Nella giornata di oggi, i lavoratori della scuola e dell’università hanno preso parte a una manifestazione significativa davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito per protestare contro le politiche del governo riguardanti i salari e il welfare pubblico. La mobilitazione è stata indetta dalla Funzione Pubblica della CGIL , con il supporto di diversi sindacati e studenti, tutti uniti dalla convinzione che l’investimento in istruzione e ricerca sia fondamentale per il futuro del Paese.
La voce dei rappresentanti sindacali
Natale Di Cola, segretario generale della CGIL Roma e Lazio, ha espresso chiaramente il motivo della protesta, sottolineando la contrarietà a qualsiasi riduzione dei salari e chiedendo un cambio di rotta nelle politiche pubbliche. “Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo”, ha affermato Di Cola, evidenziando l’importanza di fondamentali settori come la scuola e la sanità. Secondo lui, senza investimenti adeguati in questi ambiti, non esiste un futuro per le nuove generazioni e per il Paese stesso.
In linea con queste affermazioni, Alessandro Rapezzi, segretario nazionale, ha ribadito la necessità di stabilire delle priorità nel bilancio pubblico. “Non si sta investendo in istruzione e ricerca”, ha commentato, rimarcando come queste due aree possano offrire un futuro migliore per i giovani, garantendo uno sviluppo sostenibile e duraturo.
La realtà scolastica e la mobilitazione
Durante la manifestazione, Di Cola ha fatto notare che un gran numero di scuole è rimasto chiuso sia a Roma che nel Lazio, un segnale eloquente della partecipazione attiva e della mobilitazione di insegnanti e personale scolastico. “Questo ci dà la forza di continuare il percorso di mobilitazione”, ha detto.
Il segretario generale della Flc Cgil Roma e Lazio, Alessandro Tatarella, ha messo in evidenza la ferma volontà di mantenere una mobilitazione costante, dichiarando che quella odierna rappresenta solo l’inizio di un processo che porterà allo sciopero generale programmato per il 29 novembre. Le richieste sono chiare: il rinnovo del contratto e un adeguato finanziamento per il triennio 2022-2024, insieme a misure concrete per la stabilizzazione dei lavoratori precari.
La partecipazione degli studenti e i messaggi simbolici
Alla protesta hanno preso parte anche numerosi studenti, rappresentanti delle associazioni universitarie e scolastiche, tra cui l’Unione degli Studenti e la Rete degli studenti medi. Durante l’evento, sono state esposte diverse bandiere e cartelli, alcuni dei quali caricaturali, raffiguranti il ministro Valditara come un dinosauro in pericolo di estinzione. Tali rappresentazioni hanno l’intento di attirare l’attenzione sulle problematiche del sistema educativo.
Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, ha richiamato l’importanza della stabilizzazione dei docenti precari, sottolineando che ciò è cruciale non solo per garantire una continuità didattica ma anche per migliorare la qualità del servizio educativo. Durante la stessa manifestazione, sono stati esposti oggetti simbolici come zucche e costumi tematizzati per rendere evidente il messaggio di allerta contro l’imminente crisi della scuola pubblica.
Le mobilitazioni odierne indicano chiaramente una crescente mobilitazione tra lavoratori e studenti, un tema che promette di rimanere al centro dell’attenzione nei prossimi mesi, in particolare in vista dello sciopero generale annunciato per il 29 novembre.