L’emergenza nella Striscia di Gaza registra nuove vittime per fame mentre aumenta la tensione per gli ostaggi detenuti nell’enclave. Le famiglie degli ostaggi si mobilitano a Tel Aviv, chiedendo interventi urgenti. Nel frattempo, Israele evacua il personale diplomatico dagli Emirati Arabi Uniti per motivi di sicurezza. L’Italia si prepara a lanciare aiuti umanitari tramite aviolanci coordinati con la Giordania.
La crisi umanitaria a gaza: tre nuove vittime per fame e malnutrizione
Negli ultimi giorni la situazione nella Striscia di Gaza si aggrava sotto il profilo umanitario. Fonti del ministero della Salute di Gaza hanno riferito che sono morte tre persone per fame, tra cui due bambini. Questi dati sono stati comunicati dagli ospedali della zona e confermati dall’emittente al Jazeera. Con queste nuove vittime, la somma dei palestinesi morti a causa della fame e della malnutrizione tocca quota 162.
Le condizioni nella Striscia restano drammatiche. L’accesso limitato a generi alimentari e medicinali, dovuto ai continui blocchi e ai conflitti in corso, intensifica il rischio di una catastrofe sanitaria. Le strutture ospedaliere, spesso prive di risorse, sono sopraffatte da richieste di assistenza. Gli effetti della fame si riflettono soprattutto sui più fragili, come bambini e anziani, le cui condizioni fisiche si deteriorano rapidamente.
Leggi anche:
Scarsità di acqua e servizi igienici peggiora la situazione
Il quadro si complica con la scarsità di acqua potabile e servizi igienici adeguati, che favoriscono la diffusione di malattie. Le organizzazioni umanitarie denunciano la situazione e chiedono il rapido avvio di corridoi umanitari per garantire l’accesso ai beni di prima necessità. Le autorità locali lamentano che le restrizioni imposte impediscono soccorsi efficaci e mettono a rischio la vita di migliaia di civili.
Famiglie degli ostaggi in protesta: recinti di filo spinato a tel aviv
Il dolore delle famiglie degli ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza si trasforma in protesta. A Tel Aviv è stato allestito un campo recintato con filo spinato, simbolo della prigionia dei loro cari. Il raduno avviene in Piazza degli ostaggi, cuore della città, dove parenti e amici intonano richieste di soccorso rivolte al governo israeliano e all’amministrazione degli Stati Uniti.
I familiari ricordano che gli ostaggi sono stati rapiti il 7 ottobre 2023 durante un attacco e da allora sono privati della libertà. Negli ultimi giorni Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno diffuso video di alcuni prigionieri, come Evyatar David e Rom Braslavski, per mostrare le condizioni difficili nelle quali versano. Queste immagini hanno innescato ulteriori appelli da parte delle famiglie.
Appello urgente dalle famiglie degli ostaggi
Dal palco, il portavoce dell’Hostage Family Forum ha espresso il timore che le vite degli ostaggi siano gravemente minacciate e che ogni ritardo nel negoziato possa costare la vita a chi è rinchiuso. “L’appello si rivolge a Israele e agli Stati Uniti affinché intervengano al più presto per liberare le persone trattenute.” La manifestazione rappresenta un segnale di allarme concreto, volto a mantenere alta l’attenzione internazionale su questa crisi.
Israel evacuano personale diplomatico dagli emirati arabi uniti
Il ministero degli Esteri israeliano ha assunto misure precauzionali evacuando il proprio personale diplomatico e le famiglie dagli Emirati Arabi Uniti. La decisione, comunicata da una fonte che ha parlato con Haaretz, è legata a motivi di sicurezza legati al contesto regionale. L’evacuazione ha riguardato anche alcune personalità della comunità ebraica locale.
Israele mantiene due rappresentanze ufficiali nel paese: l’ambasciata ad Abu Dhabi e il consolato generale a Dubai. Entrambe le sedi sono state temporaneamente chiuse, ma il ministero ha specificato che riapriranno dopo la festività ebraica di Tisha B’Av, prevista per lunedì prossimo. La notizia sottolinea la tensione diffusa in Medio Oriente e la necessità di precauzioni anche in ambito diplomatico.
Situazione di instabilità nel medio oriente
Questa mossa arriva in un momento in cui le relazioni tra Israele e alcuni paesi arabi rimangono instabili, in particolare a causa degli eventi collegati alla crisi di Gaza e ai residenti ostaggi. La sicurezza dei membri diplomatici è diventata prioritaria e la scelta dell’evacuazione riflette l’incertezza sugli sviluppi futuri nella regione.
L’italia pronta con aiuti umanitari tramite aviolanci nella striscia di gaza
Il governo italiano darà il via a partire dal 9 agosto a una serie di aviolanci di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Guido Crosetto. La missione, denominata ‘Solidarity Path Operation 2‘, prevede l’impiego di velivoli C-130J dell’aeronautica militare per consegnare generi essenziali.
L’operazione coinvolgerà anche l’Esercito italiano, che preparerà i carichi da sganciare. I voli saranno condotti in coordinamento con le forze armate della Giordania. Nelle prossime ore si prevede l’arrivo di un “advance party” incaricato di preparare le attività sul terreno e gestire i contatti con le autorità locali.
Aiuti urgenti per contrastare la crisi
Questa iniziativa si configura come un tentativo diretto a fornire rifornimenti urgenti, viste le difficoltà di accesso via terra dovute ai blocchi e alla situazione di conflitto. Il ministero della Difesa ha chiarito che gli aviolanci si svolgeranno appena le condizioni logistiche e di sicurezza lo permetteranno, “nell’interesse di alleviare le condizioni di sofferenza dei civili.”
L’intento è anche di supportare il lavoro del ministero degli Esteri italiano, chiamato a coordinare il trasporto e la distribuzione degli aiuti. In questo modo l’Italia si inserisce tra i paesi che cercano di porre un freno alla crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza, fornendo assistenza materiale attraverso strumenti militari e diplomatici.