Le bandiere arancioni rappresentano un riconoscimento dedicato ai comuni che offrono un’accoglienza di qualità, servizi turistici validi e un forte impegno delle comunità locali nel valorizzare il proprio territorio. Le Marche si confermano nel 2025 tra le regioni italiane con il maggior numero di questi vessilli: in ben 30 borghi della regione campeggiano le bandiere arancioni, un segno del lavoro dedicato alla promozione di un turismo che punta all’autenticità e alla riscoperta delle tradizioni locali.
Le bandiere arancioni e la loro importanza nelle marche
Il marchio della bandiera arancione nasce come simbolo per indicare i piccoli comuni che investono nelle proprie risorse culturali, paesaggistiche e gastronomiche. Nella regione Marche questo riconoscimento sottolinea la cura nel mantenere vive le tradizioni e nel costruire un’offerta turistica che coinvolge la ristorazione locale, le degustazioni di prodotti tipici, e la promozione di eventi legati alle usanze del territorio. La qualità dell’accoglienza non riguarda solo le strutture, ma anche l’attenzione dedicata all’esperienza complessiva del visitatore.
Nei borghi marchigiani questa distinzione si è diffusa negli ultimi anni, trasformandosi in una bandiera chiara che attira turisti alla ricerca di luoghi meno conosciuti ma ricchi di valore. Grazie anche alle amministrazioni locali, si è riusciti a creare percorsi dove cultura, natura e sapori si intrecciano, rendendo i territori protagonisti di un turismo più sostenibile e meno legato alle mete di massa.
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I comuni marchigiani insigniti nel 2025 e le due new entry
L’anno 2025 ha visto crescere ulteriormente il numero dei borghi marchigiani premiati dal Touring Club Italiano con la Bandiera Arancione. Tra le località riconosciute figurano diversi comuni nelle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino. In particolare, sono entrati a far parte della lista Montalto delle Marche e Urbania, situati rispettivamente nella provincia di Ascoli Piceno e Pesaro Urbino.
L’elenco include realtà come Corinaldo, Genga e Offagna a Ancona, e Camerino, Cingoli e Montelupone nella provincia di Macerata. Questi territori sono stati premiati non solo per le bellezze storiche e naturali, ma anche per l’efficacia con cui hanno saputo integrare l’offerta turistica con iniziative che valorizzano i prodotti locali e le tradizioni culturali. Si conferma così una rete di borghi dai caratteri molto diversi, uniti però dalla volontà di promuovere un turismo di qualità che coinvolga direttamente le comunità.
Il ruolo della regione e il discorso del presidente acquaroli
Nel corso della cerimonia regionale svoltasi a Camerino il 2025, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha ribadito l’importanza del riconoscimento come simbolo di un impegno collettivo. Ha evidenziato come la regione mantenga il terzo posto in Italia per numero di bandiere arancioni, un risultato che riflette il lavoro intenso di amministrazioni, operatori del turismo e cittadini.
Acquaroli ha posto l’accento sul valore delle aree interne e dei borghi come motori per il rilancio turistico e culturale delle Marche. Ha sottolineato che questi riconoscimenti costituiscono un circuito che sostiene l’eccellenza e diventa punto di riferimento per altri territori simili. Il presidente ha auspicato un ulteriore incremento del numero di borghi premiati, mantenendo alta l’attenzione sulla qualità dell’accoglienza e sulla promozione del patrimonio enogastronomico e delle tradizioni locali, affermando: “Questi riconoscimenti sono la testimonianza di un lavoro comune e di una comunità che crede nel proprio futuro.”
Prospettive future per i borghi marchigiani e il turismo di qualità
Guardando avanti, la regione Marche punta a consolidare questo trend valorizzando sempre più l’entroterra, spesso meno frequentato ma ricco di bellezze e storie uniche. Gli sforzi sono diretti a ridare forza e identità ai borghi, legando la crescita del turismo locale alla tutela del paesaggio, delle costruzioni storiche e delle risorse locali.
Il percorso intrapreso punta a rafforzare la competitività delle Marche, facendo leva su un turismo che cerca autenticità e – soprattutto – esperienze legate alle comunità. Questo approccio mira a coinvolgere attivamente le popolazioni locali e a far emergere le peculiarità delle loro tradizioni, favorendo un settore turistico sostenuto dalla qualità, non dalla quantità.
L’attenzione rivolta ai borghi e al turismo sostenibile promette di mantenere la regione in una posizione di rilievo anche nei prossimi anni, consolidando le Marche come meta apprezzata per chi desidera scoprire l’Italia fuori dalle rotte principali.