Il 4 luglio 2023, l’ANSA ha riportato la notizia del successo del salvataggio di Ottavia Piana, una giovane speleologa di 31 anni, che è rimasta bloccata per due giorni all’interno dell’Abisso Bueno Fonteno, un’area sotterranea situata nella provincia di Bergamo, nell’Italia settentrionale. L’operazione di recupero, che ha richiesto l’impegno congiunto di diversi gruppi di soccorso e di personale specializzato, ha evidenziato le difficoltà intrinseche legate agli interventi in ambienti così complessi. Ottavia Piana è stata successivamente trasportata in ospedale dopo essere stata soccorsa dagli operatori del Soccorso alpino.
La vicenda del salvataggio
La speleologa, socia del gruppo Speleo Cai di Lovere, era già esperta della grotta in cui si trovava al momento dell’incidente. Durante un’escursione, Ottavia si è infortunata a una gamba mentre si trovava a 150 metri di profondità. La sua esperienza nel campo della speleologia non è bastata a evitare l’incidente, ma è stata determinante per gestire la situazione fino all’arrivo dei soccorritori. Le operazioni per riportarla in superficie si sono complicate a causa della profondità e delle condizioni ambientali sfavorevoli; la grotta, infatti, è caratterizzata da un andamento carsico che forma un intricato labirinto sotterraneo e ospita abbondanti sorgenti d’acqua.
Raggiungere Ottavia si è rivelato un vero e proprio test per i soccorritori, che hanno dovuto affrontare spazi ristretti e difficoltà nel trasporto della barella necessaria per il recupero della speleologa. La pioggia caduta nella notte ha aggiunto un ulteriore ostacolo, allagando alcuni tratti della grotta e rendendo il terreno scivoloso, aumentando i rischi per tutti gli operatori coinvolti.
Leggi anche:
Operazione di soccorso e coordinamento
Il salvataggio è stato gestito dalla IX Delegazione speleologica del Cnsas lombardo, che ha attivato le operazioni di soccorso dal momento in cui è stato dato l’allerta. A supporto, sono intervenute anche le delegazioni del Veneto e del Trentino, nonché tecnici provenienti da Piemonte ed Emilia Romagna, dimostrando così una straordinaria capacità di mobilitazione tra diverse unità specializzate. Il personale medico e gli infermieri sono rimasti in stretto contatto con i soccorritori per monitorare le condizioni di Ottavia e supportare ogni singolo passo dell’operazione.
L’intervento ha richiesto un’organizzazione meticolosa, poiché il recupero di una persona in difficoltà in un ambiente così rischioso porta con sé numerosi fattori da considerare, dalla gestione delle attrezzature al coordinamento tra i vari team. La complessità della situazione è aumentata dal fatto che il punto in cui Ottavia si trovava si trova a circa due ore e mezza dall’ingresso della grotta, rendendo ogni mossa cruciale.
Commenti e considerazioni dalla regione
Al termine delle operazioni, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha espresso la sua gratitudine a tutti i soccorritori, sottolineando l’importanza della loro esperienza e preparazione. “Complimenti all’intera squadra dei soccorritori. Quarantotto ore di lavoro in condizioni davvero complesse”, ha dichiarato, evidenziando quanto fosse fondamentale il contributo degli esperti del soccorso alpino e speleologico in queste situazioni. Questa vicenda ha dato nuova luce anche sull’importanza della formazione e della preparazione adeguata per affrontare situazioni di emergenza in contesti naturali estremi, tempestando di ottimismo e riconoscimento l’efficienza del coordinamento tra diverse professioni e associazioni che operano nel settore della sicurezza e del soccorso.