La sentenza del tribunale amministrativo regionale ha dichiarato illegittima la proroga delle cosiddette “zone rosse” istituite nel comune di Napoli. Questi provvedimenti erano stati predisposti dalla prefettura per contenere attività illecite e degrado in alcune aree della città. La prefettura ha già annunciato il ricorso al Consiglio di Stato per ribaltare la decisione.
Natura e obiettivi delle zone rosse a napoli
La prefettura di Napoli aveva istituito le “zone rosse” in quartieri caratterizzati da problemi di ordine pubblico e degrado sociale. In queste aree, l’accesso era soggetto a limitazioni specifiche, con l’intento di allontanare persone identificate come moleste o dedite ad attività criminali. I provvedimenti volevano garantire la sicurezza urbana senza compromettere eccessivamente le libertà individuali, bilanciando la necessità di mantenere l’ordine pubblico con il diritto alla circolazione. Le limitazioni, secondo la prefettura, sono state pensate in modo proporzionato, per causare il minor danno possibile agli interessi della comunità.
L’istituzione delle zone rosse aveva dunque una doppia finalità: da un lato, prevenire situazioni di degrado e criminalità; dall’altro, tutelare cittadini e attività economiche regolari presenti in quei distretti. Secondo la prefettura, questi interventi hanno rappresentato uno strumento per migliorare la vivibilità dei quartieri più esposti a fenomeni di illegalità, consentendo un maggiore controllo sul territorio.
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Motivazioni della bocciatura da parte del tar
Il tribunale amministrativo regionale ha annullato la proroga concessa dalla prefettura perché riteneva che l’estensione del regime di “zone rosse” non rispondesse completamente ai criteri di proporzionalità e di corretto bilanciamento tra sicurezza e diritti civili. Nel suo giudizio, il tar ha messo in discussione la legittimità delle limitazioni imposte, osservando che esse potevano ledere in maniera eccessiva la libera circolazione dei cittadini.
A sostegno della sentenza, il tribunale ha evidenziato come le aree coinvolte non fossero sufficientemente circoscritte o circoscrivibili in termini di effettiva incidenza delle attività illecite. La decisione punta quindi a evitare che strumenti di controllo pubblico finiscano per estendersi oltre il necessario, con ripercussioni negative su chi vive o lavora in quelle zone senza alcun coinvolgimento nelle problematiche di sicurezza.
Il ricorso della prefettura al consiglio di stato
Di fronte alla decisione del tar, la prefettura ha comunicato che presenterà immediatamente ricorso al Consiglio di Stato, auspicando una revisione della sentenza. L’ente ribadisce che i provvedimenti sulle zone rosse nascono dall’esigenza di garantire condizioni di sicurezza in contesti urbani compromessi da fenomeni di illegalità e degrado.
Contenuti del ricorso e obiettivi
Nel ricorso, la prefettura analizzerà i motivi della bocciatura e cercherà di dimostrare come le restrizioni siano state adottate con equilibrio, rispettando le esigenze di tutela dei diritti individuali senza rinunciare a controlli efficaci. L’obiettivo è ristabilire il regime di limitazioni per consentire un maggior controllo del territorio e il contrasto delle situazioni a rischio.
L’esito del ricorso sarà decisivo per la continuità di queste misure nel capoluogo campano e per il modo con cui l’amministrazione pubblica potrà affrontare il delicato rapporto tra sicurezza e libertà di circolazione nei quartieri più difficili.
“I provvedimenti sulle zone rosse nascono dall’esigenza di garantire condizioni di sicurezza in contesti urbani compromessi da fenomeni di illegalità e degrado,” ha sottolineato la prefettura.