Il 18 aprile 2025 è partito un nuovo programma sportivo presso la casa circondariale di Marino del Tronto ad Ascoli Piceno. L’iniziativa si propone di coinvolgere i detenuti in attività sportive e formative, con l’obiettivo di favorire la loro reintegrazione sociale. L’intervento fa parte di un’azione nazionale promossa dal ministro per lo sport e i giovani e mira a utilizzare lo sport come strumento di educazione e inclusione nelle carceri italiane.
I partner coinvolti e la collaborazione territoriale
L’organizzazione del progetto è affidata al Comitato territoriale CSI Ascoli Piceno APS, realtà attiva nel promuovere attività sportive amatoriali e sociali. Al fianco del CSI operano diverse associazioni del territorio, tra cui U.S. Acli Comitato provinciale di Ascoli Piceno, U.S. Acli Nicola Tritella, Associazione Delta ODV e Associazione Amici OPG ODV. Questa collaborazione evidenzia un coordinamento tra enti che lavorano per finalità comuni, valorizzando la sinergia tra sport e inclusione sociale.
Ognuno di questi partner contribuisce in modo specifico, fornendo risorse, competenze e supporto logistico. L’impegno congiunto rende possibile avviare attività regolari e momenti di riflessione, gestiti in maniera coerente con il contesto penitenziario. La presenza di realtà associative locali assicura anche un collegamento con il tessuto sociale esterno, importante per ipotizzare un reale percorso di reinserimento.
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Il ruolo dello sport nel percorso di reinserimento sociale
L’attività sportiva svolta in carcere viene accolta come un mezzo per favorire il cambiamento e la crescita personale. Le discipline proposte permettono di migliorare la resistenza fisica ma anche di allenare concentrazione e strategia, aspetti essenziali per facilitare comportamenti responsabili e cooperativi. Questo approccio aiuta i detenuti a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, utile nella preparazione all’uscita e alla vita fuori dalla detenzione.
Oltre alla pratica, il progetto prevede momenti educativi e palestra la possibilità di esprimere valori come il rispetto, la disciplina e il lavoro in team. Questi incontri sono pensati per contribuire alla formazione di una nuova identità sociale, aiutando a prevenire il rischio di recidiva. L’ambiente sportivo diventa così un luogo in cui costruire legami positivi e sperimentare dinamiche di gruppo alternative a quelle della detenzione.
Il progetto sport di tutti – carceri 2024: obiettivi e contesto
“Sport di Tutti – Carceri 2024” nasce per offrire ai detenuti occasioni di partecipazione a diverse discipline come calcio, scacchi, tennis tavolo e ginnastica della mente. Queste attività sono pensate per stimolare sia il corpo sia la mente, integrandosi in un percorso formativo e riabilitativo che accompagna la vita carceraria. L’iniziativa vuole superare le barriere che isolano i reclusi, creando momenti di socializzazione e confronto tra loro.
Il progetto si inserisce in un programma più vasto portato avanti dal dipartimento per lo sport, in collaborazione con Sport e Salute Spa. L’obiettivo è diffondere la pratica sportiva come leva per promuovere la salute e il benessere psico-fisico nelle strutture penitenziarie italiane. Per farlo, si punta su una rete di enti locali e associazioni che sostengono l’iniziativa e garantiscono un’esperienza strutturata ai partecipanti.
Durata del progetto e attività previste
L’iniziativa “Sport di Tutti – Carceri 2024” avrà una durata complessiva di 18 mesi. Durante questo periodo non si svolgeranno solo attività sportive, ma anche momenti dedicati a formazione e confronto. Tra questi, la tavola rotonda intitolata “I valori educativi dello sport” permetterà a operatori e partecipanti di discutere i benefici e le sfide della pratica sportiva in carcere.
Sono previsti anche interventi formativi per migliorare le competenze individuali e collettive, oltre alla distribuzione di materiale sportivo necessario per lo svolgimento delle attività. L’esperienza riuscirà così a coprire diversi aspetti della vita detentiva, mettendo lo sport al centro di un progetto di inclusione che coinvolge corpo e mente, individualità e gruppo.
Il legame con i protocolli del dipartimento amministrazione penitenziaria
Il progetto si inserisce all’interno di protocolli d’intesa firmati con il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e con quello per la giustizia minorile e di comunità. Questi accordi sottolineano l’interesse delle istituzioni a utilizzare lo sport come strumento di inclusione e prevenzione. La collaborazione formale assicura che tali iniziative rispettino le regole del sistema penale e siano integrate nelle politiche di recupero.
Attraverso il coordinamento con le autorità penitenziarie, il progetto si pone come parte integrante di un percorso più ampio di riabilitazione. Ciò permette di coinvolgere operatori qualificati e di garantire condizioni adeguate per l’attività sportiva. Inoltre, il sostegno istituzionale facilita la diffusione di buone pratiche in altre realtà carcerarie, allargando la portata dell’esperienza positiva.
Il progetto avviato ad Ascoli Piceno dimostra come lo sport possa svolgere una funzione concreta dentro la detenzione, non solo come occasione di svago, ma come elemento di cambiamento. Gli sviluppi nei prossimi mesi saranno essenziali per valutare l’impatto di queste attività e il contributo che danno al processo di reinserimento sociale.