Le recenti operazioni delle Forze dell’Ordine hanno portato alla luce una situazione allarmante nel Lodigiano, dove quattro vaste aree di circa 31.000 metri quadrati sono state utilizzate come deposito non autorizzato di rifiuti metallici. Le indagini, condotte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Lodi, hanno rivelato gravi violazioni delle normative ambientali, coinvolgendo diversi terreni a Caselle Landi, Santo Stefano Lodigiano e Cornovecchio.
Le operazioni della Finanza nel Lodigiano
Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Lodi ha attuato un’operazione articolata, avvalendosi della collaborazione del Reparto Operativo Aeronavale di Como e della 2/a Squadra Unità Navali di Cremona. L’intervento ha visto l’utilizzo di elicotteri per un monitoraggio efficace dall’alto, che ha consentito di individuare le aree interessate dallo sversamento illecito di rifiuti metallici. Questo approccio tecnologico ha permesso di cartografare le diverse zone e i materiali abbandonati, evidenziando l’ampiezza del problema, che ha suscitato crescenti preoccupazioni per l’ambiente e la salute pubblica.
La scoperta delle aree contaminate
Durante le rilevazioni effettuate, i Finanzieri hanno identificato un’area in particolare, di proprietà di tre membri della stessa famiglia, che conteneva capannoni in stato di abbandono. All’interno di questi spazi, sono stati trovati numerosi veicoli, rottami e attrezzi agricoli metallici, molti dei quali ricoperti da vegetazione. Questa situazione solleva interrogativi riguardo alla gestione dei rifiuti e alla protezione del suolo, dato che diverse apparecchiature erano prive di idonee misure di sicurezza per prevenire sversamenti di oli e liquidi inquinanti nel terreno.
In aggiunta, è emerso che in un’ulteriore area era presente un’azienda legata a uno dei membri del nucleo familiare proprietario dei terreni. Le indagini non si sono limitate agli sversamenti, ma hanno esteso il loro raggio d’azione all’analisi delle coperture in fibrocemento dei capannoni e ai cumuli di materiale simile, rendendo necessaria una verifica per accertare la presenza di amianto e la sua eventuale degradazione.
Conseguenze legali e ambientali per i responsabili
Le gravissime violazioni delle normative ambientali hanno portato i Finanzieri a sequestrare le quattro aree sotto inchiesta. I proprietari dei terreni, nonché il titolare dell’azienda, sono stati denunciati per molteplici infrazioni, secondo quanto previsto dal Testo Unico Ambientale. La situazione pone un riflettore sulla necessità di una maggiore sorveglianza e controllo riguardo alla gestione dei rifiuti, e sull’importanza di rispettare le leggi che tutelano l’ambiente.
Questa operazione rappresenta un punto di partenza per affrontare problematiche di degrado ambientale che richiedono un impegno congiunto delle istituzioni e della società civile per proteggere le risorse naturali e garantire un ambiente sano per le future generazioni.