Lo studio effettuato dalla Cgia di Mestre in collaborazione con l’associazione As.tro fornisce un’analisi approfondita dello stato del settore dei giochi in Italia, evidenziando le difficoltà che ha affrontato dopo due anni di pandemia. Il report, presentato a Roma, rivela un panorama in cui il comparto degli apparecchi da gioco mostra segni di lenta ripresa, ma è comunque lontano dai livelli pre-pandemici. Esaminando i dati relativi all’occupazione e ai ricavi, emerge una situazione complessa, caratterizzata da riduzioni significative in vari ambiti.
Le flessioni occupazionali e imprenditoriali nel comparto
La ripresa necessaria del settore si constata chiaramente nei dati riguardanti l’occupazione, che nei primi mesi del 2023 ha registrato un calo di 7.578 occupati rispetto al 2019, mentre il numero delle imprese che operano nel comparto AWP/VLT è sceso di ben 8.851 unità. Questi dati, superiori al 14%, riflettono non solo le difficoltà economiche post-pandemia, ma anche un inevitabile ridimensionamento dei margini di guadagno. A fine 2023, si stima che le imprese della filiera AWP/VLT fossero circa 51.612, di cui oltre 41.000 esercizi generalisti e 10.500 che si dedicano specificamente al gioco lecito.
Interessante notare è che il numero degli occupati portati dalla filiera AWP/VLT si attesta attorno alle 44.000 unità. Tuttavia, il rallentamento del mercato è evidente, portando a riflessioni sul futuro di questa industria. Questo settore, che un tempo sembrava in continua espansione, ora affronta la dura realtà di una base occupazionale ridotta e di un significativo numero di aziende che non riescono a recuperare i livelli di attività pre-pandemia. L’effetto della crisi pandemica sembra aver segnato una linea netta di demarcazione tra un passato in crescita e un presente incerto.
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Raccolta complessiva e performance degli apparecchi
Se si guarda ai dati economici, emerge che nel 2023 la raccolta complessiva delle AWP/VLT ha raggiunto i 33,7 miliardi di euro, registrando un gap di 12,7 miliardi rispetto al 2019. Non solo, ma c’è stata una diminuzione di 8 milioni di euro rispetto al 2022, facendo scendere la raccolta al di sotto del 27% rispetto ai livelli pre-pandemici. Entrando nel merito delle sole AWP, il calo si presenta ancor più severo, con una diminuzione del 2,6%, pari a circa 446 milioni di euro.
Diversamente, il segmento delle videolottery ha mostrato un lieve aumento del 2,7% rispetto all’anno precedente, portando la raccolta a 16,7 miliardi di euro. Tuttavia, anche questo incremento non basta a colmare il divario creato durante il biennio pandemico, risultando comunque inferiore del 29% rispetto al 2019. Paragonando le performance di questo comparto con quelle del gioco lecito nel suo complesso, è chiaro che le AWP e le VLT stanno lottando controcorrente in un periodo in cui l’intero settore ha già recuperato, continuando a crescere e a tirare su le sue performance economiche.
Il contributo fiscale e la crescita del gioco online
Il settore AWP/VLT continua a rappresentare un’importante fonte di gettito erariale, contribuendo con 5,5 miliardi di euro, ovvero oltre il 47% del totale dell’imposta proveniente dal gioco lecito. Oltre a questo, ci sono altri tributi che, sommati, portano il contributo complessivo delle aziende a circa 6,3 miliardi di euro. Ciò dimostra che, nonostante le difficoltà, il settore continua a giocare un ruolo chiave nell’economia pubblica.
Contestualmente, il gioco online ha mostrato una crescita robusta, con un incremento della spesa del 13% nel 2023 dopo un aumento del 4% nell’anno precedente. Attualmente, 81 concessionari operano nel settore del gioco online, la maggioranza dei quali è italiana, a indicare una forte vitalità in questo ramo specifico. Tuttavia, le recenti riforme, in particolare quelle previste dal D.Lgs 41/2024, promettono di modificare il panorama, introducendo costi di concessione elevati, potenzialmente riducendo il numero degli operatori attivi.
Impatti delle normative sul gioco lecito e la concorrenza del gioco illegale
Il mercato del gioco legale in Italia è sempre più influenzato dalle leggi regionali e dalle delibere dei comuni, che hanno introdotto normative come i “distanziometri” e i limiti orari. Tali misure hanno creato contrasti significativi, con alcune aree che hanno visto un massiccio abbattimento delle attività ludiche sul territorio. Allo stesso tempo, l’Agenzia Dogane e Monopoli stima l’industria del gioco illegale in Italia, attestandola tra i 20 e i 25 miliardi di euro, un nodo problematico anche per il settore legale.
La situazione quindi rimane complessa e in continua evoluzione, con il settore dei giochi costretto a navigare tra le sfide poste dalla pandemia, le variazioni dell’occupazione e le incertezze generate da nuove normative. La differenziazione tra il gioco legale, che promette regole accettabili e sicure per i giocatori, e quello illegale, privo di controlli e protezioni, resta un tema cruciale nell’attuale panorama ludico italiano, con ripercussioni significative sulle finanze pubbliche e sul welfare nazionale.