A roma scoppia la polemica sullo sportello anti-violenza dedicato agli uomini maltrattati nel vi municipio

A roma scoppia la polemica sullo sportello anti-violenza dedicato agli uomini maltrattati nel vi municipio

A Roma, nel VI municipio delle Torri, l’apertura di uno sportello per uomini vittime di violenza psicologica scatena un acceso scontro politico tra destra e giunta capitolina guidata da Monica Lucarelli.
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A Roma, nel VI municipio, l’apertura di uno sportello di ascolto per uomini vittime di violenza domestica ha scatenato un acceso dibattito politico tra destra e sinistra, evidenziando tensioni sul riconoscimento e il supporto alle vittime maschili. - Gaeta.it

La città di Roma si trova ancora una volta al centro di un acceso dibattito politico che riguarda il riconoscimento della violenza domestica subita dagli uomini. Nel vi municipio delle Torri, la scelta di aprire uno sportello di ascolto per uomini vittime di violenza ha scatenato uno scontro tra le forze di destra e sinistra, coinvolgendo anche la giunta capitolina. Il tema, delicato e complesso, si trasforma così in un terreno di confronto acceso che concentra l’attenzione sull’effettiva necessità di servizi di supporto specifici e sulle tensioni politiche che circondano la questione.

L’istituzione dello sportello anti-violenza nel vi municipio: l’intervento dei partiti di destra

Il vi municipio di Roma, governato da una maggioranza di destra, ha approvato una delibera per creare uno sportello di ascolto dedicato agli uomini che subiscono violenza psicologica da parte delle donne. L’iniziativa ha preso forma nel centro commerciale Roma Est, in via Vincenzo Bonifati 1, dove si trovano anche gli uffici anagrafici del municipio. La decisione mira a dare una risposta concreta a un fenomeno riconosciuto ma poco indagato: la violenza di genere che colpisce il sesso maschile, soprattutto in forme meno visibili come la violenza psicologica e l’alienazione parentale.

Non esistono statistiche ufficiali precise sulla dimensione del fenomeno. Tuttavia, chi ha vissuto in situazioni difficili nei contesti familiari sa bene che la sofferenza maschile spesso resta nascosta e poco considerata. Lo sportello, affidato a un nucleo di assistenti sociali locali, ha l’obiettivo di offrire uno spazio di ascolto per chi si trova invischiato in relazioni caratterizzate da forme di abuso psicologico e ricatti emotivi. La delibera ha acceso il dibattito, perché c’è chi ritiene urgente sostenere anche queste vittime, mentre altri la vedono come un’iniziativa discutibile e potenzialmente divisiva.

La natura della violenza psicologica e l’alienazione parentale nei contesti familiari maschili

Il nucleo della delibera sottolinea come la violenza contro gli uomini si manifesti prevalentemente in ambiti psicologici più che fisici, e spesso si traduca in dinamiche di alienazione parentale. Si tratta di una forma di abuso dove, in seguito a separazioni o divorzi, uno dei partner sottrae al genitore l’accesso ai figli o manipola la loro percezione verso l’ex compagno, generando gravi difficoltà emotive.

Per gli uomini vittime, il peso di questa situazione si somma alle tensioni di dover provvedere economicamente in un contesto in cui sono spesso accusati ingiustamente e messi in cattiva luce. Le azioni compiute dall’altro genitore, che possono includere veri e propri stalkings psicologici, compromettono i legami familiari e aggravano la pressione emotiva su chi subisce. Lo sportello mira a intercettare queste situazioni e a fornire un aiuto concreto con operatori sociali, ma lo scontro politico ha finito per oscurare l’obiettivo di dare sollievo a queste persone.

La reazione della giunta capitolina e le critiche dell’assessora monica lucarelli

La giunta capitolina, con Monica Lucarelli assessora alle attività produttive e pari opportunità, è intervenuta con fermezza contro l’apertura dello sportello. Lucarelli ha definito la delibera “una ferita inferta alle donne” e ha accusato il municipio di aver ignorato il “libro bianco sul contrasto alla violenza maschile contro le donne” stilato dal governo Meloni pochissimi mesi prima.

Secondo l’assessora, parlare di uomini maltrattati equivale a legittimare pratiche come l’alienazione parentale, che nel documento governativo è ritenuta una teoria senza fondamento scientifico usata per sminuire le denunce delle donne e giustificare la sottrazione dei figli. Ha sottolineato la difficoltà delle donne vittime di violenza, che spesso subiscono una seconda forma di oppressione dalle istituzioni, tra cui forze dell’ordine e servizi sociali, i quali non sempre comprendono fino in fondo la loro sofferenza.

Lucarelli ha chiesto un intervento diretto del presidente Meloni per fermare “questa iniziativa inaccettabile”, definendo lo sportello un atto politico dannoso e chiedendone il ritiro immediato. La sua posizione alimenta un conflitto che va oltre la questione pratica e si concentra sul riconoscimento istituzionale e culturale della violenza in tutte le sue forme.

La politica e lo scontro sul tema della violenza di genere a roma: una questione divisa tra tifoserie

La disputa che si è creata attorno allo sportello anti-violenza per uomini riflette uno scontro politico più ampio, che spesso riduce temi di grande sensibilità a contese ideologiche dai toni accesi. La destra del vi municipio parla di bisogno di ascolto e supporto a chi subisce abusi emotivi e psicologici, mentre la sinistra e la giunta capitolina vedono questa iniziativa come una delegittimazione della lotta contro la violenza sulle donne, ancora fin troppo presente nella società.

Il risultato è una battaglia a colpi di dichiarazioni e accuse, che rischia di lasciare indietro le vittime. L’assenza di un dialogo costruttivo e la trasformazione della questione in polemica politica trascura la realtà delle sofferenze che possono attraversare entrambi i sessi. Questa divisione fa emergere come a Roma, ancora oggi, manchi un approccio capace di affrontare la violenza domestica e familiare secondo le singole storie e necessità.

Il caso del vi municipio mostra come anche nell’anno 2025 questa problematica possa essere strumentalizzata, spingendo a una polarizzazione che non offre soluzioni reali. Resta aperta dunque la sfida di far incontrare esigenze opposte dentro un sistema di servizi sociali e istituzionali che sappiano ascoltare senza pregiudizi.

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