La recente decisione del Consiglio di Stato ha segnato la chiusura di una lunga controversia legale riguardante l’obbligo di indossare il casco per i conducenti di monopattini elettrici a Firenze. Dopo l’emanazione di un’ordinanza nel 2020 da parte del Comune, che imponeva il casco a tutti gli utilizzatori maggiorenni, il provvedimento è stato annullato, stabilendo che tale obbligo non potesse essere imposto da amministrazioni comunali. L’analisi delle normative e delle motivazioni che hanno portato a questa conclusione offre uno spaccato significativo sulla gestione della sicurezza stradale nei centri urbani.
L’iter dell’obbligo di casco a Firenze
Nel dicembre 2020, il Comune di Firenze, sotto la guida del Sindaco, aveva introdotto un’ordinanza che stabiliva l’obbligo di indossare il casco per tutti coloro che utilizzavano un monopattino elettrico, indipendentemente dall’età, ma con particolare attenzione ai maggiorenni. Questo provvedimento era nato con l’intento di incrementare la sicurezza stradale e di ridurre il numero di incidenti legati all’uso di mezzi di trasporto innovativi e diffusi, che negli ultimi anni avevano guadagnato crescente popolarità nelle città.
Tuttavia, la misura è stata subito contestata da alcune aziende operanti nel settore dello sharing, che hanno ritenuto l’ordinanza eccessiva e non conforme alle norme vigenti. Di conseguenza, queste aziende hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Firenze, portando alla revoca dell’ordinanza. Il TAR ha stabilito che l’obbligo di casco non poteva essere imposto dal Sindaco poiché tale competenza rientrava nel Dirigente della Direzione Mobilità del Comune.
Successivamente, nel tentativo di ripristinare la misura, un nuovo provvedimento fu emesso dal Dirigente della Direzione Mobilità ad agosto 2021, reintroducendo l’obbligo a partire dal 1 dicembre 2021. Tuttavia, anche questa decisione fu contestata, avviando così un nuovo ciclo di contenziosi legali.
La sentenza del Consiglio di Stato
Il recente pronunciamento del Consiglio di Stato ha infine confermato il verdetto del TAR, stabilendo l’infondatezza del provvedimento comunale. I giudici hanno motivato la loro decisione richiamando il Codice della Strada, che assegna chiaramente la competenza sul tema della sicurezza stradale a livello nazionale. Secondo il Consiglio di Stato, i Comuni non hanno il potere di imporre norme come l’obbligo di utilizzo del casco per i monopattini elettrici, in quanto tale materia ricade nelle competenze legislative esclusive dello Stato.
La pronuncia ha sollevato importanti interrogativi riguardo alla gestione della normativa su sicurezza e mobilità nelle città. Se ogni amministrazione locale potesse legiferare in modo autonomo su questioni di sicurezza stradale, si correbbe il rischio di un’inevitabile frammentazione delle normative, che potrebbe generare confusione tra i cittadini e complicare le operazioni di controllo da parte delle forze dell’ordine. La decisione del Consiglio di Stato ribadisce pertanto l’importanza di un sistema normativo coerente e uniforme a livello nazionale, senza che norme locali possano deviare dalle linee guida stabilite a livello statale.
In un contesto caratterizzato da una crescente diffusione di mezzi di trasporto alternativi come i monopattini elettrici, il tema della sicurezza stradale rimane cruciale. Le amministrazioni comunali, pertanto, si trovano a dover trovare soluzioni innovative e condivise, mantenendo un dialogo con gli enti statali per garantire un equilibrio tra mobilità sostenibile e sicurezza degli utenti della strada.