sequestrato un pugnale in pietra lavica e quattro tartarughe protette nei controlli a Isola di Capo Rizzuto

sequestrato un pugnale in pietra lavica e quattro tartarughe protette nei controlli a Isola di Capo Rizzuto

I carabinieri di Isola di Capo Rizzuto sequestrano un pugnale antico in pietra lavica e quattro tartarughe Testudo Hermanni, denunciando due persone per detenzione illegale e proteggendo patrimonio culturale e fauna protetta.
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I carabinieri di Isola di Capo Rizzuto hanno sequestrato un pugnale antico in pietra lavica, bene archeologico, e quattro tartarughe protette, denunciando due persone per detenzione illegale. - Gaeta.it

Un intervento dei carabinieri a Isola di Capo Rizzuto ha portato al sequestro di un pugnale antico in pietra lavica, riconosciuto come bene archeologico, e di quattro tartarughe Testudo Hermanni, specie protetta e minacciata di estinzione. Le operazioni hanno coinvolto più reparti e hanno portato a denunce per il possesso illegale degli animali.

I dettagli dell’operazione e i reparti coinvolti

L’attività di controllo si è svolta a Isola di Capo Rizzuto, comune in provincia di Crotone, durante una serie di perquisizioni coordinate dai carabinieri della Tenenza locale. L’intervento ha visto la partecipazione dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, del Nucleo carabinieri Parco di Cotronei, del Nucleo cinofili di Vibo Valentia e di altri reparti della Compagnia di Crotone. La presenza di diverse unità ha evidenziato la complessità e la portata dell’operazione.

Le verifiche si sono concentrate su abitazioni e locali sospetti, in un contesto in cui la tutela del patrimonio culturale e della fauna protetta è particolarmente rilevante. Le forze dell’ordine hanno agito con l’obiettivo di scoprire e bloccare traffici illeciti di beni storici e animali a rischio. L’azione ha portato al sequestro di un pugnale antico, fattore che ha richiesto una particolare attenzione da parte degli archeologi per la catalogazione del manufatto.

Il pugnale in pietra lavica: un reperto di valore archeologico

Il pugnale sequestrato è realizzato in pietra lavica, materiale tipico delle regioni vulcaniche. È stato classificato come bene archeologico, dunque sottoposto a tutela secondo la normativa vigente. L’età precisa non è stata comunicata, ma l’oggetto si inserisce nella categoria di manufatti di rilevanza storica che offrono informazioni sulla vita e le pratiche di popolazioni passate.

Il recupero di questo pugnale permette di conservare un pezzo di storia destinato al patrimonio collettivo. L’azione dei carabinieri ha impedito che il reperto finisse in mani non autorizzate o nel mercato nero. I beni simili trovati fuori dai canali ufficiali rischiano di andare perduti per la ricerca e la conoscenza storica.

In situazioni come questa, le autorità competenti si occupano di valutare autenticità, provenienza e conservazione del reperto, avviando le procedure per garantirne il mantenimento e la fruizione pubblica. La tutela di oggetti di questo genere aiuta a salvaguardare tracce importanti del passato.

Le tartarughe protette e le denunce per detenzione illegale

Oltre al reperto archeologico, i carabinieri hanno trovato quattro tartarughe della specie Testudo Hermanni. Questa specie di rettile è tutelata dalla legge europea e nazionale, in quanto considerata a rischio di estinzione. La sua presenza negli ambienti naturali è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi locali.

Il possesso delle tartarughe senza autorizzazioni è vietato. Per questo motivo, due persone sono state denunciate a piede libero per detenzione illegale di animali protetti. La normativa vieta anche il commercio e il trasferimento non autorizzati di questi esemplari. L’intervento ha così bloccato un possibile traffico illecito di fauna.

Gli esemplari sequestrati saranno affidati a centri specializzati per la loro custodia e tutela. Le autorità promuovono anche azioni di sensibilizzazione sulla conservazione delle specie minacciate, coinvolgendo la comunità e gli operatori del territorio. Il rispetto delle regole contribuisce a mantenere viva la biodiversità.

L’importanza di controlli mirati per patrimonio culturale e ambiente

Operazioni come quelle svolte a Isola di Capo Rizzuto dimostrano come la collaborazione tra diverse unità dei carabinieri possa portare a risultati concreti nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali e animali protetti. Questi interventi sono decisivi per impedire la dispersione di oggetti storici e la riduzione della fauna minacciata.

Una vigilanza capillare aiuta a salvaguardare elementi preziosi del nostro passato e della natura, mettendo in luce attività illegali che spesso si svolgono nel territorio senza pubblicità. L’attenzione rivolta a situazioni specifiche contribuisce a tutelare il patrimonio italiano in tutte le sue forme.

Attraverso operazioni di questo tipo, si rafforza la rete di controllo e si promuove il rispetto delle leggi. Le forze dell’ordine mantengono alta la pressione sulle dinamiche illecite, confermandosi attori chiave nella conservazione culturale e ambientale del paese.

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