Nella capitale, un’azione di controllo incrociato sui database dell’Ama e dell’Aequa Roma ha rivelato l’esistenza di oltre 145mila utenze non registrate, che non hanno mai versato la Tari. Questo fenomeno ha messo in luce un problema di evasione fiscale e morosità che coinvolge un totale di 363mila utenze, portando a una serie di avvisi di accertamento e recupero tributi. L’operazione ha l’obiettivo di riportare alla luce i contribuenti non in regola, garantendo così un ripristino delle finanze comunali.
Utenze fantasma e livellamento delle morosità
L’accertamento di 145mila utenze fantasma costituisce un campanello d’allerta per l’amministrazione. Queste utenze, classificate come “fantasma”, si riferiscono a persone, negozi o aziende che non figurano negli elenchi ufficiali e di conseguenza non ricevevano alcun avviso di pagamento. Grazie all’operazione di verifica, sono stati emessi 145.019 avvisi di accertamento, rivelando un significativo divario fiscale che l’amministrazione è determinata a sanare.
A queste utenze si aggiungono i 218mila morosi, cioè coloro che, pur avendo ricevuto i bollettini, hanno scelto di non pagare o di versare solo una parte dell’importo dovuto. La situazione è complessa e si lascia intravedere un’ampia gamma di cause alla base di questa morosità. In riferimento alle utenze fantasma, il Comune ha avviato il recupero dei tributi dovuti, ma al momento solo 43.622 posizioni sono risultate saldate. Degli oltre 28mila tentativi di autotutela, il 31% ha visto il proprio ricorso respinto, mentre il 25% è stato accolto parzialmente.
Un “buco” finanziario da cittadini e imprese
Il totale accumulato da evasione totale e morosità ha raggiunto proporzioni significative. Gli evasori fiscali hanno accumulato un debito di 297 milioni, a cui si sommano i 207 milioni derivanti dai morosi. Questo insieme di cifre evidenzia un “calderone” di oltre mezzo miliardo di euro. La situazione è aggravata dalla presenza di diverse categorie di contribuenti non in regola: ci sono coloro che non si sono mai registrati presso l’Ama, ma anche affittuari inadempienti e imprenditori che non dichiarano correttamente le proprie attività.
L’amministrazione comunale, attraverso un potenziamento delle politiche fiscali e un innalzamento della comunicazione con i cittadini, si è preparata a contrastare questa situazione. Negli ultimi mesi, grazie a misure di recupero, si è già registrato un introito di circa 50 milioni di euro, rendendo evidente l’importanza della lotta all’evasione come strumento di recupero delle risorse per migliorare i servizi pubblici.
L’approccio rinnovato della gestione fiscale
Giulia Tempesta, presidente della commissione Bilancio, ha sottolineato come il nuovo approccio di interazione fiscale tra Ama e cittadini stia dando risultati tangibili, con benefici per la comunità e la città. Questo cambiamento nelle modalità di comunicazione ha come obiettivo principale quello di garantire maggiore trasparenza e incentivare i contribuenti a mettersi in regola. Tuttavia, non mancano le critiche, con alcuni membri dell’opposizione che affermano come manchino ancora circa 200 milioni di euro da recuperare.
La sfida per il Comune di Roma rimane alta, con l’intenzione di continuare a lavorare su questa problematica al fine di ridurre i debiti tributari e ristabilire un maggior equilibrio nei conti pubblici. L’azione intrapresa segna la volontà di mettere un freno a comportamenti evasivi, mirando non solo al recupero economico, ma anche a un ripristino della fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni locali.