del 1992.
Nuove versioni e provini della carriera di mimì
“Il pescatore” di Fabrizio De André compare in una versione registrata dal vivo, già nota nel 1983 nella raccolta “Miei compagni di viaggio“, ma rivista negli anni Novanta con un cantato e arrangiamenti del tutto nuovi. “Almeno tu nell’universo” rappresenta invece uno dei momenti chiave della carriera di Mimì. Questo brano, scritto da Bruno Lauzi su musica di Maurizio Fabrizio, fu quello che le permise di tornare sulla scena dopo un periodo di pausa. Nel disco si trova il provino originale presentato al festival di Sanremo del 1989, con un’interpretazione rara e più intima di quello che poi divenne un successo.
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Queste registrazioni documentano sia la ricerca timbrica che la capacità interpretativa della cantante, mettendo in luce sfumature che non erano mai state valorizzate prima. Le tracce mostrano volontà di riproporre Mimì in modo autentico, mettendo in risalto la sua voce in contesti sonori costruiti attorno a lei con cura, modernità ma rispetto.
Il valore simbolico del titolo e il significato di tarab
Il titolo dell’album, “Tarab“, trae origine da un termine arabo che indica uno stato emotivo particolare legato alla musica. Letteralmente vuol dire “agitarsi“, “danzare” o “trarsi via dal mondo col suono“. Questa parola ha un significato complesso e non si traduce facilmente in una sola parola nelle lingue straniere. Deve esser descritta con più espressioni, perché racchiude l’idea del piacere intenso e coinvolgente che può portare la musica sull’anima e sul corpo.
Scegliere questo titolo per l’album è una scelta che riflette l’intento di far rivivere l’esperienza estetica e sensoriale del canto di Mia Martini. Il progetto non vuole solo accumulare materiale audio ma trasmettere una sensazione, un soffio d’anima che riesce ad attraversare il tempo. La musica di Mimì, spesso capace di toccare profondamente chi ascolta, trova in “Tarab” un nome che racconta parte della sua forza più intima.
Il rilancio di un concetto così radicato nel sentimento universale, ma difficile da descrivere, dice anche della volontà di andare oltre la mera riproposizione. La parola richiama l’idea di un viaggio emozionale, quel moto che arricchisce l’ascolto e rende ogni nota più viva, soprattutto se portata da una voce come quella di Mia Martini.
La genesi del progetto e l’approccio alla produzione digitale
L’idea di questo omaggio è nata a inizio 2024 con l’obiettivo di commemorare i trent’anni dalla morte di Mia Martini, avvenuta il 12 maggio 1995. Alla base del lavoro ci sono registrazioni oggi rare, fatte negli studi, durante prove o su audiocassette e DAT. Maurizio Piccoli, curatore e produttore artistico dell’album, ha spiegato come abbia lavorato per estrarre solo la voce dall’archivio sonoro preservando ogni dettaglio espressivo.
Digitalizzazione e modernizzazione nel rispetto della voce di mimì
Il metodo ha avuto due strade: da un lato l’uso esclusivo della voce nelle tracce inedite o nei provini; dall’altro la costruzione di nuovi arrangiamenti, creati per accompagnare la voce con sonorità attuali, pur mantenendo la coerenza con l’anima originale dei brani. Questo sistema ha richiesto un lavoro preciso e continuo sui dettagli per far dialogare passato e presente, senza alterare la personalità della cantante.
L’intervento di Franco Canuto, esperto conoscitore di Mia Martini, ha garantito un supporto prezioso nelle scelte di produzione e nella selezione dei materiali. A quel punto il disco ha preso forma come una sorta di incontro quotidiano con una voce tanto amata, ricca di sfumature. Questo progetto include quasi quaranta tracce, un patrimonio ampio e variegato, capace di mostrare diverse sfaccettature di un’artista conosciuta soprattutto per l’intensità emotiva.
Il fiume dei profumi: un viaggio nella registrazione domestica con biagio antonacci
Una conferma della ricchezza del materiale presente in “Tarab” si trova in quella che è la versione originale de “Il fiume dei profumi“. La prima registrazione risale all’inverno 1991 ed è stata realizzata nella casa di Biagio Antonacci a Rozzano, via Fiordalisi. Il cantante e compositore, allora ancora agli inizi della carriera, accompagnò Mia Martini al pianoforte su tastiera Yamaha DX7.
Questa prova, rimasta inedita fino ad oggi, consente di ascoltare il brano in una veste molto diversa da quella pubblicata nel 1992 nell’album “Lacrime“, dove Antonacci aveva curato anche arrangiamento e produzione. Nella versione originale si percepisce un’intimità unica, fatta di dialogo diretto ed essenziale tra voce e tastiera. L’ascoltatore si trova immerso in un momento sospeso, quasi come fosse nella stanza durante la registrazione.
Per l’album è stato prodotto anche un videoclip dedicato a questo brano, realizzato da Giuseppe Coviello che ha curato anche l’artwork del disco. Il corto mostra graficamente alcuni elementi che richiamano la storia di questo incontro artistico e celebra la vicinanza tra le due voci, giovane e già famosa.
Questa traccia rappresenta un esempio efficace di come il progetto voglia prendere per mano l’ascoltatore e accompagnarlo attraverso momenti inediti o quasi, offrendo una freschezza che manca in molte rilavorazioni postume.
La valorizzazione delle sfumature vocali di mia martini
Già da tempo la voce di Mia Martini è considerata una delle più suggestive e particolari della musica italiana. “Tarab” vuole mettere a fuoco proprio questo aspetto, dando risalto agli elementi vocali che si perdono nelle produzioni più elaborate o nelle interpretazioni live usuali. Le registrazioni scelte spesso mostrano Mimì nel momento più puro, senza strumenti o con accompagnamenti disegnati su misura.
Così emergono timbri, inflessioni e leggerezze che il pubblico non aveva mai davvero potuto apprezzare. In alcune canzoni, come nel provino di “Almeno tu nell’universo“, la voce possiede una fragilità espressiva nuova che la rende quasi confidenziale. In altre, come “Madre e figlia“, la parola si mescola al canto per raccontare atmosfere oscure o intense.
Il lavoro di editing di Piccoli e Canuto si è focalizzato su questo dettaglio, cercando di rispettare ogni particolare tonale e ogni respiro. Non si è trattato di rifare il passato ma di restituirlo in una luce diversa, più vicina a come una voce si potrebbe sentire accanto, senza la distanza tipica dei grandi studi o delle produzioni commerciali.
Nei brani inediti si sente un’energia più contenuta ma anche più autentica. L’affetto e la cura nel riportare queste esecuzioni sono evidenti e creano un legame diretto tra Mimì e chi ascolta.
La pubblicazione di “Tarab” apre nuove porte per scoprire ancora oggi la grandezza di Mia Martini, attraverso voci e registrazioni che documentano la sua arte lontano dal clamore dei palcoscenici tradizionali. Un’opportunità per esperti e appassionati di riavvicinarsi a ogni nota e a ogni soffio che quella voce ha lasciato dietro di sé.