Nel comune di san tammaro, in provincia di caserta, i carabinieri forestali hanno scoperto uno smaltimento non autorizzato di reflui zootecnici in un allevamento di bufale. La questione ha preso risalto dopo un controllo che ha portato al sequestro dell’intera azienda, con contestuale denuncia dei titolari per gestione illecita dei rifiuti.
Il controllo dei carabinieri forestali a san tammaro
Durante un’ispezione svolta dai carabinieri forestali di marcianise, l’attenzione si è concentrata su un allevamento bufalino dove gli investigatori hanno notato che i reflui degli animali venivano smaltiti direttamente sul terreno. Questa pratica ha causato la formazione di una vera e propria pozza di liquidi di scarto, senza però la presenza di un fosso di guardia perimetrale, che avrebbe dovuto contenere e gestire i rifiuti in modo sicuro.
Rilievi effettuati sul posto
Dietro al fabbricato adibito a stalla, è stato rinvenuto un canale per lo scolo delle acque bianche, ma anche questo era pieno di reflui zootecnici. Questi rifiuti provenivano da feritoie collocate alla base del muro della stalla, da dove passano gli animali, dimostrando che il processo di smaltimento era inadeguato e non rispondeva alle norme ambientali per la protezione del suolo e delle acque superficiali.
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Mancanze amministrative e violazioni ambientali
L’intervento dei carabinieri ha messo in luce anche la carenza di documentazione obbligatoria da parte dei titolari dell’azienda. In particolare, non era stato presentato alla regione campania il piano di utilizzazione agronomica degli effluenti, documento che regolamenta l’impiego di questi residui in modo da evitare danni ambientali.
Implicazioni della violazione normativa
Questa omissione si traduce in una violazione della normativa regionale e nazionale riguardante l’uso responsabile dei reflui agricoli, soprattutto quelli derivanti dall’allevamento di bestiame. Senza un progetto che stabilisca dove e come spargere i reflui, si rischia la contaminazione del terreno e delle falde acquifere, con possibili implicazioni sulla salute pubblica e sull’ambiente locale.
Conseguenze legali e sequestro dell’allevamento
A seguito degli accertamenti, i responsabili dell’allevamento sono stati denunciati per gestione illecita di rifiuti speciali. La normativa italiana considera i reflui zootecnici rifiuti nel momento in cui vengono smaltiti senza autorizzazioni o in modo non conforme, quindi la loro dispersione incontrollata rientra in questa fattispecie penale.
Misura adottata contro l’allevamento
La misura più severa adottata è stata il sequestro dell’intera azienda zootecnica, comprese le bufale allevate. Questo provvedimento impedisce la prosecuzione dell’attività fino a quando non saranno rimossi i problemi ambientali e regolamentari che hanno portato alla denuncia. Le autorità intendono così tutelare l’ecosistema locale e garantire il rispetto delle leggi in materia di rifiuti e tutela del suolo.
La vicenda evidenzia l’importanza di gestire correttamente gli scarti delle attività agricole, soprattutto quelle di allevamento, per evitare danni che si riflettono sull’ambiente e sui cittadini residenti nelle aree circostanti. Il caso di san tammaro rappresenta un richiamo alla necessità di controlli regolari e all’applicazione rigorosa delle norme ambientali.