L’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Crotone ha portato a un sequestro preventivo nei confronti dell’associazione onlus “Piccola Italia”, che opera a Savelli e in altre zone della Calabria. L’inchiesta riguarda l’uso scorretto di fondi pubblici destinati a progetti di volontariato e servizi sociali. Le accuse coinvolgono frode, malversazione e truffa aggravata per erogazioni pubbliche ottenute tra il 2018 e il 2025 da enti statali e locali.
Indagine e sequestro delle sedi in calabria e napoli
Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Crotone e ha riguardato le sedi operative a Savelli, a San Giovanni in Fiore e a Napoli. L’esecuzione del sequestro ha visto la partecipazione dei carabinieri del Reparto operativo di Napoli in supporto ai colleghi calabresi.
Sono stati bloccati i locali della cooperativa onlus e un conto corrente bancario presso la filiale Bper di San Giovanni in Fiore, dove erano custoditi circa 5.000 euro. È stata inoltre acquisita la documentazione contabile e amministrativa della onlus, presente sia presso enti pubblici calabresi che in una società campana incaricata delle attività formative legate ai progetti. Quest’ultimo passaggio ha un’importanza cruciale per ricostruire i movimenti finanziari e accertare eventuali irregolarità.
Leggi anche:
L’attrezzatura informativa e i documenti sono ora sotto la custodia dell’amministratore giudiziario e del custode nominati dalla Procura. L’inchiesta continua sotto la direzione dell’attuale procuratore Domenico Guarascio.
Accuse e presunti illeciti sull’uso dei fondi pubblici
Nel quadro dell’indagine c’è almeno un indagato con l’ipotesi di reato di malversazione ai danni dello Stato. Si contestano anche frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata per aver ottenuto e utilizzato erogazioni pubbliche in modo irregolare. Gli investigatori ritengono che fondi per circa 150.000 euro, erogati tra il 2018 e il 2025, siano stati sottratti o destinati a spese non giustificate.
Questi fondi sono stati messi a disposizione da vari enti: la Presidenza del Consiglio dei ministri tramite il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale, il ministero del Lavoro, 15 comuni delle province di Crotone, Cosenza e Catanzaro, la Regione Calabria, l’Azienda “Calabria Verde” e il Parco Nazionale della Sila. Tutti questi enti avevano finanziato progetti legati a servizi di volontariato, attività culturali, turistico-sociali e di assistenza.
Secondo gli accertamenti, le somme non sarebbero state spese per gli scopi previsti, ma impiegate per esigenze diverse, senza una documentazione trasparente o tracciabile. Parte dei servizi indicati nei contratti di convenzione con gli enti pubblici non sarebbe stata realizzata, o lo sarebbe stata solo in parte, configurando una frode nell’attuazione dei progetti affidati.
Impatto e futuro dell’inchiesta su “piccola italia”
Il sequestro cautelare della sede operativa e dei beni finanziari rappresenta una misura importante per bloccare ulteriori possibili illeciti. La documentazione contabile e amministrativa recuperata aiuterà a ricostruire con precisione l’uso dei finanziamenti pubblici negli ultimi sette anni.
Il ruolo dell’amministratore giudiziario servirà a preservare il patrimonio della cooperativa e a evitare che venga disperso, mentre la Procura di Crotone prosegue con gli accertamenti su possibili responsabilità penali e civili, sempre coordinate dal procuratore Domenico Guarascio.
Dalle prime ricostruzioni emerge un modo di operare che ha indebolito il sistema di sostegno sociale e culturale in diverse comunità calabresi, con effetti concreti sull’effettiva erogazione dei servizi promessi. Le indagini dovranno ora chiarire in che misura le attività della “Piccola Italia” abbiano rispettato o tradito gli impegni sottoscritti con gli enti pubblici finanziatori.