Slitta di altri 60 giorni la consegna della perizia dna nell’inchiesta unabomber a Trieste

Slitta di altri 60 giorni la consegna della perizia dna nell’inchiesta unabomber a Trieste

L’inchiesta unabomber nel nord est d’Italia subisce un nuovo rallentamento con la proroga di 60 giorni per la perizia dna a Trieste, mentre i legali degli indagati denunciano ritardi e impatti sul diritto alla difesa.
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L'inchiesta sul caso Unabomber nel nord est Italia subisce un nuovo rallentamento a causa di una proroga di 60 giorni per la consegna della perizia sul DNA, suscitando il malcontento degli avvocati degli indagati. - Gaeta.it

L’inchiesta sul caso unabomber nel nord est d’Italia subisce un nuovo rallentamento. Il tribunale di Trieste ha concesso un’ulteriore proroga di 60 giorni per la consegna della perizia sul dna, riconsegnando di fatto l’attesa a oltre due anni e mezzo dall’avvio dell’indagine. I legali degli indagati hanno espresso forte malcontento per il protrarsi dei tempi, mentre la magistratura punta a completare le analisi sulle tracce genetiche prima di procedere con gli atti successivi.

La proroga per la perizia dna: cosa è successo a trieste

Il gip del tribunale di Trieste ha formalmente autorizzato la proroga di 60 giorni per la consegna delle relazioni tecniche relative al dna estratto dai reperti probatori della vecchia vicenda unabomber. L’ordine risale al 23 luglio e segue una richiesta presentata dai periti incaricati di riesaminare il materiale con le tecnologie più recenti. Il fine resta quello di stabilire se le tracce genetiche rinvenute appartengono a uno degli undici indagati iscritti nel registro atti dopo la riapertura del fascicolo.

Questa nuova estensione si somma a quella già concessa in passato, incidendo significativamente sui tempi complessivi dell’inchiesta. Il dna, che rappresenta un elemento chiave per identificare il responsabile delle bombe artigianali piazzate nel nord est tra il 1994 e il 2006, ha bisogno di analisi approfondite per via della quantità e qualità del materiale. Il prolungamento del termine si è imposto anche per la necessità di confrontare i profili genetici con più soggetti, rendendo complesso il lavoro dei consulenti.

Le reazioni dei legali e i ritardi accumulati

Gli avvocati di alcune persone indagate, Alessandra Devetag e Leopoldo Da Ros, hanno manifestato il loro disappunto per l’ennesimo rinvio, definendo l’attesa “di due anni e mezzo” come gravosa dal punto di vista morale. I legali hanno ricordato che l’incarico è stato affidato ai periti sin dal 13 marzo 2023 con una scadenza iniziale fissata a 90 giorni per la consegna della perizia. Da quel momento in poi si sono susseguiti vari slittamenti, generati dalla complessità tecnica delle indagini.

Impatto dei ritardi sulle persone indagate

Questi ritardi hanno un impatto diretto sulle persone coinvolte, ancora nel limbo delle indagini senza che emergano certezze. Il protrarsi delle tempistiche rischia di compromettere il diritto alla difesa e di creare tensioni nel corso delle prossime udienze. Tra non molto, il 15 settembre, era prevista un’udienza che, alla luce dei nuovi termini concessi, perde gran parte del suo significato pratico perché le perizie rimarranno incomplete.

Il contesto dell’inchiesta unabomber nel nord est

Il caso unabomber riguarda una serie di attentati esplosivi che hanno colpito varie località del nord est tra il 1994 e il 2006. L’autore di questi atti ha lasciato bombe inesplose o attivate in ambienti pubblici creando allarme e danni materiali. Dopo anni di stallo, le nuove tecnologie investigative hanno permesso di riesaminare i reperti in archivio per estrarre impronte genetiche con metodiche più precise.

Iscrizione degli indagati e analisi genetiche

Questo ha portato all’iscrizione di undici persone nel registro degli indagati, le cui tracce genetiche sono messe a confronto con quelle del materiale probatorio. Il riconoscimento del responsabile o dei responsabili rimane al centro dell’attenzione della procura di Trieste, chiamata a sciogliere finalmente questo nodo grazie agli aggiornamenti scientifici. Fino a oggi, però, la complessità e la delicatezza delle analisi frenano il completamento delle indagini.

La proroga concessa il 23 luglio indica che i consulenti tecnici necessitano di più tempo per lavorare su un dna spesso scarso o contaminato. Ogni ipotesi resta soggetta a valutazione tecnica e giuridica con evidenti ripercussioni sull’agenda processuale. L’evoluzione futura di questo procedimento riguarda soprattutto il venir fuori di risultati attendibili e definitivi, attesi ormai da molto tempo.

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