A roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, è stato segnalato un nuovo grave atto di vandalismo ai danni di un monumento storico. Questa mattina, 21 luglio 2025, la lapide commemorativa dedicata a giacomo matteotti ha subito danni evidenti. Si tratta di un episodio che riporta sotto i riflettori la vulnerabilità dei simboli della memoria antifascista in città.
Il gesto vandalico ai danni della lapide commemorativa
La lapide in marmo situata proprio di fronte al monumento di giacomo matteotti è stata segnata da un gesto di sfregio. La pietra reca incisa la famosa frase pronunciata da matteotti: “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”. Questa scritta è un richiamo diretto al sacrificio del deputato socialista, rapito e ucciso da una squadra fascista nel giugno del 1924 in quel tratto del fiume tevere.
I carabinieri della stazione di Roma Flaminia sono intervenuti subito sul posto. Hanno effettuato un rilievo tecnico-scientifico e aperto un’indagine per individuare i responsabili. Questo episodio rischia di riaccendere tensioni politiche e sociali legate all’eredità di matteotti, figura simbolo della lotta antifascista in italia.
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Il monumento e la sua storia
Il monumento in bronzo a giacomo matteotti, realizzato dallo scultore Iorio Vivarelli, è stato inaugurato nel 1974 a cinquanta anni dall’omicidio. La scelta del luogo non è casuale, visto che proprio lì matteotti fu rapito nel 1924. Nel corso degli anni, il sito e la lapide sono stati più volte bersagli di atti vandalici. Ogni volta questo ha suscitato forti reazioni di condanna da parte delle istituzioni e della società civile, con richieste insistenti per una maggiore tutela del monumento.
Queste aggressioni non solo deturpano un’area storica ma rappresentano un’offesa alla memoria collettiva e ai principi antifascisti che matteotti incarnava. Il monumento è un punto di riferimento per chiunque voglia ricordare il sacrificio civile di chi si oppose alla dittatura.
Chi era giacomo matteotti e il contesto storico del suo assassinio
Giacomo matteotti era un politico socialista che fin dai primi anni ’20 denunciava con forza brogli elettorali e violenze commesse dal regime fascista. Nel 1924, dopo un discorso alla camera in cui denunciava le pratiche illegali del fascismo, fu rapito proprio sul lungotevere Arnaldo da Brescia. Il suo corpo fu ritrovato mesi dopo, il 16 agosto 1924, nelle campagne di Riano.
La sua morte rappresenta una delle pagine più drammatiche e significative della storia italiana del ventennio fascista. Matteotti è diventato un simbolo della resistenza alle ingerenze autoritarie e della testimonianza civile contro l’oppressione.
Ripercussioni e nuovi atti vandalici in Italia
Il recente episodio a roma si inserisce in un quadro più ampio di attacchi contro i simboli dedicati a matteotti, non solo nella capitale ma anche nel comune di Riano. Qui in passato le stele commemorative sono state imbrattate con scritte di chiaro riferimento fascista, come “W Fascio”. Questo ripetersi di gesti offensivi è motivo di allarme non solo per la distruzione materiale dei monumenti ma anche per il loro significato politico e civile.
Queste azioni creano tensioni tra chi vuole difendere la memoria storica e chi, con messaggi violenti, prova a sovvertire quei valori. Le autorità locali e nazionali sono chiamate a rafforzare la protezione di questi luoghi e a contrastare ogni forma di intolleranza.