Una scuola dell’infanzia nel trevigiano ha organizzato una visita alla moschea locale, coinvolgendo i bambini in un momento di dialogo con l’imam. L’iniziativa aveva suscitato attenzione e richieste di approfondimento da parte del ministero dell’istruzione e del merito. Dopo le verifiche, il direttore dell’ufficio scolastico regionale del Veneto, Marco Bussetti, ha ritenuto l’attività conforme ai regolamenti educativi vigenti, accendendo un dibattito sul valore delle esperienze interculturali nella scuola.
Le verifiche ministeriali sull’iniziativa educativa
All’inizio di questa settimana, ispettori inviati dal ministero dell’istruzione hanno effettuato controlli presso la scuola dell’infanzia coinvolta nella visita alla moschea. Lo scopo era accertare la regolarità delle attività svolte e valutare se fossero rispettosi delle linee guida educative. L’ufficio scolastico regionale del Veneto ha preso in esame il progetto pedagogico che prevedeva l’uscita didattica e il confronto con l’imam del luogo.
Dai rilievi condotti non sono emerse irregolarità. La scuola ha dimostrato di aver agito nel quadro di un percorso definito e approvato, senza uscire dai limiti istituzionali previsti dal proprio piano educativo. Le verifiche hanno chiarito anche che i genitori dei bambini partecipanti erano stati informati e avevano espresso il loro consenso all’uscita e agli incontri previsti. Si è voluto così rispondere alle sollecitazioni di prefezioni e amministratori interessati a fugare dubbi sulla correttezza dell’iniziativa.
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La posizione dell’ufficio scolastico regionale
Marco Bussetti, direttore dell’ufficio, ha confermato la legittimità dell’iniziativa spiegando che la scuola ha agito in maniera trasparente e nel rispetto delle regole. Ha sottolineato che l’attività vuole rappresentare un’occasione di crescita per i bambini, favorendo l’apertura al confronto con realtà religiose e culturali diverse. “Il progetto educativo non ha riscontrato deviazioni né elementi critici che potessero sconsigliare l’esperienza.”
Bussetti ha anche fatto presente che simili visite rappresentano un metodo efficace per insegnare il valore della convivenza e il rispetto reciproco. Questo approccio, inserito nel curriculum scolastico, aiuta i più piccoli a conoscere le differenze senza pregiudizi, avvicinandoli a culture diverse dalla propria in modo pacato e diretto. La visita alla moschea, infatti, ha visto i bambini dialogare con l’imam, non come semplici spettatori, ma partecipi a un approfondimento di temi sociali e civili.
Reazioni di genitori e comunità locale
Alcune famiglie avevano manifestato il proprio malcontento per quanto definito “polemiche e strumentalizzazioni”. In un comunicato pubblico hanno lamentato che il senso dell’iniziativa venga spesso frainteso e usato con intenti politici o ideologici. Per loro, la visita ha rivestito un ruolo educativo importante, inserito in un percorso teso a promuovere la conoscenza e il dialogo multiculturale fin dall’infanzia.
Questi genitori hanno ribadito la volontà di sostenere tali occasioni di apprendimento e confronto, ritenendo fondamentale che le nuove generazioni imparino a riconoscere le differenti culture e religioni presenti nel paese con rispetto e curiosità. La loro difesa ha contribuito a stemperare le tensioni e a riportare l’attenzione sul valore formativo e civico della proposta scolastica.
Un dibattito più ampio in veneto
Il dibattito in Veneto riflette un tema più ampio, comune a molte comunità italiane, dove l’educazione interculturale nel mondo della scuola a volte incrocia sensibilità e opinioni divergenti. Il caso ha dimostrato quanto sia delicato avvicinare bambini a realtà diverse, ma anche quanto sia necessario farlo per creare una società più inclusiva e consapevole.