Sequestro neonata a Cosenza: rapimento risolto in poche ore dalla polizia

Sequestro neonata a Cosenza: rapimento risolto in poche ore dalla polizia

Una neonata è stata sequestrata a Cosenza da una donna che si spacciava per puericultrice, ma è stata ritrovata dopo tre ore. Indagini in corso sulla sicurezza della clinica e sul marito della sospettata.
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Sequestro neonata a Cosenza: rapimento risolto in poche ore dalla polizia - Gaeta.it

Un episodio inquietante ha turbato la comunità di Cosenza, dove una neonata è stata sequestrata ieri sera. Fortunatamente, le forze dell’ordine sono riuscite a ritrovarla dopo circa tre ore. Secondo le autorità, la piccola è stata una “vittima casuale“, non avendo alcun collegamento diretto con la coppia di coniugi ora in stato di fermo. Gabriele Presti, capo della Squadra mobile di Cosenza, ha condiviso importanti dettagli sulla vicenda durante una conferenza stampa tenutasi in Questura.

Le prime fasi del sequestro: come è avvenuto

L’intervento della polizia è stato tempestivo e ben organizzato. Rosa Vespa, la donna arrestata, si era presentata in clinica come una “puericultrice“, ed indossando una mascherina è riuscita a guadagnare tempo, forse avvicinandosi alla madre della neonata con astuzia. Presti ha spiegato che la Vespa ha chiaramente sfruttato la fiducia della madre per avvicinarsi alla neonata. La combinazione di questi fattori ha reso possibile il rapimento, poiché la difesa della piccola non era in grado di riconoscere il pericolo.

Presti ha anche accennato alla possibilità che la Vespa avesse “bussato ad altre stanze” dell’ospedale, ma i dettagli su come si sia comportata all’interno della struttura rimangono ancora da chiarire. La sospettata sarebbe rimasta in clinica per diverso tempo, e le indagini si stanno concentrando anche su possibili ricognizioni effettuate nei giorni precedenti da parte della donna, vista la sua presenza prolungata nei dintorni della clinica.

La situazione del marito e il ruolo nelle indagini

La figura di Acqua Moses, marito della donna arrestata, è diventata oggetto di indagine. A detta del capo della Squadra mobile, la posizione di Moses è ancora da chiarire. Durante gli interrogatori, è emerso che appariva ignaro della situazione. Tuttavia, la sua presenza durante il rapimento ha sollevato interrogativi su quanto fosse consapevole dei piani della moglie.

Presti ha specificato che gli investigatori stanno valutando il suo contributo, considerate le circostanze sotto le quali si è sviluppato l’evento. La posizione del marito potrebbe rivelarsi cruciale per ricostruire la dinamica dei fatti e comprendere se fosse coinvolto attivamente o meno.

Le indagini sulla sicurezza nel punto nascite

Un aspetto particolarmente importante emerso dalle dichiarazioni di Presti riguarda la sicurezza del reparto di ostetricia della clinica Sacro Cuore. I fatti hanno sollevato preoccupazioni circa le pratiche di sicurezza e le misure di protezione per neonati e madri. La polizia avvierà accertamenti per garantire che situazioni simili non possano ripetersi e sarà necessaria un’analisi approfondita di eventuali carenze nelle procedure di controllo.

In questo contesto, l’importanza dei sistemi di videosorveglianza e la loro efficacia sono diventati punti focali nelle discussioni. Presti ha sottolineato che la risoluzione del caso è stata il risultato di una combinazione di descrizioni, materiali di sorveglianza e una conoscenza dettagliata del territorio, segno di come preparazione e prontezza possano fare la differenza in situazioni critiche come questa.

Il rapido arresto della coppia e il ritrovamento della neonata sollevano un velo di inquietudine, ma allo stesso tempo evidenziano l’efficacia delle forze dell’ordine nell’affrontare emergenze di questo tipo. La comunità rimane in attesa di ulteriori sviluppi, mentre le indagini continuano su tutti i fronti per fare chiarezza su questa drammatica vicenda.

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