San Casciano dei Bagni: Scoperte Eccezionali nel Santuario del Bagno Grande

San Casciano dei Bagni: Scoperte Eccezionali nel Santuario del Bagno Grande

Scoperte archeologiche straordinarie a San Casciano dei Bagni: reperti di oltre 2.300 anni fa, tra cui statue di bronzo e migliaia di monete, rivelano l’importanza storica del sito termale.
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San Casciano dei Bagni: Scoperte Eccezionali nel Santuario del Bagno Grande - Gaeta.it

Un’imponente scoperta archeologica è emersa dal fondo del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni nel Lazio. Grazie a scavi prolungati, sono state portate alla luce un’eccezionale varietà di reperti che risalgono a oltre 2.300 anni fa, inclusi quattro statue di bronzo intatte, un’affascinante statua di un sacerdote bambino e migliaia di monete dall’epoca repubblicana e imperiale. Gli scavi hanno rivelato anche molto altro: serpenti bronzei, una corona d’oro e persino frammenti di uova, alcuni dei quali conservano ancora il tuorlo. Queste scoperte straordinarie, che si aggiungono a precedenti ritrovamenti del 2022, mettono in risalto l’importanza storica della zona, nota per le sue sorgenti termali e il suo legame con i culti antichi.

Il santuario del Bagno Grande

Le indagini nel santuario del Bagno Grande hanno identificato il temenos, che definisce i confini sacri dell’area. Questo muro di recinzione circondava diversi edifici, tra cui un tempio dotato di una grande vasca sacra. I resti di edifici costruiti in blocchi di travertino risalgono almeno al III secolo a.C., evidenziando l’importanza di questo luogo sin dagli antichi tempi etruschi. Gli scavi recenti hanno rimesso in luce gran parte della vasca più antica, successivamente ricostruita durante i regni degli imperatori Tiberio e Claudio, verosimilmente dopo eventi considerati prodigiosi, tra cui la caduta di un fulmine.

All’esterno della vasca, hanno preso forma strati di vita quotidiana antica, completati da resti di cerimonie e doni offerti dai fedeli nel corso dei secoli. I reperti, tra cui lucerne, unguentari in vetro, bronzetti e foglie d’oro, offrono una visione affascinante delle pratiche rituali di chi frequentava il luogo. La vasca sacra ha restituito un contesto certamente unico grazie alla protezione dell’acqua termale e del fango argilloso, ambienti preservanti per i doni votivi.

Un’interessante caratteristica delle recenti scoperte sono le offerte in metallo pregiato: sono state rinvenute quattro statue, tra cui braccia e teste votive, accanto a strumenti di rito come una lucerna finemente decorata e un piccolo toro in bronzo, rappresentazione di un contesto agro-pastorale a cui la comunità era molto legata. Negli scavi, si segnala anche il ritrovamento di oltre 10.000 monete di epoca romana, senza contare la grande quantità di gemme, ambra e gioielli rinvenuti, indicativi delle capacità curative delle acque calde e dei rituali divinatori praticati presso il santuario.

Tesori di un’epoca antica

Le iscrizioni scoperte offrono un ulteriore spaccato della cultura etrusca e romana. Sono state trovate iscrizioni in etrusco e latino, che esprimono voti e dedicazioni a divinità e elementi naturali. Tra i numerosi reperti si distingue un’imponente statua maschile, recisa in modo preciso, che si ritiene possa rappresentare un’offerta di gratitudine da parte di un certo Gaio Roscio alla Fonte Calda, legata alla testimonianza di una guarigione. Altra importante testimonianza è rappresentata dalla figura di un piccolo sacerdote, con un’iscrizione in etrusco che decora la sua gamba, e un gesto ricco di significato, che rimanda a pratiche rituali.

La stratificazione che ha permesso il ritrovamento di migliaia di frammenti di uova, alcune rimaste integre, rievoca tradizioni di riti di rinascita e rigenerazione collegati alla fertilità. La continua alternanza di doni, travertino e argilla nel deposito evidenzia il rapporto simbiotico tra i rituali umani e le potenzialità della natura. Elementi botanici, come pigne e vegetali intrecciati, rinforzano l’idea che le acque sacre fossero “nutrite” dalla forza vitale dell’ambiente naturale.

Un progetto di restauro e valorizzazione

Il sito è sotto la custodia del Comune di San Casciano dei Bagni, in collaborazione con una serie di enti, tra cui la Direzione Generale Archeologia e la Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. La campagna di scavo ha mobilitato oltre 80 studenti da università di tutto il mondo, creando un gruppo di ricerca interdisciplinare altamente qualificato. Anche la realizzazione di un nuovo Museo Archeologico Nazionale e di un Parco Archeologico Termale fanno parte del progetto di valorizzazione dell’area, promettendo di amplificare il richiamo turistico e culturale della regione.

Durante la conferenza di presentazione delle scoperte, hanno preso parte relatori ed esperti del settore, tra cui autorità locali e regionali, confermando l’importanza di queste scoperte non solo per San Casciano dei Bagni, ma per l’intera eredità archeologica dell’Italia. I lavori continueranno, e con essi la speranza di scoprire ulteriori segreti celati nelle profondità del ‘Bagno Grande’.

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