Sequestro di 25 tonnellate di alimenti e bevande di contrabbando a altivole dalla guardia di finanza

Sequestro di 25 tonnellate di alimenti e bevande di contrabbando a altivole dalla guardia di finanza

La guardia di finanza di Treviso sequestra 25 tonnellate di alimenti e bevande contraffatte ad Altivole, scoprendo condizioni igieniche precarie, prodotti scaduti e una rete di distribuzione irregolare con lavoratrice irregolare.
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La Guardia di Finanza di Treviso ha sequestrato ad Altivole 25 tonnellate di alimenti e bevande contraffatte, non conformi alle norme igienico-sanitarie, destinati a una rete di distribuzione irregolare. - Gaeta.it

La guardia di finanza di Treviso ha effettuato un maxi sequestro ad Altivole, bloccando una vasta quantità di alimenti e bevande contraffatte. Il controllo ha riguardato un magazzino gestito da un commerciante di origine cinese dove sono stati trovati carichi non conformi alle regole igienico-sanitarie e di sicurezza previste per il settore alimentare. Tra i prodotti sequestrati, oltre ai generi alimentari, anche utensili e bevande alcoliche privi di autorizzazioni. L’indagine fa luce su una rete di distribuzione irregolare che serviva clienti anche nel settore manifatturiero locale.

Il ritrovamento di derrate alimentari in condizioni precarie e senza tracciabilità

Nel corso dell’ispezione, le forze dell’ordine hanno scoperto circa 25 tonnellate di derrate alimentari stipate in un magazzino insalubre. Le pareti mostravano segni evidenti di muffa e scrostamenti, condizioni incompatibili con la conservazione di alimenti. La maggior parte dei prodotti non aveva alcuna etichettatura in lingua italiana o risultava priva di informazioni obbligatorie di tracciabilità. Trovarli accanto a macchinari come termosaldatrici e seghe elettriche, insieme a prodotti per la pulizia, ha confermato il completo disordine e il mancato rispetto delle norme igieniche.

Tra le merce sequestrata ci sono carni, prodotti ittici, yogurt, tofu, germogli di soia, frutta e verdura, legumi e funghi. Non solo molti di questi alimenti erano scaduti, ma soprattutto non venivano conservati alla temperatura refrigerata richiesta per evitare danni alla salute. La situazione ha configurato rischi seri per la sicurezza alimentare, considerato che la merce era pronta per la vendita.

Distribuzione irregolare e quantità di prodotti pericolosi per i consumatori

La merce sequestrata sarebbe stata destinata alla vendita con consegne a domicilio e distribuita a imprese locali, principalmente gestite da cittadini cinesi attivi nel settore manifatturiero. Non si trattava solo di prezzi sottocosto o irregolarità formali: i prodotti, dalle bevande alcoliche alle derrate, non rispettavano leggi fondamentali sulla sicurezza dei consumatori.

La guardia di finanza ha bloccato anche 18.000 prodotti vari destinati al contatto con generi alimentari, tra cui utensili da cucina come pentole, taglieri e confezioni in plastica. Molti di questi articoli risultavano potenzialmente pericolosi perché non conformi alle norme di sicurezza vigenti. A corredo del sequestrato sono arrivate anche quasi 450 paia di calzature, vendute senza i requisiti necessari per proteggere chi le indossava. Viene così evidenziata una catena di distribuzione che non rispettava standard essenziali.

Bevande alcoliche di contrabbando e lavoratrice irregolare nel magazzino

Oltre ai prodotti alimentari e gli utensili, dalla struttura sono stati sottratti quasi 2.500 litri di bevande alcoliche di provenienza cinese, senza alcuna autorizzazione doganale. Questo blocco ha fermato una forma di contrabbando che sottraeva introiti allo Stato e poteva alimentare il mercato nero con prodotti non controllati.

Durante i controlli è stata identificata anche una lavoratrice irregolare, presente nel magazzino senza permessi legali. Questo elemento aggiunge una questione di ordine pubblico alla vicenda, oltre alle implicazioni per la sicurezza alimentare. A carico del titolare è stata comminata una sanzione amministrativa di 26.000 euro, che va ad aggiungersi al sequestro della merce.

Persistono forme di commercio parallelo anche in piccole province

Il caso dimostra come nelle province italiane, anche in piccole realtà come Altivole, persistano forme di commercio parallelo e pratiche di gestione molto lontane dagli standard di legge. La presenza di merci scadute e non etichettate in italiano sottolinea il rischio concreto per i consumatori. Le autorità continuano a vigilare con interventi che impediscono la diffusione di prodotti pericolosi.

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