Nei controlli effettuati nelle ultime settimane sui rifugi e punti di ristoro dell’appennino emiliano-romagnolo, i carabinieri del Nas di Bologna hanno sequestrato un quantitativo importante di alimenti scaduti da anni. Oltre 700 chili di carni di daino, cervo, cinghiale e bovino, insieme a trote salmonate, salumi, latticini e bevande sono stati tolti dalla circolazione, visto che venivano impiegati per preparare piatti destinati a clienti e escursionisti.
I controlli nelle strutture ricettive: numeri e sanzioni
Durante il mese di verifiche, sono stati eseguiti 16 controlli in rifugi, locande e punti di ristoro nelle zone montane dell’Emilia-Romagna. Soltanto quattro attività hanno superato le ispezioni senza riscontrare irregolarità, mentre in molti altri casi sono emerse violazioni gravi riguardo alla gestione degli alimenti e alle condizioni igieniche.
Di conseguenza, quattro esercizi sono stati sospesi in via precauzionale; il valore commerciale dei locali interessati si aggira sui 2 milioni e 600mila euro. Le multe comminate ammontano a 27mila euro complessivi. Tutte le segnalazioni sono state inviate alle Ausl competenti, che ora valutano gli ulteriori provvedimenti.
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Questi interventi si inseriscono in una più ampia azione di controllo finalizzata a tutelare la salute dei consumatori in luoghi molto frequentati da turisti ed escursionisti durante tutto l’anno.
Le condizioni igienico-sanitarie nelle cucine e nei magazzini
Le ispezioni hanno rilevato una serie di situazioni poco consone alle norme igieniche. In diversi magazzini e aree cucina, animali domestici come cani e gatti si muovevano liberamente tra gli alimenti, compromettendo la salubrità degli spazi.
In alcuni locali, le cucine presentavano segni evidenti di scarsa manutenzione: pareti e soffitti con intonaco scrostato e annerito dal fumo dei camini, oltre a ragnatele e muffe che occupavano gli ambienti di stoccaggio delle provviste.
I carabinieri hanno anche verificato condizioni igieniche inaccettabili, come un laboratorio abusivo per la produzione di pasta all’uovo allestito in un garage. Qui il pavimento risultava pieno di escrementi di roditori, un serio rischio per la sicurezza alimentare.
Violazioni nelle modalità di conservazione e mancanza di tracciabilità
Tra le altre anomalie, sono state individuate apparecchiature non pulite, comprese affettatrici e impastatrici, che venivano utilizzate per la preparazione del cibo. Alcune conserve di verdure e confetture non erano sottoposte a procedure di pastorizzazione necessarie per garantirne la sicurezza.
Inoltre, in una struttura i carabinieri hanno trovato 5 chili di tartufo nero senza alcuna documentazione che ne attestasse la provenienza e la tracciabilità.
Un’altra struttura deteneva 6 chili di funghi porcini essiccati, senza i certificati di commestibilità forniti da autorità sanitarie, indispensabili per evitare rischi di intossicazione.
In un caso particolare, un congelatore a pozzetto veniva usato in un bagno privato, all’interno dei locali di una delle attività ispezionate, una condizione fuori da qualunque norma igienica e sanitaria.
Queste operazioni arrivano a pochi mesi dall’inizio della stagione turistica in montagna, confermando la necessità di controlli rigorosi per la tutela pubblica. Le autorità proseguiranno con la vigilanza per ridurre rischi e garantire condizioni più sicure ai consumatori e a chi lavora in quei locali.