Il 22 maggio si terrà uno sciopero di 24 ore che coinvolgerà i lavoratori della sanità privata e del settore socio-sanitario accreditato. L’adesione riguarda diverse sigle sindacali e porterà a interruzioni e ritardi in prestazioni non urgenti su tutto il territorio nazionale, con un presidio previsto davanti al Ministero della Salute a Roma. L’evento si configura come una tappa significativa in un contesto di controversie legate ai contratti di lavoro e alle condizioni operative del comparto.
Motivazioni dello sciopero nel settore sanitario privato e socio-sanitario accreditato
Lo sciopero del 22 maggio nasce da una lunga attesa per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali dei lavoratori della sanità privata e socio-sanitaria. Più di 200.000 addetti, tra infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari e personale amministrativo, sono coinvolti direttamente nella protesta. Il nodo centrale riguarda il mancato adeguamento salariale e la mancanza di aggiornamenti sulle normative che regolano i loro rapporti di lavoro.
Le sigle sindacali chiedono, oltre al rinnovo contrattuale, l’introduzione di regole chiare e vincolanti per l’accreditamento delle strutture private che ricevono finanziamenti pubblici. Tra i punti più citati dai rappresentanti è la necessità di garanzie sul rispetto dei diritti dei lavoratori, salari congrui e dotazioni organiche adeguate, condizioni che devono equivalere a quelle presenti nella sanità pubblica. Le organizzazioni sindacali esortano le Regioni a inserire questi criteri come presupposto obbligatorio per il mantenimento degli accreditamenti, contrastando quello che definiscono un “scarico del rischio d’impresa” sulle spalle del personale e sulla collettività.
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Ripercussioni su servizi, prestazioni e utenti
L’astensione dal lavoro interesserà nell’immediato soprattutto le prestazioni sanitarie non urgenti. Servizi ambulatoriali, ricoveri programmati e attività svolte in centri di riabilitazione e case di cura private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale potranno subire cancellazioni, ritardi o sospensioni temporanee. Gli utenti sono stati invitati a monitorare le proprie prenotazioni e, in caso di appuntamenti fissati automaticamente, a valutare un nuovo calendario per accedere alle prestazioni.
Il blocco delle attività potrebbe produrre disagi anche per chi non aderisce direttamente allo sciopero. A Roma, il presidio davanti al Ministero della Salute comporterà chiusure stradali, deviazioni del traffico e rallentamenti che coinvolgeranno l’area circostante. In aggiunta alla capitale, si attendono raduni davanti a enti importanti come l’Associazione Italiana Ospedalità Privata e l’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari, con una partecipazione allargata anche al personale che opera in queste strutture.
Dinamiche di mobilitazione e richieste davanti alle istituzioni
La manifestazione a Roma assumerà un ruolo centrale nella protesta, rappresentando il punto di convergenza dei lavoratori e delle sigle sindacali. Il presidio davanti al Ministero della Salute serve a dare visibilità alle richieste e alla situazione critica che si è venuta a creare nel settore della sanità privata e socio-sanitaria accreditata.
In questa occasione, i rappresentanti sindacali denunceranno la mancata attenzione data al settore da parte delle istituzioni, evidenziando come la mancata definizione contrattuale e la carenza di regole sulla qualità dei servizi e delle condizioni di lavoro stiano creando un clima di insoddisfazione e incertezza. Le richieste di salari più adeguati e tutele più stringenti sono accompagnate dalla richiesta che le Regioni assumano un ruolo attivo, inserendo criteri precisi per il mantenimento degli accreditamenti.
L’adesione all’iniziativa coinvolge tutto il personale del comparto, con un’attenzione particolare ai lavoratori che si trovano maggiormente esposti, come gli infermieri e i fisioterapisti, ma anche figure amministrative e di supporto. L’obiettivo è spingere sulle istituzioni per ottenere un confronto che porti a decisioni rapide e concrete e a una più chiara regolamentazione del settore.