Nel distretto di San Pablo, a circa due ore da Cusco, è stata individuata una formazione geologica che ha attirato l’attenzione internazionale. Si tratta di un cono alto appena 60 centimetri, definito il vulcano più piccolo del mondo. Questo fenomeno naturale, privo di pericoli per persone e animali, potrebbe diventare una nuova meta turistica in Perù. La particolare scoperta ha scatenato il dibattito tra scienziati e appassionati, che hanno approfondito la natura del piccolo rilievo e il suo significato culturale.
La scoperta del “volcancito” nel cuore delle ande peruviane
La zona in cui è stato individuato il piccolo vulcano si trova in una regione montuosa delle Ande, vicina a Cusco, una città nota per il turismo legato alla cultura Inca e al sito di Machu Picchu. Il vulcano, soprannominato “volcancito” dai locali per le sue ridotte dimensioni, si presenta come un cono di fango alto appena 60 centimetri. Questa dimensione lo rende unico nel suo genere, ponendo nuove domande sul modo in cui si classificano i vulcani in base alle loro caratteristiche fisiche ed eruttive.
La formazione rappresenta un’attrazione potenziale, dato che non emette lava e non minaccia la stabilità dell’ambiente circostante. La mancanza di un pericolo legato all’attività vulcanica tradizionale ha aiutato a promuovere la curiosità turistica nella zona, suggerendo un’interessante combinazione tra natura e cultura locale. Questa scoperta è stata segnalata dai media peruviani e internazionali già nei primi mesi del 2025, ampliando la visibilità della regione San Pablo, meno nota rispetto a Cusco ma ricca di fenomeni naturali.
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“el ojo de águila”: il significato culturale dietro al piccolo vulcano
Il “volcancito” ha ricevuto un nome più suggestivo da un residente locale chiamato Arturo Mamani, che lo ha definito “El Ojo de Águila”, cioè “l’occhio dell’aquila”. Questa denominazione nasce dall’aspetto del cono, che visto dall’alto ricorda l’occhio di un’aquila calva. Gli uccelli rapaci come l’aquila e il condor sono figure sacre in molte popolazioni indigene delle Ande, simboli di vigilanza e protezione.
Il legame culturale sottolinea l’importanza di interpretare anche i fenomeni naturali alla luce delle tradizioni locali. Il nome attribuito al vulcano più piccolo del mondo non è quindi casuale e riflette il rispetto profondo delle comunità per gli elementi naturali. Questo dettaglio dimostra come geologia e cultura si incontrino frequentemente nelle regioni montuose del Perù, dove la natura sostiene il racconto e le credenze delle popolazioni native.
Le prime ipotesi e la verifica scientifica sul piccolo cono
Inizialmente, alcune persone pensavano che la formazione potesse essere un geyser, vista la presenza di bolle di gas che risalivano dal cono. L’eruzione osservata non prevedeva lava ma fango o argilla, un fatto insolito per un vulcano tradizionale. Questa differenza ha suscitato dubbi sull’effettiva natura del cono e sulla correttezza della classificazione come vulcano.
L’Istituto Geofisico del Perù è intervenuto con un sopralluogo per chiarire i fatti. Gli esperti hanno confermato che la struttura non presenta caratteristiche vulcaniche classiche, ma si tratta di un vulcano di fango, un fenomeno geologico in cui i gas sotterranei sollevano sedimenti argillosi mischiati ad acqua e li spingono in superficie formando piccoli coni.
Vulcano di fango: definizione e diffusione nel mondo
Il vulcano di fango è una formazione naturale creata dalla risalita di gas sotterranei come metano e anidride carbonica. Questi gas trascinano con sé fango e acqua, che si accumulano in un cono caratteristico con un’apertura centrale. Sebbene il fenomeno venga chiamato vulcano, non è associato all’attività magmatica tipica dei vulcani tradizionali.
Questi vulcani si trovano in diverse parti del mondo oltre al Perù. Negli Stati Uniti sono presenti nel Parco nazionale di Yellowstone e nella regione del Copper River Basin in Alaska. Si trovano anche in Romania e altre zone geologicamente attive. La loro presenza indica movimenti di gas sotterranei, ma spesso senza rischio di eruzioni pericolose. Nel caso del “volcancito” peruviano, il fenomeno rimane stabile e non rappresenta una minaccia.
Le osservazioni scientifiche hanno permesso di distinguere con chiarezza questa formazione da un vulcano tradizionale, sottolineando l’importanza di visite sul campo e analisi specifiche. La scoperta valorizza l’area di San Pablo mettendo in risalto aspetti naturalistici poco conosciuti e aprendo spazi di ricerca sulla varietà dei processi geologici nelle Ande.