Nel 2021, la spesa sanitaria per la prevenzione in Italia ha raggiunto la cifra di 7,19 miliardi di euro, dimostrando un incremento rispetto agli anni precedenti: 6,25 miliardi nel 2020 e 5,55 miliardi nel 2019. Questo importo equivale a circa 121,4 euro pro capite, evidenziando l’importanza della salute pubblica e delle politiche preventive nel paese. Tuttavia, vi è una notevole variabilità a livello regionale per quanto riguarda le spese e le politiche di allocazione dei fondi destinati alla prevenzione. Secondo il III Rapporto civico sulla salute redatto da Cittadinanzattiva, ben 16 regioni italiane hanno speso una parte significativa della loro spesa in prevenzione, in particolare per le attività di prevenzione e controllo delle malattie infettive, inclusi i programmi vaccinali. Tra queste, il Friuli Venezia Giulia si fa notare per il suo consumo, arrivando a destinare il 59,3% della sua spesa totale alla prevenzione.
Eterogeneità nelle politiche sanitarie regionali
Un’analisi approfondita delle politiche sanitarie mette in luce l’eterogeneità della spesa per prevenzione tra le diverse regioni italiane. Ognuna di esse adotta approcci distintivi che riflettono le priorità locali e le necessità specifiche della popolazione. Nel caso del Friuli Venezia Giulia, emerge un dato interessante: è tra le 12 regioni italiane che nel 2022 ha scelto di gestire le prenotazioni esclusivamente attraverso l’agenda del sistema CUP. Questo sistema ha dimostrato la sua efficacia sia nell’organizzare le campagne di screening, in particolare per la fascia di età tra i 50 e i 69 anni, sia nell’incrementare la risposta della popolazione rispetto a queste iniziative.
Nel 2023, il Friuli Venezia Giulia si colloca al terzo posto in Italia con una percentuale di adesione pari al 52,4%, seguendo solo il Veneto con il 64,2% e la Valle d’Aosta con il 63,5%. Questi dati indicano un buon livello di partecipazione ai programmi di screening colorettale, strumento cruciale nella prevenzione dei tumori. Inoltre, il Friuli Venezia Giulia si distingue come una delle 15 regioni che realizzano screening neonatali estesi, un altro aspetto fondamentale per garantire salute ai più piccoli e prevenire potenziali patologie.
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Tuttavia, nonostante questi progressi, persistono delle criticità nel sistema sanitario regionale, in particolare per quanto riguarda i tempi di attesa nei pronto soccorso.
Tempi di attesa e interventi chirurgici: Un rapporto critico
Il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia presenta sfide significative riguardo ai tempi di attesa al pronto soccorso. Secondo i dati forniti da Agenas, i cittadini registrano mediamente un tempo d’attesa di 111 minuti per i codici bianchi e di 147 minuti per i codici verdi. Questo è un aspetto preoccupante, dal momento che la regione segna tempi di attesa maggiori nel caso dei codici bianchi, con una media di 128 minuti, ponendola in una posizione critica rispetto ad altre regioni.
Parallelamente ai problemi di attesa, anche gli interventi chirurgici per il tumore alla prostata e per il tumore al seno evidenziano risultati insoddisfacenti. La regione si distingue per il numero di interventi in classe A sul totale degli interventi complessivi e per i tempi di attesa, posizionandosi nelle ultime posizioni in classifica assieme a Basilicata, Sardegna e Abruzzo. Questi elementi sollevano interrogativi sulla qualità e sull’efficienza dei servizi sanitari, suggerendo la necessità di interventi mirati per migliorare i processi di cura.
In considerazione di queste evidenze, è chiaro che il Friuli Venezia Giulia ha raggiunto traguardi significativi nella prevenzione e nel miglioramento della salute pubblica, ma deve affrontare anche le criticità legate ai tempi di attesa e alla disponibilità di interventi chirurgici, per garantire un’assistenza sanitaria di qualità per tutti i cittadini.