La ricerca su Marte ha raggiunto un nuovo traguardo con la prima conferma della presenza di acqua allo stato liquido all’interno della crosta marziana. Questa scoperta, emersa dall’analisi dei dati del lander InSight della NASA, cambia la prospettiva sulle risorse idriche del pianeta rosso e potrebbe influenzare futuri programmi di esplorazione e colonizzazione.
Come insight ha monitorato i terremoti su marte
Il lander InSight, atterrato su Marte nel 2018, ha raccolto informazioni fondamentali grazie al suo sismometro altamente sensibile. Per quasi quattro anni ha rilevato movimenti tellurici chiamati “mars quakes”, eventi sismici che hanno rivelato dettagli prima sconosciuti sulla struttura interna del pianeta. Complessivamente sono stati registrati oltre 1.300 terremoti, offrendo una quantità rara di dati sul comportamento geologico di Marte. Questo monitoraggio ha permesso di studiare come le onde sismiche si propagano nel sottosuolo roccioso, aprendo la strada alla recente scoperta di acqua liquida a grande profondità.
Analisi delle onde sismiche per individuare l’acqua
Gli studiosi hanno analizzato la velocità e la natura delle onde generate dai terremoti marziani per capire che tipo di materiale si trova nel sottosuolo. Come spiegato dal professor Michael Manga, questa tecnica si ispira ai metodi usati sulla Terra per ricercare risorse come acqua o petrolio. Le onde si rallentano in presenza di liquidi, creando un chiaro segnale distintivo separato dalle onde che attraversano solo materiale solido o congelato. Così è stato possibile individuare serbatoi d’acqua liquida a diverse migliaia di metri di profondità sotto la crosta marziana.
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Caratteristiche e conseguenze della scoperta dell’acqua su marte
La riserva individuata si estende a una profondità stimata fra i 10 e i 20 chilometri, molto sotto la superficie e lontano dalle regioni polari dove l’acqua è presente in forma di ghiaccio. Pur essendo stata individuata sotto il sito di atterraggio di InSight, la scoperta lascia ipotizzare che formazioni simili esistano altrove sul pianeta. Se questa ipotesi si conferma, Marte conterrebbe acqua liquida in quantità tali da coprire una vasta parte della superficie con uno strato spesso più di mezzo miglio. Queste condizioni lasciano spazio a riflessioni importanti sugli habitat potenziali nel sottosuolo e sulle strategie di ricerca di vita su Marte.
Ostacoli tecnici e sfide per ottenere l’acqua
La profondità delle riserve d’acqua rende però molto complesso ogni tentativo di estrazione per eventuali missioni umane. Pozzi di oltre dieci chilometri richiederebbero tecnologie avanzate di perforazione non ancora disponibili per spedizioni spaziali. Queste difficoltà evidenziano limiti concreti per programmi di colonizzazione come quelli proposti da Elon Musk, finora focalizzati su risorse più facilmente accessibili. Resta tuttavia un grande stimolo per progettare future sonde e robot capaci di esplorare strati più profondi del pianeta, ampliando la comprensione dell’ambiente marziano e delle sue risorse nascoste. I dati ottenuti da InSight rappresentano un punto di partenza solido per nuove missioni scientifiche che cercheranno di confermare e studiare più da vicino questi depositi d’acqua liquida.