La coltivazione della patata sta attraversando un periodo complesso, segnato da cambiamenti climatici e nuove malattie che riducono la produzione e influenzano i prezzi mondiali. Al simposio internazionale della patata, tenutosi a macfrut nel maggio 2025, si sono approfondite queste questioni con esperti provenienti da tutto il mondo. La fiera ha evidenziato l’importanza strategica del tubero per il mercato ortofrutticolo e ha messo in luce le nuove strategie per rilanciare il comparto in Europa e non solo.
L’impatto del cambiamento climatico sulla produzione di patate a livello globale
Negli ultimi anni, i mutamenti climatici hanno modificato le condizioni agronomiche in cui si coltivano le patate, aggravando problemi fitosanitari e introducendo nuove patologie difficili da controllare. Queste condizioni più difficili hanno causato una riduzione nella resa delle coltivazioni principali, influenzando la disponibilità del prodotto sul mercato. Gli ultimi mesi hanno visto un aumento dei prezzi, rilevato sia in Europa che nei mercati extraeuropei.
Dati di produzione mondiale
Secondo i dati discussi al simposio, la produzione globale di patate si attesta oggi intorno ai 375 milioni di tonnellate annue. La Cina guida la produzione mondiale con circa 95 milioni di tonnellate, seguita dall’India e dall’Ucraina. In Europa, nel 2023, si sono raccolte all’incirca 48,5 milioni di tonnellate, con Germania, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Belgio come principali produttori. La diminuzione complessiva delle disponibilità ha spinto i prezzi verso l’alto, mentre si osserva un aumento di consumi legati ai prodotti trasformati, suggerendo un ritorno dell’attenzione del mercato sugli alimenti a base di patate.
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Le novità normative e organizzative nella pataticoltura europea
Un tema chiave affrontato durante il simposio riguarda le nuove regole che la Comunità Europea ha introdotto per il comparto pataticolo. L’istituzione di un’organizzazione comune di mercato dedicata alla patata rappresenta una novità rilevante. Questo strumento, già applicato dall’Italia, permette alle organizzazioni di produttori di accedere a programmi operativi simili a quelli già presenti nel settore ortofrutticolo per favorire la riorganizzazione e il miglioramento del sistema produttivo.
Luciano Trentini, coordinatore del simposio, ha sottolineato come questi programmi agevolino il rinnovamento delle metodologie di coltivazione attraverso progetti di ricerca e innovazione. “L’obiettivo è di rendere più competitiva la produzione europea, migliorandone la qualità e la sostenibilità soprattutto sul piano ambientale.”
Criticità fitosanitarie: insetti, batteriosi e infestanti da monitorare
Con il cambiamento delle condizioni climatiche, sono emersi nuovi rischi fitosanitari per la patatica in Europa. Tra questi, l’agriotes spp., comunemente chiamato ferretto, è un insetto che danneggia direttamente i tuberi durante lo sviluppo, compromettendo pesantemente la qualità del raccolto. Le infestazioni rappresentano un problema difficile da contenere, soprattutto in assenza di soluzioni efficaci e di protocolli condivisi.
Altro problema rilevante è la batteriosi Ralstonia solanacearum, che oltre a colpire la patata, interessa altre colture come il pomodoro da industria, ampliando così il rischio per gli agricoltori. Recentemente è stata segnalata la diffusione del cipero, un’erba infestante che è diventata un organismo di quarantena nella maggior parte dei paesi europei. Il cipero richiede interventi mirati e protocolli restrittivi per limitarne la diffusione e i danni alle coltivazioni.
La dipendenza italiana dalle importazioni e le nuove varietà in sperimentazione
L’Italia non produce abbastanza patate per coprire il fabbisogno interno e dipende largamente dalle importazioni, soprattutto dalla Francia e dalla Germania, mentre le patate precoci arrivano dai paesi del bacino mediterraneo. Questa situazione spinge le associazioni di settore a puntare sull’introduzione di nuove varietà italiane in grado di ridurre la dipendenza estera e di valorizzare le produzioni locali.
Durante il simposio sono state presentate alcune di queste novità varietali, tra cui la cultivar ‘Fiorella’ sviluppata dall’UNAPA, che ha una dormienza di circa tre mesi. Questo dato consente di conservare il prodotto più a lungo senza ricorrere a numerosi trattamenti chimici, riducendo costi e impatto ambientale. Un’altra varietà evidenziata è la ‘Morisa’, frutto di un ibrido con la francese ‘Gazelle’, che produce rese molto superiori alla media italiana, arrivando a 500 quintali per ettaro.
Valorizzazione delle denominazioni di origine
L’attenzione a varietà adatte al clima e al mercato italiano si combina con la presenza di sei denominazioni di origine per le patate prodotte in Italia, che caratterizzano un’offerta di nicchia ma di qualità riconosciuta. L’obiettivo è quindi consolidare una produzione locale capace di competere puntando sulla tipicità e sulle caratteristiche organolettiche uniche.
La promozione della patata come alimento strategico per la sicurezza alimentare
Al simposio sono emersi progetti mirati alla diffusione del consumo della patata come prodotto fondamentale per affrontare le sfide legate all’alimentazione globale. La patata, grazie al suo valore nutritivo, al contenuto di amido e alla versatilità d’uso, può svolgere un ruolo importante nel contrastare problemi di fame e malnutrizione.
Questi programmi di promozione puntano ad aumentare la consapevolezza sulle qualità del tubero e a incentivare la coltivazione sostenibile. Si cerca di valorizzare patate di qualità, anche con riconoscimenti legati a denominazioni di origine protette, per favorire prodotti che possano competere con importazioni più economiche ma spesso di minor pregio.
L’attenzione riservata a sviluppare varietà con resa migliore, resistenza ai parassiti e capacità di conservazione offre strumenti concreti per sostenere una produzione che possa rispondere alle esigenze di mercato e consumo nel prossimo futuro.