Negli ultimi tempi, l’attenzione degli astronomi si è focalizzata su Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio situato al centro della Via Lattea. Sebbene non si manifesti con l’intensa attività che caratterizza altri buchi neri, nuove ricerche hanno portato alla luce fluttuazioni insolite nei flussi di raggi gamma provenienti da questo oggetto misterioso. Queste variazioni, che seguono un ritmo regolare, potrebbero celare importanti dettagli sulla sua complessa struttura e sul materiale che lo circonda.
La natura di Sgr A* e le sue peculiaritÃ
Sagittarius A non è tra i buchi neri più intensi osservati, dato che sembra essere relativamente tranquillo. Non sta inghiottendo materiali in grandi quantità e non emette enormi getti di plasma. Tuttavia, questo non significa che sia privo di attività . Al contrario, Sgr A offre un esempio affascinante di come anche i buchi neri apparentemente “pacifici” possano presentare fenomeni unici.
Ogni 76 minuti, il segnale di raggi gamma di Sgr A fluttua in maniera regolare. Questa periodicità è stata confrontata con le emissioni radio e di raggi X del buco nero, suggerendo un movimento orbitale di un oggetto che gira attorno a Sgr A. La scoperta ha suscitato l’interesse degli scienziati, che hanno iniziato a esplorare le implicazioni di queste fluttuazioni sul funzionamento di questo gigantesco e misterioso oggetto celeste.
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Emissioni dal cuore della galassia
I buchi neri sono noti per non emettere radiazioni direttamente visibili. Si presentano come zone oscure all’interno dello spazio, invisibili ai telescopi che captano principalmente la luce. Tuttavia, l’area circumvallante un buco nero è un altro discorso. Nel suo ambiente gravitazionale estremo, diverse lunghezze d’onda di luce possono emergere, e la loro intensità può variare considerevolmente. Gli astronomi hanno scoperto un interessante schema di emissione nella luce proveniente da Sgr A*.
Il telescopio spaziale a raggi gamma Fermi ha fornito dati cruciali. Dopo aver analizzato le osservazioni effettuate nel corso del secondo semestre del 2022, i ricercatori hanno cominciato a notare contrasti interessanti e segnale a periodicità , confermando che le onde radio fluttuano su una scala temporale di circa 70 minuti. Inoltre, precedenti studi avevano già evidenziato una periodicità di 149 minuti per le emissioni di raggi X, suggerendo che potrebbero esserci interconnessioni tra questi fenomeni.
I risultati delle analisi e la teoria orbitale
Le analisi successive hanno rivelato che, ogni 76,32 minuti, Sgr A* emette brillamenti di radiazione gamma. Questa periodicità è affine a quella delle emissioni radio, suggerendo l’esistenza di una causa comune per entrambi i fenomeni. Il dato sulle emissioni di raggi X, che presenta una periodicità di 149 minuti, sembra rappresentare un’armonica di quella relativa ai raggi gamma e alle onde radio.
Nonostante il buco nero stesso non emetta radiazioni, la regolarità e la ripetitività di queste emissioni indicano la presenza di un corpo orbitale. I ricercatori ipotizzano che potrebbe trattarsi di una massa di gas caldo, mantenuta insieme da un intenso campo magnetico. Durante il suo movimento, questo gas potrebbe generare radiazioni, portando a brillamenti di energia quando si scalda e a emissioni più brillanti in altre lunghezze d’onda quando si raffredda.
Prospettive future e chiusura delle osservazioni
Mentre l’analisi ha fornito spunti interessanti, restano molte questioni aperte. Lo studio di Sgr A è noto per la sua complessità , e ulteriori osservazioni rappresentano un passo importante per svelare i misteri che circondano questo buco nero. I dati attuali indicano un oggetto massivo che orbita attorno a Sgr A, simile a Mercurio nel suo moto attorno al Sole, ed è in grado di muoversi a circa il 30% della velocità della luce.
Per ottenere una comprensione più completa di questi fenomeni galattici, sono necessarie ulteriori indagini attraverso vari strumenti e lunghezze d’onda. La continua esplorazione e analisi dell’interazione tra Sagittarius A* e il materiale circostante sono essenziali per espandere le conoscenze sui buchi neri e le loro dinamiche peculiari nel contesto della nostra galassia.