S&p rivede al ribasso la crescita del pil mondiale a causa dei dazi e turbolenze economiche globali

S&p rivede al ribasso la crescita del pil mondiale a causa dei dazi e turbolenze economiche globali

Le previsioni di S&P indicano un rallentamento della crescita del PIL mondiale tra il 2025 e il 2027, influenzato da dazi, tensioni commerciali e incertezze che colpiscono Stati Uniti, Eurozona e Italia.
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Le nuove previsioni di S&P indicano un rallentamento della crescita economica globale tra il 2025 e il 2027, principalmente a causa dell’aumento dei dazi e delle tensioni commerciali che influenzano negativamente imprese, consumatori e mercati. - Gaeta.it

Le nuove previsioni di s&p indicano un rallentamento della crescita economica globale tra il 2025 e il 2027, influenzato soprattutto dall’aumento dei dazi e dalle tensioni commerciali che pesano sul sistema finanziario e produttivo. Le stime aggiornate mostrano come questi fattori frenano la fiducia di imprese e consumatori, condizionando la formazione dei prezzi e le dinamiche di mercato.

Impatto dei dazi sulle dinamiche economiche globali

L’imposizione di dazi ha determinato uno shock al sistema commerciale internazionale. Queste misure protezionistiche, adottate da diversi paesi, hanno modificato le rotte degli scambi, aumentando i costi per le imprese e generando incertezza nei mercati finanziari. L’incertezza, in particolare, agisce come un freno sulla spesa e gli investimenti, poiché imprese e consumatori assumono atteggiamenti più cauti.

La formazione dei prezzi ne risente in modo diretto. L’aumento dei costi delle materie prime e delle componenti importate spinge verso l’alto i prezzi finali. Questi effetti si propagano dall’industria manifatturiera ai prodotti di consumo, riducendo il potere d’acquisto soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

Conseguenze sulle aziende e politiche monetarie

Le ricadute di questa situazione non sono ancora precise nei numeri ma si manifestano come un malessere diffuso nell’economia reale. Le aziende registrano margini di profitto più risicati e possono frenare le attività di espansione o nuove assunzioni. Anche le banche centrali tengono conto in modo crescente di questi fattori nel definire politiche monetarie.

Revisione delle previsioni di crescita dal 2025 al 2027

Secondo s&p, la crescita del pil mondiale perde slancio per effetto delle controversie commerciali e instabilità politiche. Nel 2025 la stima cala dello 0,3%, attestandosi al 2,7%. Nel 2026 la riduzione arriva allo 0,4%, portando la crescita al 2,6%, mentre nel 2027 l’allarme si attenua leggermente con una revisione dello 0,1% a favore di un +3,3%.

Questi numeri indicano una contrazione rispetto alle previsioni precedenti elaborate nei mesi scorsi. Il dato riflette la difficoltà del sistema a recuperare velocemente da tensioni che già si sono fatte sentire in termini di volatilità e rallentamento della domanda globale.

Andamento nelle principali economie

Spicca la differenza nelle economie principali. Gli Stati Uniti affrontano un taglio più marcato delle aspettative, con un -0,5% per il 2025, che porta la crescita attesa al 1,5%. L’Eurozona e l’Italia, pur colpite anch’esse, vedono variazioni più contenute rispettivamente dello 0,1% per i due anni considerati.

Conseguenze specifiche per gli stati uniti, l’eurozona e l’italia

Gli Stati Uniti mostrano i segnali più evidenti del rallentamento. Una crescita al 1,5% nel 2025 rappresenta un moderato incremento, su cui pesano le politiche commerciali restrittive e le tensioni politiche interne. Il taglio dello 0,5% rispetto alle stime precedenti evidenzia rischi più concreti per un mercato domestico che fino a poco tempo fa mostrava segnali di ripresa.

Anche l’eurozona affronta una crescita più contenuta, scendendo allo 0,8% nel 2025. Le fragilità dell’area riguardano soprattutto l’andamento degli scambi commerciali e le pressioni inflazionistiche che limitano i consumi. L’insieme di queste variabili riduce la capacità delle economie europee di mantenere un ritmo piacevole di crescita.

In italia la revisione al ribasso è minima ma significativa, con il pil che si contrae allo 0,5% nel 2025. Questo dato limita le aspettative di rilancio economico e sottolinea le difficoltà strutturali interne, aggravate dal contesto internazionale complesso. Il ruolo delle esportazioni rimane centrale ma condizionato da mercati esteri meno dinamici.

Implicazioni per la fiducia e la formazione dei prezzi globali

Il cambiamento delle stime di s&p riflette soprattutto una minore fiducia nella capacità dei mercati di mantenere un andamento positivo. Le tensioni create dai dazi creano una percezione di instabilità che si traduce in aspettative di spesa ridotte e differimenti negli investimenti.

Questa situazione si riflette sui prezzi. La volatilità delle materie prime e il costo maggiore delle importazioni pesano sui bilanci delle imprese, che devono spesso trasferire questi aumenti sui consumatori finali. Questo processo toglie potere d’acquisto e crea un vortice di rallentamento della domanda.

L’impatto sul sistema reale può essere intenso, specie nelle economie più esposte alle esportazioni e ai movimenti di capitale. I vari governi seguono con attenzione l’evolversi della situazione per calibrare eventuali interventi e tentare di sostenere la crescita nel contesto globale complesso.

L’attenzione rimane alta anche sul ritmo e sulla misura di questi effetti, che s&p definisce ancora da quantificare con precisione. In ogni caso le cifre aggiornate descrivono un quadro chiaro di maggiori difficoltà per i prossimi anni.

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